Culla
Benvenuto
Federico!
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Il
13 marzo, alle ore 13.13, emetteva il primo vagito Federico. Ai
genitori Franco Giuliani e Daniela Minotti, nostra socia
vitalizia, i complimenti e i più fervidi auguri dalla redazione
e da tutti i soci del Photo Club Controluce.
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castelli
romani
Musica: l’importanza
dell’Ensemble Saxophonia
(Davide Civerchia) - Interessante, quanto pregevole,
l’attività musicale che l’Ensemble Saxophonia svolge da oltre
quattro anni. Il
sodalizio
è costituito sia dall’ormai “storico” Quartetto Saxophonia,
ovvero: Claudia di Pietro (sax soprano - contralto), Lisa Rogai (sax
contralto), Romeo Ciuffa (sax tenore) e Silvio Villa (sax baritono), sia
da una serie di collaboratori che rispondono ai nomi di Roberta Togni (sax
tenore), Pietro delle Chiaie (pianoforte ), Alessio Mattu (basso), Claudio
Zampa (chitarra), Roberto Carboni (batteria), e Gabriele Merolli
(percussioni).
Un’intervista,
gentilmente concessa da Romeo Ciuffa, permette di conoscere meglio alcuni
aspetti dell’Ensemble Saoxphonia.
Quale genere di
musica proponete e quali autori eseguite? “Il repertorio del nostro gruppo spazia da
trascrizioni di musica del periodo rinascimentale sino a composizioni
originali per sax, contemporanee. Tuttavia il repertorio a noi più
congegnale è quello jazzistico. Tra gli autori più eseguiti ricordo
Ellington, Gershwin, Miller, e Mingus”.
Può citare alcune
delle manifestazioni in cui siete stati protagonisti? “Abbiamo
suonato principalmente nei Castelli Romani, sia in occasioni
concertistiche vere e proprie, sia in pub e in locali. Ci siamo esibiti
presso l’Auditorium dell’Università di Tor Vergata, e in quello delle
scuderie Aldobrandini. Abbiamo suonato anche in Spagna in relazione al
gemellaggio tra Monte Compatri e Calahorra”.
Quali sono i
prossimi impegni? “Abbiamo
in programma diversi appuntamenti in locali dei Castelli e di Roma; stiamo
organizzando un piccolo tour in Spagna, inoltre siamo in contatto con
un’agenzia di spettacolo di livello nazionale”.
Quali sono le
difficoltà che dovete superare per svolgere la vostra attività? “Abbiamo
dovuto e dobbiamo superare molte difficoltà, poiché la realtà
concertistica è poco aiutata dagli enti locali, soprattutto da alcuni
comuni del territorio Castellano, gli stessi budget previsti per le
attività culturali sono bassi”
Infine qualche
riflessione per avvicinare i giovani al mondo della musica. “Sinceramente
la partecipazione all’attività musicale è molto sentita tra i giovani,
purtroppo le occasioni e luoghi per esibirsi sono limitati, con
l’eccezione felice della manifestazione Frammenti che si tiene a
Frascati”.
L’Ensemble
Saxophonia occupa quindi un ruolo di sicura rilevanza in ambito
musicale, rappresentando di conseguenza una ricchezza del panorama
culturale del nostro bacino territoriale.
velletri
Il re avventuriero a
Velletri
(Luca Ceccarelli) - Il 12 marzo scorso è stato presentato a
Velletri nella Sala Tersicore del Palazzo Comunale il libro del
giornalista e scrittore Paolo Pinto Vittorio Emanuele II. Il re
avventuriero, appena ripubblicato dalla Mondadori nella collana degli
Oscar. Oggi si è tornati a parlare dei Savoia con grande frequenza, dopo
che il parlamento italiano ha concesso loro di tornare in Italia, ma
l’autore del libro non è certo sospettabile di seguire una moda
passeggera, non solo perché la sua opera, come ha sottolineato lo storico
Filippo Ferrara nella sua relazione alla conferenza, è frutto anche di
lunghe e pazienti ricerche di biblioteca e d’archivio, ma anche perché
Pinto, già nel 1986 (in
epoca, dunque, non sospetta) aveva pubblicato una monografia su Carlo
Alberto: il Savoia amletico.
Carlo Alberto e
suo figlio Vittorio Emanuele II, erano profondamente diversi l’uno
dall’altro. Come Pinto ha ricordato, nonostante il carattere malfermo
che gli costò il soprannome di “Re Tentenna”, Carlo Alberto era un
monarca di stampo tradizionale, con una profonda consapevolezza riguardo
alla valenza sacrale del proprio ruolo, ed era tendezialmente di carattere
piuttosto austero.
Tutt’altro uomo
era suo figlio Vittorio Emanuele. E non era facile invece scrivere un
libro che trattenesse l’attenzione del lettore su un uomo che, come
l’autore stesso riconosce nel corso dell’opera, non si distinse mai
per particolare brillantezza intellettuale e cultura. Eppure, nonostante
l’intelligenza limitata, la scarsa maestria politica sciaguratamente
coniugata a velleità da statista che facevano infuriare i suoi ministri,
la passione sfrenata per la caccia e per le donne avvenenti (le campagne
piemontesi erano piene di figli illegittimi di Vittorio Emanuele II),
questo sovrano si trovò al centro di una rivoluzione come quella del
Risorgimento italiano, e divenne il primo re d’Italia, con l’unico,
innegabile merito di essersi affidato, spinto da un radicato istinto di
conservazione, a uomini onesti e abili come Massimo D’Azeglio e Camillo
Benso di Cavour, per i quali, pure, non ebbe mai personalmente simpatia.
Il libro di Pinto,
anche sulla scorta delle letture di alcune pagine che sono state proposte
alla presentazione, si rivela come un esempio del genere storico
romanzato: non popolaresco come quello della Storia d’Italia di
Montanelli e Cervi, ma piuttosto simile a quello di un Roberto Gervaso, o
dell’inimitabile Maria Bellonci con i suoi romanzi sul Rinascimento.
Come ha osservato, nel suo breve intervento condotto con la consueta verve
lo scrittore Aldo Onorati, gli scrittori, a differenza degli storici,
rispondono per propria spontanea iniziativa a domande che non vengono
poste da altri, e ciò rende le loro narrazioni più vere, anche se
talvolta non attendibili in questo o in quel singolo punto. Del resto,
vorremmo aggiungere da parte nostra, è stato più volte notato come per
comprendere cosa sia realmente la guerra sia preferibile leggere Guerra
e pace, il capolavoro di Tolstoij, piuttosto che la storiografia sulle
guerre napoleoniche o su altre guerre precedenti o successive. E a questo
proposito, il racconto che Paolo Pinto fa nel libro delle battaglie di San
Martino e Solferino è senza dubbio altamente significativo.
castel
gandolfo
Il lago che scompare
(Alessio Colacchi) - Lunedì 24 Febbraio l’amministrazione
comunale di Castel Gandolfo ha presentato in un convegno il proprio
programma di intervento contro l’abbassamento del livello del bacino
lacustre sito nel proprio comune.
L’incontro, che
ha visto anche la presenza di esperti docenti universitari, ha posto
l’attenzione soprattutto su dati rilevati da studi compiuti in loco per
analizzare la situazione in corso.
Dopo la relazione
del sindaco Maurizio Colacchi, centrata in maniera particolare sui
problemi sia dell’abbassamento del livello dell’acqua che della
presenza di un’alga tossica nel bacino, è quindi intervenuto il
professor Bono dell’ateneo La Sapienza, che ha parlato in maniera
particolare di uno studio che parte dal 1848 ed arriva ai giorni nostri.
Da questo si
evince che siamo al centro di una fase storica caratterizzata da
diminuzione delle precipitazioni, aumento della temperatura, e,
ovviamente, da ipersfruttamento delle risorse a disposizione del bacino.
A seguito di ciò,
nel 1982 è stato chiuso l’emissario, ormai divenuto inutile per
sostenere una situazione già gravosa.
Sulla base di
questi studi, di supporto agli amministratori, parte l’azione della
giunta, la quale, già intervenuta
costruendo un serbatoio idrico per la frazione di Pavona, adesso cerca di
avviare una commissione che dovrebbe monitorare la situazione corrente e
censire i vari pozzi che ancora infliggono gravi perdite al lago.
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