monte
compatri
Sulle
Biblioteche
(La redazione) - Il 26 settembre, il Consigliere Delegato
alla Cultura Claudio Lavagnini ed il Sindaco Franco Monti hanno
presenziato la manifestazione di inaugurazione della Biblioteca Comunale
presso la sua sede nel Palazzo Annibaldeschi. Davanti ad un folto e
attento pubblico, sono intervenuti, oltre al Sindaco e al Delegato alla
Cultura, Pino Valicenti, Presidente del Consorzio Sistema Bibliotecario
dei Castelli Romani di cui la nuova biblioteca fa parte insieme ad altre
15 di altrettanti paesi dei Castelli Romani, Diego Cesaroni, Direttore del
Consorzio, Bruno Astorre, Consigliere regionale, ed il nostro Direttore di
Redazione, Armando Guidoni.
La Biblioteca è già operativa ed è gestita da Valentina Rovacchi e Rosa
Maria Cascella. Alla fine degli interventi, un invitante rinfresco ha dato
lo spunto per lo scambio di informazioni e di impressioni fra i convenuti.
Riportiamo l’intervento del nostro amico e collega Armando Guidoni.
(Armando Guidoni) - Anticamente, la parola sentimento aveva
un significato differente da quello odierno. Per Leonardo da Vinci i
muscoli ricevevano il sentimento dai nervi. Leopardi, all’inizio
dell’Ottocento, definiva sentimenti principali la facoltà del vedere e
dell’udire. Erano quindi considerati sentimenti quelli che noi definiamo
sensi ossia la capacità di percepire sensazioni fisiche. Successivamente,
nel corso della storia dell’uomo, il sentimento divenne anche la
capacità di intendere, la capacità di comprendere i ragionamenti degli
altri uomini attraverso segni o simboli. Oggi, con questa parola si
trasmettono significati con sfumature diverse. Il sentire non è più
solamente una percezione fisica, ma è un processo interno che esprime
anche uno stato d’animo, un’emozione. Chiamiamo, quindi, sentimenti:
l’amore, la tristezza, l’ira, l’amicizia, la nostalgia… Questi
processi interni sono poi da noi manifestati, attraverso azioni verso
l’esterno, con un’ulteriore serie di processi, che chiamiamo
comunicazione, rivolti all’ambiente ma, in particolare, agli altri
uomini. La comunicazione, infatti, indica l’azione di mettere in comune,
rendere comune un oggetto, ma anche un pensiero, un’idea che viene
trasmessa, diffusa, attraverso gestualità, segni convenzionali o simboli,
con la voce o con la parola scritta, usando l’immensa capacità della
mente la quale, con il pensiero, può abbracciare e contenere
l’immensità stessa dell’esistenza e dell’universo. A tal fine
l’uomo, che tenta continuamente di governare se stesso e il mondo che lo
circonda, ha prodotto anche la propria capacità di scrivere (cioè di
“tracciare segni con lo stilo”, penna appuntita che si usava o con
l’inchiostro o per graffiare la cera spalmata sulle tavolette).
La scrittura dell’uomo ha prodotto, nel corso della sua storia, una
quantità innumerevole di libri il cui contenuto è stato raccolto da
altri uomini mediante la lettura dei segni della scrittura e la loro
comprensione. La comunicazione dell’idea o del pensiero originario
avviene, infatti, solo se l’informazione, di qualunque tipo, è
interpretata e compresa “non fa scienza, sanza lo ritenere avere
inteso” (Dante ).
L’azione del leggere, da sempre, è stata legata alla cultura in senso
classico, cioè la cultura del libro, che ha avuto il merito di funzionare
da tramite per il trasferimento della cultura stessa. E qui siamo giunti
al punto in questione: il libro e le biblioteche. L’importanza dei libri
nella storia dell’uomo è testimoniata dalla nascita delle biblioteche,
raccolte di libri o manoscritti allo scopo di conservarli e di facilitarne
la consultazione e lo studio. Il fine era, certamente, quello di
trasmettere alle generazioni successive il complesso di conoscenze, saperi
e tradizioni che ogni popolo ritiene fondamentali. Infatti, nella
mentalità corrente, una persona si considera colta se nel corso della
propria vita ha letto tanti libri trasferendo dentro di sé quanto altri
vi avevano depositato.
Nell’ultimo numero di Controluce, il nostro amico e collaboratore Renato
Vernini ha pubblicato una sua elaborazione riguardante la Biblioteca di
Filosofia Italiana che ha sede anch’essa in questo palazzo (al piano
superiore). L’articolazione del pezzo era organizzata su linee generali
e partiva da questa domanda: «È ancora valida questa definizione?: “La
biblioteca è il posto nel quale si conservano i libri e si mettono gli
stessi a disposizione dei lettori”. Ritengo sostanzialmente di no. -
risponde Renato alla sua domanda - I motivi sono molti e si riconducono
alla diversa organizzazione del sapere, alle mutate condizioni sociali
almeno nel mondo occidentale ed all’avvento di internet». Certamente,
se si parte da una domanda di per sé riduttiva non si può che giungere
ad una conclusione anch’essa riduttiva!
È vero, come dice Renato, che «Molte biblioteche ancora oggi conservano
manoscritti, incunaboli, stampe rare e preziose» e che « Questa ultima
funzione delle biblioteche è senz’altro rimasta inalterata». Ed è
vero anche che «È sparita l’utilità di conservare in biblioteca una
serie di altri documenti. Pensiamo alle raccolte legislative, ai repertori
di qualsiasi materia, alle enciclopedie, agli annuari, agli
almanacchi…». Il mondo dell’informazione, infatti, utilizza sempre
più spesso, nel lavoro quotidiano, computer e strumenti informatici. Per
la ricerca su raccolte, enciclopedie, annuari, ecc. è allora molto più
rapido e sicuro usare testi conservati su supporti magnetici o ottici in
formato elettronico, facilmente aggiornabili e trasportabili, sui quali si
possono fare ricerche veloci di termini, o analisi lessicologiche e
statistiche. Non solo. Il mondo della telematica ha aperto nuovi orizzonti
allo scambio di informazione a livello globale. A grandi distanze si
possono raccogliere documenti o interi libri e riprodurli sui nostri
supporti. Ma fra libri rari, manoscritti, incunaboli, da un lato, e
raccolte legislative, repertori, enciclopedie, dall’altro, c’è anche
il buon vecchio libro su carta. Non
è vero che il libro sia superato, che si tratti di una specie in via di
estinzione. È certamente vero che negli ultimi anni, in tutto il mondo,
è iniziato un lavoro di trasferimento su supporto informatico di testi ed
opere che costituiscono parte essenziale del patrimonio culturale
dell’umanità, ma ciò non sta a significare che questo lavoro tende
alla sostituzione dei libri, bensì al loro sostegno. Nella maggior parte
dei casi, infatti, il testo elettronico non può sostituire il libro. Chi
penserebbe seriamente di leggere la Divina Commedia o I Miserabili davanti
al monitor del proprio computer? Si può dire, però, che colui che sta
leggendo un libro, e vuole affiancare alla sua lettura una serie di altre
operazioni e indagini sul testo, troverà prezioso l’ausilio del testo
elettronico. Neanche pensare, inoltre, di dover passare ore ed ore a
stampare faticosamente sulla propria deskjet, consumando carta e costose
cartucce di inchiostro e ottenendo un prodotto di scomodo formato e di
scarsa qualità, un libro che potrebbe trovare nella vicina e amica
Biblioteca Comunale, un luogo aperto a tutti coloro che vogliono conoscere
o approfondire i temi della cultura.
Una moderna biblioteca decentrata, e questa biblioteca comunale così si
può considerare, ha una specifica funzione di offrire ai cittadini, e ai
ragazzi in particolare, un punto di lettura e di prestito specializzato.
Non è indispensabile che nel suo interno ci sia catalogato un numero
elevatissimo di opere, sia perché esiste il collegamento con le altre
biblioteche del Consorzio (con la disponibilità di circa 280.000 volumi),
sia perché un sistema bibliotecario comunale oggigiorno può raggiungere
egualmente livelli eccelsi di efficienza se riesce a svolgere funzioni
culturali integrative. Ad esempio, potrebbe assumersi anche il compito di
organizzare progetti di promozione alla lettura specifici per gli alunni
delle medie inferiori, elementari e anche per quelli delle scuole materne,
al fine di favorire la crescita della lettura di base. Grazie a queste
iniziative, il pubblico dei giovani lettori avrebbe modo di conoscere da
vicino alcuni (non è importante il numero) tra i più importanti
scrittori italiani.
E ancora, la biblioteca comunale potrebbe valorizzare le proprie
collezioni con idonei strumenti di diffusione e con la promozione di
adeguate manifestazioni pubbliche.
In ultima analisi, insomma, la biblioteca comunale potrebbe diventare un
polo di aggregazione culturale.
ciampino
Mostra
personale di Omar Galliani
(Gloria D’Alesio) - Finalmente a Roma dopo alcuni anni di
assenza, Omar Galliani, affermato artista del panorama artistico nazionale
e internazionale,
presenta presso la d’AC, Galleria Comunale d’Arte Contemporanea,
in v.le del Lavoro 53, una mostra personale che segna la riapertura
della stagione espositiva 2003/2004.
L’artista, elegante e sofisticato, ha realizzato per questa occasione
nove grandi disegni su tavola (2 m X 3 m).
Le opere compongono un ciclo completo nel quale l’artista propone una
suggestiva ipotesi riguardo alla nascita della vita sulla terra che
sarebbe da attribuire allo scontro casuale tra
una stella e il
pianeta.
Il titolo infatti Desiderata dal latino de-sidera, dalle stelle, appunto,
è un sottile gioco di parole che si aggiunge alla poesia e al fascino
contenuto nelle opere.
Omar Galliani espone, inoltre, una serie inedita di disegni che la d’AC
ospiterà in una nuova area espositiva per l’occasione messa a
disposizione dal Comune di Ciampino.
La mostra si svolgerà dal dal 19 Ottobre al 27 Novembre ed è a cura
della prof.ssa Tiziana D’Acchille, Direzione della prof.ssa Licinia
Mirabelli.
Catalogo in galleria. Ingresso libero.
genazzano
Memorie
di un moderno cantastorie
(Cristina Stillitano) - La settima edizione di Stradarolo,
festival internazionale di arte su strada, si apre con lo spettacolo di
Ascanio Celestini. “Fabbrica” è la storia di 50 anni di vita operaia,
un carosello spassoso di figure epiche e popolari, la voce di un’Italia
semplice e forte che non è abituata a parlare e, soprattutto, ad essere
ascoltata. Fabbrica è il luogo mitico delle tre età dei giganti, degli
aristocratici e dei deformi. Un tempo gli operai erano colossi alti 20
metri fatti di acciaio, ferro e ghisa. Poi vennero gli specializzati, che
sapevano fare un “capolavoro”: anarchici, socialisti, erano così
indispensabili alla produzione, che neppure il fascismo poteva
licenziarli. Oggi restano gli storpi, quelli che - assieme all’anima -
hanno lasciato anche un braccio o una gamba. Gli intoccabili, con
“l’assunzione di ferro”, sono i reduci di una fabbrica che non ha
più bisogno di operai.
La vicenda di Fausto, capoforno, e della sua famiglia, si snoda misera e
allegra attraverso lotte e trasformazioni, dagli scioperi giolittiani alla
dominazione fascista, alle contestazioni contro l’adesione italiana alla
Nato nel secondo dopoguerra. Gli amori si intrecciano alle tragedie, la
vita si perpetua beffarda e solenne, a legare vivi e morti in un unico
destino di segreti e silenzi.
Celestini ci racconta, dopo lo spettacolo, di aver girato a lungo
l’Italia a raccogliere e registrare le testimonianze di operai e
minatori (Piaggio di Pontedera, miniere del Monte Amiata, cave di
Santarcangelo e altri). E’ necessario, ci spiega con passione, per
niente stanco dopo averci incantato per un’ora e mezza con le storie
serrate dei suoi personaggi, che qualcuno raccolga la memoria.
La memoria è tutto. E’ la forza che rende comprensibili le nostre
esperienze e ci consente di non ripetere gli stessi errori. La memoria
rende coscienti e uniti. La memoria aiuta anche a non sentire la
solitudine. Oggi sono gli operai a cercarlo per affidargli frammenti di
ricordi, paure, esistenze. Lui li accoglie e ricompone, ne fa racconto
umano ironico e coraggioso.
La storia quotidiana, isolata e sconosciuta, acquista finalmente un senso
e una voce.
rocca
priora
Laurea
È con sommo piacere che abbiamo appreso della brillante laurea in
tecniche di radiologia medica, immagine e radioterapia del cittadino
rocchigiano Franco Ruggeri, 46 anni, già dipendente dell’ospedale s.
Giovanni Addolorata di Roma.
La laurea è stata conseguita presso l’Università La Sapienza di Roma,
alla facoltà di medicina e chirurgia con 110 e lode. A Franco tanti
affettuosi auguri dalla Redazione e da tutti i suoi concittadini.
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