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Sommario anno XII numero 3 - marzo 2003

INVITO ALLA LETTURA
Un salto nel Medioevo
(Silvia Cutuli) - Sfogliando le pagine del libro “I fuochi del Medioevo. I fornelli del Rinascimento” di Janet Hansen, sensazioni, immagini I fuochi del Medioevo - I fornelli del Rinascimentoe sapori dei tempi passati, prendono vita nella mia immaginazione… Arde la brace: sulla fiamma paioli di rame, tegami di coccio, spiedi e leccarde custodiscono ingredienti semplici: erbe e  prodotti spontanei insaporiti da qualche spezia. Il cuoco del Medioevo lavora con mortai e pestelli, attingendo dalla dispensa manciate di uvetta, foglioline di menta, aceto e miele. Può portare in tavola arrosto di maiale con zucca in agro-dolce, funghi porcini alle pere selvatiche (secondo una convinzione del Medioevo le pere selvatiche erano un antidoto per l’eventuale veleno dei funghi sospetti), mostaccioli e cavallucci.

Il padrone di casa fa servire, a qualche ospite illustre, le pietanze più prelibate; gli altri convitati, seduti secondo la propria importanza più o meno vicini al padrone di casa, si servono con le mani da grandi taglieri tondi e mangiano in basse focacce. Il coppiere assaggia il vino nel bicchiere del padrone da un coperchietto, per prevenire il pericolo di avvelenamento. Il riso e la pasta non sono sempre presenti sulle tavole medioevali, la prima ricetta scritta a base di chicchi di riso è opera di un Anonimo Veneziano del ‘300. Il riso è cotto a lungo nel latte con aggiunta di zucchero e spezie per dare la “menestra”; della pasta o meglio della “tria” (filone di pasta fatta a mano ed essiccata al sole di origine siciliana) si trova menzione in un testamento medioevale.
“Metti più spezie e zucchero che puoi” diventa la regola nella raffinata cucina del Rinascimento: i fuochi lasciano il posto ai fornelli, Venezia diventa la patria delle spezie e dello zucchero che arriva in panetti avvolti in foglie di palma. Le ricette rinascimentali prevedono passaggi di cotture diverse, super speziate: sciroppo di zucchero, un cucchiaino di cannella, del ripieno di noci e pistacchi tritati sono gli ingredienti per i “nidi di usignolo” di pasta sfoglia, serviti con crema di ricotta.
Il servizio in tavola o bandigione, prevede otto o dieci portate, accompagnate da salse e savore (salsa verde dolce e forte, salsa nera per carni, savore di arance ecc.); salviettine di lino e acque profumate sono offerte agli ospiti per lavarsi le mani continuamente. Nel Rinascimento si ostenta ricchezza e potere attraverso l’arte culinaria: il cuoco riveste un posto di prestigio e stima, si adibiscono ed adornano spazi per il ricevimento degli ospiti, il convivio diventa banchetto con intrattenimento di musica, balli e giochi. Termina qui il racconto del mio viaggio immaginario; metterò alla prova tutti gli insegnamenti in cucina.   
INVITO ALLA LETTURA

Sommario anno XII numero 3 - marzo 2003