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Sommario anno XII numero 5 - maggio 2003

 I NOSTRI PAESI - pagina 8
rocca priora
Riaffiora l’antica Sagra del Narciso
(Mario Vinci) - L’appuntamento di secolare memoria, la “sagra del Narciso”, orgoglio dei roccaprioresi da qualche tempo trascurata, torna a rivivere. Un ricco programma è stato allestito dalla risorta “Associazione Pro-Loco” ripristinata da un gruppo di tenaci paesani attivi e promettenti, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale. Ritorna così il folclore e la tradizione popolare che la gente paesana custodisce gelosamente e che amorevolmente organizzava ogni anno.
Con l’avvento di un Ente di strana estrazione, la A.A.S.T.T. con sede a Frascati, la “Pro loco” venne abolita e il Calendario dei festeggiamenti veniva gestito a suo piacimento da questa nuova istituzione, erogando al Comune le poche briciole residue.
La manifestazione, che si svolgerà dal 13 al 20 maggio prossimo, sta risvegliando i roccaprioresi da sempre usi all’addobbo di finestre, balconi e piazzette dei vari Rioni. Ci saranno anche Carri allegorici di cultura paesana, perché paesana è la festa, con un pizzico di fanatico esibizionismo ingenuo e spontaneo, che suscitava socialità e ospitalità agli avventori che numerosi, venivano a gustarsi la festa. Per l’occasione, nell’area del vecchio Campo Sportivo, verranno allestiti stand gastronomici e dolci vari di produzione locale da assaporare e gustare.
Per un certo lasso di tempo questa festa era stata turbata dall’inconcepibile “veto” posto dai Verdi che vietava la raccolta dei Narcisi definendolo un Fiore protetto, ma è la Pianta che deve essere protetta, mentre il Fiore va naturalmente raccolto come è stato sempre raccolto e fino agli anni sessanta apportava un piccolo incentivo economico ai raccoglitori roccaprioresi che riempiti i portabagagli delle loro biciclette, raggiungevano Roma dove allestivano un piccolo mercatino, gioia dei romani. Il narciso cresce da un bulbo interrato che non ha nulla a che fare con l’infiorescenza, e la estirpazione dal terreno non è cosa facile. Si ha l’impressione che i Verdi abbiano poca dimestichezza con la botanica floreale e ignorano che l’Olanda salva buona parte dell’economia del paese con l’industria dei fiori da Bulbi di Tulipani, affini ai Narcisi. Povera Olanda se un giorno per cattiva sorte dovesse sottostare al giudizio dei... Verdi all’italiana, scoppierebbe la rivoluzione.
E allora gustiamoci questa festa campagnola e abbandoniamo per un giorno lo smog della città per ammirare le bellissime composizioni floreali fatte di narcisi, meraviglia del nostro territorio. Questo avvenimento si consolidava tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento. Era definita una sagra paesana d’interesse economico e sociale, vanto degli amministratori del passato che usavano chiamare il Bilancio Comunale “Contò morale della Giunta”. Si legge in tante monografie, ma in particolare in quella lasciataci dall’illustre nostro concittadino il dott. Evaristo Dandini, non doverosamente ricordato, dove si legge: “I roccaprioresi, nelle cui vene scorre ancora qualche goccia di ‘latin sangue gentile’, festeggiavano a maggio la Sagra del Narciso come anticamente i popoli confederati latini consacravano la Festa a Giove Laziale”. Tale ricorrenza era abbinata alla Fiera di merci e bestiame in calendario alla prima Domenica di Maggio. Fino ai primi del novecento si svolgeva nella Valle Latina in contrada “Osteria nuova” e si spiegava nell’area antistante la Fontana dove si scorge ancora il rudero residuo della chiesetta dedicata a san Michele Arcangelo, che andrebbe recuperato e rispettato come reperto archeologico.
Negli anni dieci, la Fiera subì il trasferimento nella zona urbana detta l’Ormata - attuale Via degli Olmi - e in tale contrada si trascinò fino alla Seconda Guerra Mondiale. Poi, col dissolversi del patrimonio zootecnico, fino ad allora florido e consistente, la Fiera di merci e bestiame scomparve, ma la Festa del Narciso continuò regolarmente fino agli anni sessanta, fatta eccezione del periodo bellico.
Sarebbe stato un vero peccato se Rocca Priora avesse perduto la sua peculiarità di una festa propria, che ha sempre contribuito a dare lustro e prestigio al paese.

Narciso- mitologico fiore
“Narcis fue molto bellissimo. Un giorno avvenne ch’Egli si posava sopra una bella fontana. Isguardandone l’acqua vide l’ombra sua, che era molto bella. Incominciò a isguardare et rallegrarsi sopra la fonte, e l’ombra fàcea lo somigliante; credeva che fosse persona sua che avesse vita e che istesse in nell’acqua e non s’accorgea che fosse l’ombra sua.
Et incominciò ad amarla, et innamorossi si forte che la volle pigliare e mise le mani in nell’acqua; e l’acqua intorbitò e l’ombra ispario. Onde elli incominciò a piangere sopra la fonte. Rischiarandosi l’acqua, vide l’ombra che piangeva com’elli. Allora Narcis si lassò cadere nella fonte in tale guisa che ne morio annegato.
Lo tempo era di primavera; le donne si veniano a solazare alla fonte e videro lo bello Narcis annegato; con grandissimo pianto lo cavàrono de la Fonte et appoggiàrolo ritto alle sponde della fontana.
Onde lo Dio Amore ne fece una bellisima pianta di bianchissimo et profumatissimo fiore, il Narciso molto bene istante, e lo primo fiore che pria fue fiorito.”
Narcissus - Giovane di forme bellissime, figlio del fiume Cefiso e di una Ninfa; spregiando l’amore di Eco perché innamorato di se stesso, perì annegato specchiandosi in una Fonte, attratto dalle sue belle forme riflesse nell’acqua. Da qui il termine “Narcisismo”
- Mitologia Greca-Mito narrato da Ovidio (Metamorfosi III, 339-510)-


lanuvio
La pace valore senza confini 
(Eliana Rossi) - La vita umana ha un valore inestimabile, soprattutto in questo clima di guerra tra Iraq e Stati Uniti e la mostra dell’artista Franco Guadagnuolo, che considera l’esistenza un dono da rispettare, non poteva non avere un titolo più appropriato: “La Pace valore senza confini”. Le opere dell’artista sono state esposte in una grande mostra a Lanuvio, presso la Villa Sforza Cesarini, dal 29 marzo al 5 aprile, ed erano presenti all’inaugurazione il sindaco Rossano De Santis e l’assessore alla Cultura Dianora Grossi. La mostra, curata da Maria Caporaso, ha affrontato il tema della vita umana come valore nel mondo contemporaneo, laddove tra contraddizioni e conflitti, l’esistenza dell’essere umano è sempre in bilico tra la lotta per la sopravvivenza e quella per il potere. Allo scopo di  far conoscere lo stato di abbandono in cui versano intere popolazioni, alla mostra sono intervenuti i rappresentanti dell’associazione
EMERGENCY che hanno relazionato sui “Diritti umani e guerre nel mondo”. In fondo, sorge spontanea la domanda: “Ma gli orrori e i crimini della 2a guerra mondiale, non hanno insegnato proprio nulla, se si continua ad assistere ad altri soprusi infieriti sulla gente indifesa?”
Dal 1992 Franco Guadagnuolo è artista al Senato per l’ “Intergruppo Parlamentari per il Giubileo”, il quale si prefigge la finalità di giustizia sociale e di dialogo tra i popoli, indicate da Giovanni Paolo II nella “Tertio Millennio Adveniente”, soffermando l’attenzione sulla pace, sul progresso dell’umanità o sulle disuguaglianze sociali. Per l’Intergruppo Parlamentari, Guadagnuolo, sulle varie tematiche trattate dai politici, ha realizzato diverse opere pittoriche che sono state esposte nella mostra a Lanuvio. Qualche anno fa, l’artista e una delegazione parlamentare hanno intrapreso un viaggio in Medioriente, dove hanno avuto modo di constatare i continui conflitti e atti di violenza che insanguinano quotidianamente la Terra Santa. Nel corso della visita Guadagnuolo ha incontrato il Presidente Arafat, al quale ha donato un’opera significativa, che rappresenta Simon Peres e Yasser Arafat nel momento in cui scrivono la parola “Peace”. In quell’occasione, il leader dell’Olp ha tenuto a sottolineare che accettava quel dono come auspicio di una vera pace e serena convivenza tra palestinesi e israeliani. Sempre durante l’incontro, Guadagnuolo ha espresso la sua volontà di realizzare una grande tela, basata sulle problematiche di convivenza dei due popoli. “Pace per il Medioriente” è il titolo del dipinto che misura m 4x1,60 e comprende oltre cinquanta figure in uno scenario complesso, dove si celebra la morte e la vita, l’eterna lotta di liberazione dalla violenza e dall’odio. Al centro due figure, una giacente come il crocifisso e una donna accanto all’uomo in atteggiamento affettuoso. In basso, una natura morta con i simboli cristiani: il pane, il calice e gli strumenti del martirio di Cristo. In alto, appare il monumento all’umanità, caratterizzato da due mani, simboli di speranza, con una colomba bianca che vola, simbolo di libertà. Tutta l’opera è permeata dalla promessa di una nuova umanità liberata dalla violenza. La speranza cristiana è stata la molla che ha avvicinato l’artista al tema della pace, dopo aver constatato la negazione dei diritti umani e dell’uomo disumanizzato. Le opere di Guadagnuolo sono un invito a riflettere sulla fratellanza e sulla misericordia, per scacciare gli orrori della guerra e avviarci verso una serena convivenza.


nettuno
Cielo e poesia
(Eliana Rossi) - Il 6 aprile, nel giorno del centenario del primo volo del Flyer dei fratelli Wright, si è tenuta a Nettuno la manifestazione aereoletteraria “Il mio Cielo”, presso l’Aviosuperficie Arma.
“L’arte del volo, come la poesia, è un insieme di emozioni del cuore e dell’animo, che mettono in comunicazione gli uomini che hanno cuore ed animo. E scrivere racconti con le proprie emozioni di volo, è come lanciare messaggi d’amore verso gli altri, con cui desideriamo condividere la gioia che proviamo lassù, quando ci innamoriamo delle nubi e del cielo. Sul parapendio, sul deltaplano, sull’ultraleggero o con il paracadute, tutti rinnoviamo ogni volta questo innamoramento, ritrovando ad ogni occasione la nostra dimensione nel fluido azzurro. Ed oggi, abbiamo una ulteriore opportunità di condividere la nostra passione, riuniti qui, all’Arma, per celebrare, e lo possiamo ben dire, coloro che hanno inviato i racconti delle emozioni provate in volo e che hanno voluto metterle in parola per farne partecipi anche chi non può o non vuole volare in senso fisico. Volerà oggi, con noi, con le ali della fantasia, in questo nostro raduno di appassionati, per organizzare il quale, abbiamo avuto l’aiuto di tante persone carissime.”
Con queste parole Maria Clara Mussa, giornalista e pilota, ha aperto la manifestazione aereoletteraria a Nettuno, alla presenza di numerosi piloti sportivi provenienti da varie località. L’occasione è stata offerta dalla presentazione del libro “Il mio Cielo”, pubblicato dall’editrice La Mandragora, con il patrocinio dell’Aereo Club d’Italia, una sorta di racconti inediti di autori appassionati di volo, convenuti all’Arma, accolti calorosamente da Adriano Marchetto, pilota e proprietario dell’Aviosuperficie.
Alcuni partecipanti alla raccolta hanno ricevuto, altresì, una menzione di merito dalla Giuria che ha premiato i loro lavori per l’originalità, nonché per la particolare emozione emanata dalle parole degli stessi.
Barbara Scarso, Dimitri Bella, Roberto Guidorzi, Luigi Franceschetti, Valerio de Felice, chiamati sul podio dall’ideatore del premio letterario “Il mio Cielo”, Gianfabio Scaramucci, hanno ricevuto targhe, medaglie, libri sull’aeronautica in Italia, dalle mani dell’editore Pelliconi, dal direttore di Aviazione Sportiva Rodolfo Biancorosso e dal direttore di Flytime, Fabrizio Meloni. Tra gli invitati alla manifestazione non poteva mancare la prima comandante di aerei di linea in Italia, Fiorenza De Bernardi, signora non più giovanissima, ma ancora grande appassionata di aerei.
Nel corso della manifestazione, nel cielo di Nettuno si è esibita una piccola formazione di tre ultraleggeri che, dopo un passaggio sulla pista a salutare i convenuti, all’atterraggio ha consegnato il messaggio dal cielo recante i nomi dei premiati. L’evento è stato apprezzato, altresì, dal colonnello Tiziano Macor, direttore del poligono di tiro, il quale ha sottolineato l’insolito, quanto fortunato, connubio di arte e poesia con la passione del volo.
E l’amore per il cielo, per il suo spazio incontaminato, per la libertà che si prova nel librarsi in alto, hanno fatto scaturire racconti che, durante la loro lettura, sono riusciti ad emozionare, perfino, i veterani del volo.
 I NOSTRI PAESI - pagina 8

Sommario anno XII numero 5 - maggio 2003