Le “sartine”
delle Sorelle Fontana ricordano
(Silvia Cutuli) - Sono da poco iniziati i ’60, un esercito
di giovani e giovanissime ragazze varcano la soglia dello stabilimento
delle Sorelle Fontana sulla via Nettunense a Cecchina. Sono circa
trecento, promosse “sartine” dopo aver fatto pratica con ago e spillo,
durante sei mesi di corso di formazione professionale. Alle prese con la
grande avventura della loro vita, condivideranno quella di tre ambiziose
sorelle nella moda italiana. Zoe, Giovanna e Micol Fontana, lasciano la
sartoria materna di Traversetolo (Parma) approdando a Roma negli anni ’40.
Dalla casa-laboratorio di Via Emilia, con la portiera come prima p.r.,
grazie alla loro abilità, conquisteranno un posto nel quadrilatero della
moda che, da Via Condotti a Via Veneto, era la culla della “dolce vita” e
delle boutique. Nell’atelier di Piazza di Spagna terranno a battesimo le
creazioni di Alta Moda: “nei salottini di prova come in un confessionale,
si cercava di entrare in sintonia con la cliente, per tirarne fuori il
meglio. Sempre consigliando, senza imporre. La moda è la “copertina” della
persona, il suo “involucro” ci insegna la signora Micol.
Consacrate dal nascente made in Italy con le sfilate della Sala Bianca di
Firenze, avranno l’emozione ed il privilegio di vestire clienti preziose:
da Linda Christian per le nozze con Tyron Power, a Audrey Hepburn ed Ava
Gardner. Arriva nel 1966 il momento di fare il grande salto: una piccola
industria del pret-à-porter. Nasce così la prima fabbrica per realizzare
capi industriali da spedire negli Usa, in Australia, oltre che nelle
boutique italiane. Saranno le giovani sartine di Cecchina, sotto la guida
della signora Giovanna, la tecnica di laboratorio, a realizzare le
collezioni che Micol porterà a New York nell’avviato show room del Plaza
Hotel, come nel resto del mondo.
Mamme, zie e vicine di casa conservano ancora oggi il ricordo di quel
primo lavoro, ne parlano come di una fabbrica di “sogni”: “l’Alta Moda era
a Roma, ma anche nello stabilimento di Cecchina si confezionavano abiti da
sera, lunghi, con preziosi ricami” raccontano, immerse nel ricordo ed
ancora emozionate, nel ripensare ai personaggi famosi che resero omaggio
al loro lavoro. Un sogno che durò ben poco per le trecento ragazze. Nel
1972 lo stabilimento interruppe la produzione per motivi legati alla
contestazione del ’68, che provocò l’accumularsi di ritardi nelle
consegne. Per le tre Sorelle, il sogno si era già realizzato: uno stile
inconfondibile, elegante, sobrio che come una nuvola ha passato le
frontiere, facendo di tutto il mondo paese. |