Ultimissime
dal fronte delle notizie censurate
(Dario Fo, Franca Rame, Jacopo Fo) - Se guardiamo la guerra in
Iraq nel suo complesso osserviamo che gli Usa hanno agito fulmineamente
soprattutto per proteggere il petrolio e impedire a Saddam Hussein di
incendiare i pozzi. Hanno lasciato indietro la conquista delle città del
sud, limitandosi a bombardarle mentre schieravano i loro carri armati
intorno ai giacimenti. Entrando poi a Baghdad hanno lasciato che la città
fosse saccheggiata da bande criminali, che gli ospedali fossero assaltati,
che fossero incendiati i ministeri, che fossero depredati i musei,
incendiata la più grande e antica biblioteca del Medio Oriente, dispersa
la memoria storica di un popolo. Non si sono preoccupati di nulla. Hanno
protetto un solo monumento: il palazzo del Ministero del Petrolio intorno
al quale hanno schierato ben 56 carri armati...
L’Iraq è ormai finito in coda ai telegiornali. Terminato il fuoco
d’artificio mediatico delle bombe intelligenti si sta perdendo interesse
per una situazione che (sembra) si stia rapidamente normalizzando.
Ben diverso il quadro descritto dai siti in lingua araba della resistenza
irachena contro Saddam Hussein (persone che hanno conosciuto la galera e
la tortura perché lottavano per la democrazia). L’Iraq sarebbe in una
situazione spaventosa. Un caos di rapine, stupri, violenze di ogni genere,
con una popolazione che vive nel terrore e alla quale manca tutto. Gli
aiuti umanitari arrivano in quantità risibile in confronto dell’enormità
delle esigenze più essenziali. Il fondamentalismo islamico, represso da
Hussein nel sangue, si sta scatenando con manifestazioni di piazza sempre
più imponenti.
L’Iraq rischia di diventare un rebus irrisolvibile... Se si votasse ora
vincerebbero probabilmente i fondamentalisti... E come potrebbero gli Usa
accettare un simile verdetto delle urne?
Quando i fondamentalisti vinsero le elezioni in Algeria, l’Occidente
appoggiò un colpo di stato dei militari laici... E si ottenne così
l’inizio di un periodo di terrorismo portato avanti a suon di massacri
di civili e contromassacri organizzati dall’esercito (sempre di civili).
Sostanzialmente gli Usa stanno portando avanti la loro guerra nel modo più
provocatorio possibile.
Il non aver protetto la popolazione dai briganti non è stata certo una
mossa che ha guadagnato loro simpatie.
Ma non contenti di questo essi hanno creato un gruppo di 65 notabili
iracheni a cui affidare la ricostruzione del paese. In mezzo ci sono anche
persone oneste e di valore. Ma evidentemente sono lì a far numero perché
non hanno ricevuto incarichi rilevanti.
Gli Usa stanno puntando soprattutto su un ristretto numero di uomini che
sembrano scelti apposta per far imbestialire il popolo iracheno.
Il personaggio attualmente più potente dell’Iraq, messo a capo del
governo provvisorio (Iraq Congress) è un personaggio straordinario.
Il suo nome è Al Cialabi (i giornali italiani scrivono Gialabi), proviene
da una famiglia di banchieri, negli anni ’80 era uno dei responsabili
del ministero dell’economia, fuggito dall’Iraq con 30 milioni di
dollari (ha sostenuto che fosse la sua parcella), è stato poi condannato
in Giordania per bancarotta fraudolenta a 22 anni di carcere. Lui sostiene
di essere stato condannato a causa di una persecuzione politica di giudici
fondamentalisti (vi ricorda niente?).
Ora gli americani stanno facendo pressione sul governo giordano per
ottenere la modifica della legge sui reati finanziari in modo tale che la
condanna contro Al Cialabi sia annullata (ma tu guarda!).
Il Ministero della Giustizia giordano ha risposto che non accetta di
modificare la legge e Al Cialabi ha dichiarato che sono tutti
comunisti...pardon, fondamentalisti...
Il fratello di Al Cialabi (ha anche un fratello!) che è suo socio (ma ci
copiano proprio tutto!) è sotto inchiesta in Inghilterra per truffa e
bancarotta fraudolenta. A causa di questa incriminazione questo fratello
ha dichiarato che non accetterà nessun incarico politico, solo impegni di
tipo umanitario per la ricostruzione (cioè appalti).
Al Cialabi è rientrato in Iraq con un’auto sulla quale viaggiava anche
il suo più caro amico che si chiama Al Zubaidi. Appena arrivato a Baghdad
questi si è autoproclamato sindaco della città, con il consenso degli
anglopolaccoamericani.
Tra la fine degli anni settanta e l’inizio degli anni ottanta, uno dei
periodi di repressione più feroce, con migliaia di morti, Al Zubaidi era
il responsabile della polizia segreta che controllava l’università di
Baghdad, era cioè il dignitario incaricato di controfirmare le liste
degli studenti che dovevano essere eliminati.
Diventa poi responsabile dei servizi segreti del Kuwait e entra in
contatto con il partito Baath siriano, che gestisce da più di
trent’anni un regime dittatoriale e criminale (violazioni dei diritti
umani, torture, massacri, bombardamenti a tappeto per stanare gli
oppositori contro la città di Halab). Poi con l’appoggio dei criminali
siriani tenta di organizzare una fazione all’interno del partito Baath
iracheno e progetta un colpo di stato. Saddam Hussein lo scopre e lui si
dilegua senza metter più piede in Iraq.
C’è poi Mashan al Giuburi (i giornali italiani scrivono Magian al
Gjburi) che gli “alleati” hanno nominato sindaco di Mussul. Fino a
dopo la prima guerra del Golfo, era un alto dignitario del Partito Baath
iracheno molto fedele a Saddam Hussein. Era a capo di una fazione interna
al partito che tenta di farsi spazio a gomitate ma viene sconfitta e per
questo lui fugge all’estero.
Tra i 65 uomini di prestigio scelti dagli Usa per creare il nuovo Iraq,
c’è poi Al Samaray, che è stato uno dei capi dei servizi segreti più
feroci della storia dell’Iraq.
Era il responsabile degli squadroni della morte e questo spiega come mai
gli Usa vadano a colpo sicuro nell’individuazione delle fosse comuni.
Nelle carceri irachene era considerato il boia più produttivo, una sua
parola ed eri morto. Ha abbandonato a sua volta l’Iraq soltanto nel
momento in cui la sua fazione è uscita sconfitta dallo scontro per il
controllo del Ministero degli Interni.
Praticamente è come se alla fine della seconda guerra mondiale Goering
(graziato) fosse stato incaricato di ricostruire la Germania.
Insomma, sono state scelte proprio le persone giuste, con un passato
specchiato e l’autorità morale per conquistare la fiducia di un popolo.
E, sicuramente, con simili uomini nei posti chiave del nuovo Iraq possiamo
stare certi che gli appalti per la ricostruzione viaggeranno senza
intoppi. |