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Sommario anno XIII numero 1 - gennaio 2004

 I NOSTRI PAESI - pagina 3

grottaferrata
S. Nilo e i suoi tempi - L’incontro delle culture nel mondo dell’anno mille
(Claudio Comandini)
1. Il monaco e l’imperatore

A S. Maria all’Abbazia di S.Nilo a Grottaferrata, nella cappella Farnese, un affresco del Domenichino ricorda l’incontro dell’eremita Nilo (ca. 910–1004) con l’imperatore dell’anno Mille, il tedesco Ottone III (980-1002). Siamo a Serperi, la fortezza di Gaeta sui colli, un esercito è fermo, alta una bandiera con l’aquila a due teste occupa lo spazio centrale della scena. Il pittore si è ritratto fra i soldati, vicino al centro: con una larga camicia verde, in una mano degli attrezzi, un braccio appoggiato al destriero dell’imperatore, il viso rivolto all’evento che si svolge: un giovane barbuto reclina il capo incoronato verso un anziano monaco, che indossa una tunica più azzurra del cielo, su cui si eleva una croce dorata. Dalla parte opposta, uno stalliere scalzo tenta di domare un cavallo bianco, guardato con timore da una giovane donna. Il quadro offre una situazione piuttosto composita, come a significare che l’abbraccio di S. Nilo e Ottone III appartiene ad un lungo cammino, carico di tensioni interne, che attraversa epoche e civiltà diverse. Mentre una guerra è in corso a Roma, un anziano asceta greco con fama di taumaturgo si abbraccia con il giovane imperatore tedesco che voleva Roma capitale: la scena suscita stupore, come nel viso del soldato che poggia la mano sulla spalla del pittore.
Ci sono due dettagli dell’affresco la cui messa a fuoco può fornirci la definizione di alcuni contesti. Il primo riguarda l’araldica: l’aquila a due teste nera su sfondo rosso rappresenta, nel periodo di cui l’affresco intende offrire testimonianza, lo stemma dell’Impero Bizantino, l’Impero Romano d’Oriente, cristiano già dalla fondazione operata da Costantino nel 313, mentre il Sacro Romano Impero, che recupera l’occidente cristiano all’impero romano, prima nell’800 con il re franco Carlo Magno e poi nel 966 con il re sassone Ottone I, ha come stemma l’aquila ad una sola testa, comunque nera su sfondo rosso; su un altro livello, il refuso ci ricorda che l’aspetto decisivo sia di Ottone, figlio di un’imperatrice bizantina, sia di Nilo, monaco basiliano, è quello orientale: ambedue sono una eredità di Bisanzio, quasi un suo dono al mondo latino. Il secondo dettaglio riguarda l’atto con cui l’imperatore abbraccia il monaco, con un attestato d’unione fra il potere dell’impero e la potenza della fede, unione che proprio con Ottone tocca il suo apice, pur conoscendo la rovina. Ora, quello che è ritratto è l’attimo sospeso sul bacio, sua condizione, ma non la sua realizzazione: esistono, per quanto siano recriminabili, baci che non sono mai stati dati, desideri non espressi e promesse non realizzate: il fallimento della renovatio romanorum di Ottone in qualche modo testimonia che il suo bacio portava la promessa di un’incontro fra culture che probabilmente non seppe avvenire nelle condizioni in cui si era posto. Incontro che rimane sospeso nel possibile, realizzabile così come lo sono tutti gli atti mancati che continuano ad esercitare un’ispirazione: lo stesso Domenichino, ne ha dato una traccia nel segno del suo stile eclettico e pronunciato in un’epoca che è altrettanto lontana da noi quanto lui lo era dall’episodio dipinto.
Ora, il tempo del medioevo non è scandito dal calcolo dei secondi, ma dai rintocchi dei campanili, che diffondono anche le notizie d’interesse politico e collettivo, come le nozze dell’erede al trono e l’invasione di una popolazione straniera. Gerberto d’Aurillac, pontefice nell’anno Mille come Silvestro II, che in Spagna studia presso arabi ed ebrei, è anche il progettista di un orologio ad acqua, in cui il calcolo algebrico non è funzionale ad una costruzione di ingranaggi meccanici ma alla presenza di un flusso già dato; così gli eventi si svolgono seguendo scansioni lente, continuità millenarie, che coinvolgono come correnti che s’incontrano o si ignorano differenti gruppi di civiltà.
Non è agevole ricostruire fasi e articolazioni dei rapporti che Bisanzio, Roma, l’Europa e l’Islam intrattengono intorno all’anno Mille: ognuna delle diverse storie, così come ci sono state trasmesse, sembra volere escludere l’altra. Ogni storia ha preteso la sua assolutezza ideologica e si è costruita nell’esclusione intenzionale sia delle altre storie, sia di quanto della propria storia si nascondeva, stabilendo le condizioni di realtà che giustificassero la propria teoria: ogni cultura guarda alla sua storia attraverso una lente, comunque deformandola.
Verificare le condizioni di realtà e interrogare le teorie, è in qualche modo “pulire le lenti”, provandole in diverse prospettive, tenendo presente eventi e durate, con tutte le esigenze di completezza e le inevitabili parzialità che si dovrà sopportare. Gli storici possono mettere a fuoco ciò che accade in modi diversi fra loro, senza contraddirsi reciprocamente. Gregorovius osserva che la Chiesa di Roma costruisce la sua fortuna sulle rovine dell’Impero Romano, proprio con il concorso dei popoli del nord che ne avevano determinato la caduta. Ostrogosky ricorda che il Sacro Romano Impero si forma a spese dell’universalismo statale bizantino, così come il patriarcato di Costantinopoli trova la sua indipendenza a spese dell’universalismo cattolico. Pirenne consiglia di mantenere sempre l’attenzione sul ruolo centrale che Costantinopoli svolge nelle dinamiche storiche di lungo periodo, e di non sottovalutare l’importante stimolo fornito dall’espansione del mondo arabo sullo sviluppo dell’occidente europeo: “senza Maometto, Carlo Magno sarebbe stato inconcepibile”.
A maggior ragione, senza l’azione combinata dei diversi fattori storici non sarebbe stata concepibile la vicenda di S. Nilo, che seppur si muova in riferimento all’esclusivo luogo interiore della fede, non può prescindere dall’influenza dei suoi tempi. Anche la stessa fede è, nelle sue manifestazioni concrete, un fenomeno storicamente condizionato, cui strumenti e credenze hanno un inizio ed una fine, prende forma e lascia tracce in luoghi concreti e fisici, come l’ultima grande Abbazia che S. Nilo fonda a Grottaferrata, e tutte le altre che segnano il suo cammino. In ogni luogo inoltre accade che le cosidette “storie locali” si risolvono in ultima analisi come il momento in cui si rende evidente l’azione di una cosiddetta “storia universale”, dove interagiscono diversi processi, a volte lontani fra loro, a volte nascosti, che acquisiscono concretezza in localizzazioni specifiche. La storia non è scritta solo sui libri, e le tracce che lascia nei luoghi dove viviamo sono le più influenti, quanto le più difficili da cogliere.

2. Uomini ed eventi al tempo della nascita di S. Nilo
Intorno al 910 nell’attuale Germania, i territori orientali dell’impero carolingio, con la morte dell’imperatore Ludovico il Fanciullo, figlio di Arnolfo di Carinzia, viene ad estinguersi la dinastia carolingia. Diviene re il duca di Franconia Corrado I, che continua le lotte contro i feudatari ribelli e le tribù turco-mongole degli Ungari, che verranno poi sconfitti dal suo successore Enrico I l’Uccellatore, fondatore della dinastia di Sassonia, sostenitore del clero cristiano. Il territorio dei Sassoni, fuori dai confini dell’impero romano, era stato conquistato e forzatamente cristianizzato da Carlo Magno, introducendo ampli privilegi per i convertiti.
Intorno al 910 in Provenza Berta di Lotaringia, figlia del carolingio Lotario II e della sua concubina Gualdraga, ha sposato Teobaldo di Arles, da cui è nato Ugo di Provenza; rimasta vedova, sposa Adalberto II di Toscana, da cui nasce Guido da Toscana; suo rivale è Berengario I duca del Friuli, che nel 905 diventa Re d’Italia dopo la sconfitta dell’imperatore Ludovico III il cieco, protetto di Berta, e nel 915 è incoronato imperatore da papa Giovanni X, ed alla è fine vinto da Rodolfo II di Borgogna. Figli di Berta, e mariti della senatrice romana Marozia, sono Guido, avversario di Giovanni X, e Ugo, consigliere di Ludovico III, che diviene Re d’Italia sconfiggendo Rodolfo II, ed è pretendente imperiale.
Il Re di Francia Carlo il Semplice, nipote di Carlo il Calvo, nella sua politica di unificazione della zona occidentale dell’ex impero carolingio, offre a Rollone, re dei Normanni, inizialmente chiamati Vichingi, popolazione nomade e guerriera della Scandinavia, un territorio sotto il corso inferiore della Senna, che verrà chiamato Normandia.
I Normanni sono stati convertiti al cristianesimo da Anastasio III, immediato successore dell’autoritario pontefice Sergio III.
In Borgogna presso Cluny viene fondato da Guglielmo il pio duca d’Aquitana un monastero, affidato alle cure di S. Bernone, da cui partirà un movimento che coinvolgerà l’ordine benedettino in una vasta opera di riforma, con cui tende a sottrarre i monasteri dal controllo politico e dallo sfruttamento finanziario dei sovrani, predicando l’amore fraterno, il disprezzo della proprietà personale, e il culto liturgico.  (continua)

frascati-grottaferrata-monte porzio catone

Consistenti finanziamenti dalla Provincia
(Massimo Silvi) - La Provincia di Roma con grande tempismo ha approvato il Bilancio Preventivo 2004, durante il Consiglio Provinciale dello scorso 23 dicembre. Viabilità, edilizia scolastica, impianti sportivi e nuovi parcheggi sono alcuni dei “doni” che Frascati, Grottaferrata e Monte Porzio Catone hanno trovato sotto l’albero, grazie anche all’approvazione del Piano Triennale delle Opere Pubbliche.

Nel dettaglio, per Frascati gli interventi riguarderanno gli istituti scolastici “Buonarroti”, “E. Fermi”, “Maffeo Pantaloni” con l’abbattimento delle barriere architettoniche e la ristrutturazione dei locali. Ingenti anche le somme stanziate per la viabilità dalla Provincia di Roma e destinate ai lavori di pavimentazione, illuminazione, riattivazione dei presidi idrici, costruzione di marciapiedi e rotatorie secondo la nuova normativa europea. Tra le strade interessate via Tuscolana, la Frascati-Colonna e via dei Salé; al centro di una serie di interventi sulla pavimentazione anche le vie periferiche di Cisternole, Colle Mattia e Don Bosco. Di notevole importanza inoltre i finanziamenti destinati alla realizzazione di un nuovo parcheggio nella zona di Tor Vergata, quelli per il completamento del restauro del Parco dell’Ombrellino e per la ristrutturazione di Villa Torlonia.
Per il comune di Grottaferrata sono stati individuati fondi per la ristrutturazione delle aule del Liceo scientifico “Touschek” e per la progettazione di un nuovo edificio scolastico. Lavori di pavimentazione e illuminazione riguarderanno via Anagnina, via Maremmana e alcune strade periferiche come via Vecchia Velletri.

marino-ciampino

Corsi teorico-pratici
(Daniela Scaramella) - L’IstitutoStatale d’Arte P. Mercuri di Marino-Ciampino, in considerazione del notevole successo e della partecipazione ai corsi pomeridiani dei progetti: Restauro ligneo, Restauro ceramica, Percorso nelle ceramiche antiche: il raku, Stampa su tessuto,attivati nell’anno scolastico 2002-2003, propone per l’anno scolastico 2003-2004 i corsi pomeridiani dei seguenti progetti:

Espressione nella pittura
(corso di pittura a olio su tela)                                        sede Marino
Percorso nelle antiche ceramiche: il bucchero degli Etruschi
(corso di restauro ceramico e produzione del bucchero)    sede Ciampino                                                                              
Restauro ligneo
(restauro di manufatti antichi in legno)                             sede Marino
Stampa su tessuto
(tecnica di stampa serigrafica su tessuto)                       sede Ciampino
Stucchi e decorazione
(modanatura e produzione di stucchi artistici)                  sede Marino
Ciascun corso prevede un contributo di € 20,00+8,10.
Sedi:  Marino - C.soVittoria Colonna n° 53 e Ciampino - Via Romana n°  11/13
Per informazioni rivolgersi ai seguenti numeri :
Tel. n° 9387142 – Fax n° 9367070 e  chiedere della prof.ssa D’Orazio.

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