rocca
priora
Riaffiora
l’antica Sagra del Narciso
(Mario Vinci) - L’appuntamento di secolare memoria, la
“sagra del Narciso”, orgoglio dei roccaprioresi da qualche tempo
trascurata, torna a rivivere. Un ricco programma è stato allestito dalla
risorta “Associazione Pro-Loco” ripristinata da un gruppo di tenaci
paesani attivi e promettenti, in collaborazione con l’Amministrazione
Comunale. Ritorna così il folclore e la tradizione popolare che la gente
paesana custodisce gelosamente e che amorevolmente organizzava ogni anno.
Con l’avvento di un Ente di strana estrazione, la A.A.S.T.T. con sede a
Frascati, la “Pro loco” venne abolita e il Calendario dei
festeggiamenti veniva gestito a suo piacimento da questa nuova
istituzione, erogando al Comune le poche briciole residue.
La manifestazione, che si svolgerà dal 13 al 20 maggio prossimo, sta
risvegliando i roccaprioresi da sempre usi all’addobbo di finestre,
balconi e piazzette dei vari Rioni. Ci saranno anche Carri allegorici di
cultura paesana, perché paesana è la festa, con un pizzico di fanatico
esibizionismo ingenuo e spontaneo, che suscitava socialità e ospitalità
agli avventori che numerosi, venivano a gustarsi la festa. Per
l’occasione, nell’area del vecchio Campo Sportivo, verranno allestiti
stand gastronomici e dolci vari di produzione locale da assaporare e
gustare.
Per un certo lasso di tempo questa festa era stata turbata
dall’inconcepibile “veto” posto dai Verdi che vietava la raccolta
dei Narcisi definendolo un Fiore protetto, ma è la Pianta che deve essere
protetta, mentre il Fiore va naturalmente raccolto come è stato sempre
raccolto e fino agli anni sessanta apportava un piccolo incentivo
economico ai raccoglitori roccaprioresi che riempiti i portabagagli delle
loro biciclette, raggiungevano Roma dove allestivano un piccolo mercatino,
gioia dei romani. Il narciso cresce da un bulbo interrato che non ha nulla
a che fare con l’infiorescenza, e la estirpazione dal terreno non è
cosa facile. Si ha l’impressione che i Verdi abbiano poca dimestichezza
con la botanica floreale e ignorano che l’Olanda salva buona parte
dell’economia del paese con l’industria dei fiori da Bulbi di
Tulipani, affini ai Narcisi. Povera Olanda se un giorno per cattiva sorte
dovesse sottostare al giudizio dei... Verdi all’italiana, scoppierebbe
la rivoluzione.
E allora gustiamoci questa festa campagnola e abbandoniamo per un giorno
lo smog della città per ammirare le bellissime composizioni floreali
fatte di narcisi, meraviglia del nostro territorio. Questo avvenimento si
consolidava tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento. Era
definita una sagra paesana d’interesse economico e sociale, vanto degli
amministratori del passato che usavano chiamare il Bilancio Comunale
“Contò morale della Giunta”. Si legge in tante monografie, ma in
particolare in quella lasciataci dall’illustre nostro concittadino il
dott. Evaristo Dandini, non doverosamente ricordato, dove si legge: “I
roccaprioresi, nelle cui vene scorre ancora qualche goccia di ‘latin
sangue gentile’, festeggiavano a maggio la Sagra del Narciso come
anticamente i popoli confederati latini consacravano la Festa a Giove
Laziale”. Tale ricorrenza era abbinata alla Fiera di merci e bestiame in
calendario alla prima Domenica di Maggio. Fino ai primi del novecento si
svolgeva nella Valle Latina in contrada “Osteria nuova” e si spiegava
nell’area antistante la Fontana dove si scorge ancora il rudero residuo
della chiesetta dedicata a san Michele Arcangelo, che andrebbe recuperato
e rispettato come reperto archeologico.
Negli anni dieci, la Fiera subì il trasferimento nella zona urbana detta
l’Ormata - attuale Via degli Olmi - e in tale contrada si trascinò fino
alla Seconda Guerra Mondiale. Poi, col dissolversi del patrimonio
zootecnico, fino ad allora florido e consistente, la Fiera di merci e
bestiame scomparve, ma la Festa del Narciso continuò regolarmente fino
agli anni sessanta, fatta eccezione del periodo bellico.
Sarebbe stato un vero peccato se Rocca Priora avesse perduto la sua
peculiarità di una festa propria, che ha sempre contribuito a dare lustro
e prestigio al paese.
Narciso-
mitologico fiore
“Narcis fue molto bellissimo. Un giorno avvenne ch’Egli si posava
sopra una bella fontana. Isguardandone l’acqua vide l’ombra sua, che
era molto bella. Incominciò a isguardare et rallegrarsi sopra la fonte, e
l’ombra fàcea lo somigliante; credeva che fosse persona sua che avesse
vita e che istesse in nell’acqua e non s’accorgea che fosse l’ombra
sua.
Et incominciò ad amarla, et innamorossi si forte che la volle pigliare e
mise le mani in nell’acqua; e l’acqua intorbitò e l’ombra ispario.
Onde elli incominciò a piangere sopra la fonte. Rischiarandosi l’acqua,
vide l’ombra che piangeva com’elli. Allora Narcis si lassò cadere
nella fonte in tale guisa che ne morio annegato.
Lo tempo era di primavera; le donne si veniano a solazare alla fonte e
videro lo bello Narcis annegato; con grandissimo pianto lo cavàrono de la
Fonte et appoggiàrolo ritto alle sponde della fontana.
Onde lo Dio Amore ne fece una bellisima pianta di bianchissimo et
profumatissimo fiore, il Narciso molto bene istante, e lo primo fiore che
pria fue fiorito.”
Narcissus - Giovane di forme bellissime, figlio del fiume Cefiso e di
una Ninfa; spregiando l’amore di Eco perché innamorato di se stesso,
perì annegato specchiandosi in una Fonte, attratto dalle sue belle forme
riflesse nell’acqua. Da qui il termine “Narcisismo”
- Mitologia Greca-Mito narrato da Ovidio (Metamorfosi III, 339-510)-
lanuvio
La
pace valore senza confini
(Eliana Rossi) - La vita umana ha un valore inestimabile,
soprattutto in questo clima di guerra tra Iraq e Stati Uniti e la mostra
dell’artista Franco Guadagnuolo, che considera l’esistenza un dono da
rispettare, non poteva non avere un titolo più appropriato: “La Pace
valore senza confini”. Le opere dell’artista sono state esposte in una
grande mostra a Lanuvio, presso la Villa Sforza Cesarini, dal 29 marzo al
5 aprile, ed erano presenti all’inaugurazione il sindaco Rossano De
Santis e l’assessore alla Cultura Dianora Grossi. La mostra, curata da
Maria Caporaso, ha affrontato il tema della vita umana come valore nel
mondo contemporaneo, laddove tra contraddizioni e conflitti, l’esistenza
dell’essere umano è sempre in bilico tra la lotta per la sopravvivenza
e quella per il potere. Allo scopo di
far conoscere lo stato di abbandono in cui versano intere
popolazioni, alla mostra sono intervenuti i rappresentanti
dell’associazione EMERGENCY che hanno relazionato sui “Diritti umani e guerre
nel mondo”. In fondo, sorge spontanea la domanda: “Ma gli orrori e i
crimini della 2a guerra mondiale, non hanno
insegnato proprio nulla, se si continua ad assistere ad altri soprusi
infieriti sulla gente indifesa?”
Dal 1992 Franco Guadagnuolo è artista al Senato per l’ “Intergruppo
Parlamentari per il Giubileo”, il quale si prefigge la finalità di
giustizia sociale e di dialogo tra i popoli, indicate da Giovanni Paolo II
nella “Tertio Millennio Adveniente”, soffermando l’attenzione sulla
pace, sul progresso dell’umanità o sulle disuguaglianze sociali. Per
l’Intergruppo Parlamentari, Guadagnuolo, sulle varie tematiche trattate
dai politici, ha realizzato diverse opere pittoriche che sono state
esposte nella mostra a Lanuvio. Qualche anno fa, l’artista e una
delegazione parlamentare hanno intrapreso un viaggio in Medioriente, dove
hanno avuto modo di constatare i continui conflitti e atti di violenza che
insanguinano quotidianamente la Terra Santa. Nel corso della visita
Guadagnuolo ha incontrato il Presidente Arafat, al quale ha donato
un’opera significativa, che rappresenta Simon Peres e Yasser Arafat nel
momento in cui scrivono la parola “Peace”. In quell’occasione, il
leader dell’Olp ha tenuto a sottolineare che accettava quel dono come
auspicio di una vera pace e serena convivenza tra palestinesi e
israeliani. Sempre durante l’incontro, Guadagnuolo ha espresso la sua
volontà di realizzare una grande tela, basata sulle problematiche di
convivenza dei due popoli. “Pace per il Medioriente” è il titolo del
dipinto che misura m 4x1,60 e comprende oltre cinquanta figure in uno
scenario complesso, dove si celebra la morte e la vita, l’eterna lotta
di liberazione dalla violenza e dall’odio. Al centro due figure, una
giacente come il crocifisso e una donna accanto all’uomo in
atteggiamento affettuoso. In basso, una natura morta con i simboli
cristiani: il pane, il calice e gli strumenti del martirio di Cristo. In
alto, appare il monumento all’umanità, caratterizzato da due mani,
simboli di speranza, con una colomba bianca che vola, simbolo di libertà.
Tutta l’opera è permeata dalla promessa di una nuova umanità liberata
dalla violenza. La speranza cristiana è stata la molla che ha avvicinato
l’artista al tema della pace, dopo aver constatato la negazione dei
diritti umani e dell’uomo disumanizzato. Le opere di Guadagnuolo sono un
invito a riflettere sulla fratellanza e sulla misericordia, per scacciare
gli orrori della guerra e avviarci verso una serena convivenza.
nettuno
Cielo
e poesia
(Eliana Rossi) - Il 6 aprile, nel giorno del centenario del
primo volo del Flyer dei fratelli Wright, si è tenuta a Nettuno la
manifestazione aereoletteraria “Il mio Cielo”, presso l’Aviosuperficie
Arma.
“L’arte del volo, come la poesia, è un insieme di emozioni del cuore
e dell’animo, che mettono in comunicazione gli uomini che hanno cuore ed
animo. E scrivere racconti con le proprie emozioni di volo, è come
lanciare messaggi d’amore verso gli altri, con cui desideriamo
condividere la gioia che proviamo lassù, quando ci innamoriamo delle nubi
e del cielo. Sul parapendio, sul deltaplano, sull’ultraleggero o con il
paracadute, tutti rinnoviamo ogni volta questo innamoramento, ritrovando
ad ogni occasione la nostra dimensione nel fluido azzurro. Ed oggi,
abbiamo una ulteriore opportunità di condividere la nostra passione,
riuniti qui, all’Arma, per celebrare, e lo possiamo ben dire, coloro che
hanno inviato i racconti delle emozioni provate in volo e che hanno voluto
metterle in parola per farne partecipi anche chi non può o non vuole
volare in senso fisico. Volerà oggi, con noi, con le ali della fantasia,
in questo nostro raduno di appassionati, per organizzare il quale, abbiamo
avuto l’aiuto di tante persone carissime.”
Con queste parole Maria Clara Mussa, giornalista e pilota, ha aperto la
manifestazione aereoletteraria a Nettuno, alla presenza di numerosi piloti
sportivi provenienti da varie località. L’occasione è stata offerta
dalla presentazione del libro “Il mio Cielo”, pubblicato
dall’editrice La Mandragora, con il patrocinio dell’Aereo Club
d’Italia, una sorta di racconti inediti di autori appassionati di volo,
convenuti all’Arma, accolti calorosamente da Adriano Marchetto, pilota e
proprietario dell’Aviosuperficie.
Alcuni partecipanti alla raccolta hanno ricevuto, altresì, una menzione
di merito dalla Giuria che ha premiato i loro lavori per l’originalità,
nonché per la particolare emozione emanata dalle parole degli stessi.
Barbara Scarso, Dimitri Bella, Roberto Guidorzi, Luigi Franceschetti,
Valerio de Felice, chiamati sul podio dall’ideatore del premio
letterario “Il mio Cielo”, Gianfabio Scaramucci, hanno ricevuto
targhe, medaglie, libri sull’aeronautica in Italia, dalle mani
dell’editore Pelliconi, dal direttore di Aviazione Sportiva Rodolfo
Biancorosso e dal direttore di Flytime, Fabrizio Meloni. Tra gli invitati
alla manifestazione non poteva mancare la prima comandante di aerei di
linea in Italia, Fiorenza De Bernardi, signora non più giovanissima, ma
ancora grande appassionata di aerei.
Nel corso della manifestazione, nel cielo di Nettuno si è esibita una
piccola formazione di tre ultraleggeri che, dopo un passaggio sulla pista
a salutare i convenuti, all’atterraggio ha consegnato il messaggio dal
cielo recante i nomi dei premiati. L’evento è stato apprezzato, altresì,
dal colonnello Tiziano Macor, direttore del poligono di tiro, il quale ha
sottolineato l’insolito, quanto fortunato, connubio di arte e poesia con
la passione del volo.
E l’amore per il cielo, per il suo spazio incontaminato, per la libertà
che si prova nel librarsi in alto, hanno fatto scaturire racconti che,
durante la loro lettura, sono riusciti ad emozionare, perfino, i veterani
del volo. |