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Sommario anno XII numero 11 - novembre 2003

 LA NOSTRA SOCIETÀ

Le “sartine” delle Sorelle Fontana ricordano
(Silvia Cutuli) - Sono da poco iniziati i ’60, un esercito di giovani e giovanissime ragazze varcano la soglia dello stabilimento delle Sorelle Fontana sulla via Nettunense a Cecchina. Sono circa trecento, promosse “sartine” dopo aver fatto pratica con ago e spillo, durante sei mesi di corso di formazione professionale. Alle prese con la grande avventura della loro vita, condivideranno quella di tre ambiziose sorelle nella moda italiana. Zoe, Giovanna e Micol Fontana, lasciano la sartoria materna di Traversetolo (Parma) approdando a Roma negli anni ’40.
Dalla casa-laboratorio di Via Emilia, con la portiera come prima p.r., grazie alla loro abilità, conquisteranno un posto nel quadrilatero della moda che, da Via Condotti a Via Veneto, era la culla della “dolce vita” e delle boutique. Nell’atelier di Piazza di Spagna terranno a battesimo le creazioni di Alta Moda: “nei salottini di prova come in un confessionale, si cercava di entrare in sintonia con la cliente, per tirarne fuori il meglio. Sempre consigliando, senza imporre. La moda è la “copertina” della persona, il suo “involucro” ci insegna la signora Micol.
Consacrate dal nascente made in Italy con le sfilate della Sala Bianca di Firenze, avranno l’emozione ed il privilegio di vestire clienti preziose: da Linda Christian per le nozze con Tyron Power, a Audrey Hepburn ed Ava Gardner. Arriva nel 1966 il momento di fare il grande salto: una piccola industria del pret-à-porter. Nasce così la prima fabbrica per realizzare capi industriali da spedire negli Usa, in Australia, oltre che nelle boutique italiane. Saranno le giovani sartine di Cecchina, sotto la guida della signora Giovanna, la tecnica di laboratorio, a realizzare le collezioni che Micol porterà a New York nell’avviato show room del Plaza Hotel, come nel resto del mondo.
Mamme, zie e vicine di casa conservano ancora oggi il ricordo di quel primo lavoro, ne parlano come di una fabbrica di “sogni”: “l’Alta Moda era a Roma, ma anche nello stabilimento di Cecchina si confezionavano abiti da sera, lunghi, con preziosi ricami” raccontano, immerse nel ricordo ed ancora emozionate, nel ripensare ai personaggi famosi che resero omaggio al loro lavoro. Un sogno che durò ben poco per le trecento ragazze. Nel 1972 lo stabilimento interruppe la produzione per motivi legati alla contestazione del ’68, che provocò l’accumularsi di ritardi nelle consegne. Per le tre Sorelle, il sogno si era già realizzato: uno stile inconfondibile, elegante, sobrio che come una nuvola ha passato le frontiere, facendo di tutto il mondo paese.

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Sommario anno XII numero 11 - novembre 2003