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Sommario anno XIII numero 3 - marzo 2004

 ARTE

Caravaggio impossibile
(Cristina Stillitano) - La tecnologia al servizio dell’arte. Tra i tanti usi ed abusi delle nostre raffinate possibilità tecniche c’è anche - Amore vittoriosofinalmente - David e Goliathla riproduzione e diffusione della cultura. La mostra sul Caravaggio allestita a Castel S. Angelo fino al 15 febbraio con la collaborazione della Regione Campania e della Rai, oltre che del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Romano, realizza l’impossibile raccolta, senza precedenti, di 54 opere del grande maestro, riprodotte digitalmente su pellicole a stampa laser illuminate e delle stesse dimensioni dei dipinti originali.
Mostra impossibile, appunto, come è stata significativamente sottotitolata dagli stessi organizzatori, date le estreme difficoltà tecniche, i costi e i rischi che il prestito e l’esposizione di un così alto numero di opere d’arte comporterebbe, considerato, in aggiunta, che sono sparse in numerosi musei del mondo. Facilmente trasportabile e ricostituibile, invece, la mostra virtuale inaugura l’era del “museo di massa”, accessibile a larghe fasce di popolazione, con costi ridotti e qualità elevata. Si avverte, a volte, la mancanza della tela, con la sua autorevole e misteriosa consistenza, la pesante cornice, l’allarme fastidioso a rammentarci del valore inestimabile di ciò che stiamo osservando. Ma è la perplessità di un istante, facilmente dileguata dalla drammatica intensità delle immagini offerte in silenzio ai nostri occhi. Anzi, l’allestimento così sobrio ed essenziale esalta, per contrasto, la ricchezza perfetta di ogni scena. Colpisce, su tutto, quel “lume unito che venghi d’alto”, il fascio di luce che cade a piombo a dar rilievo e vita e significato ad un volto o ad un particolare. Lo si segue con la sottomissione inquieta e commossa di chi assiste ad un miracolo, un’indicazione, un monito divino. Il resto è cupa perfezione di gesti e di tratti, oscuro contrasto, vivida, violenta, veemente ansia di aderire alla realtà nuda e cruda. Caravaggio riesce a trasformare, a sublimare la turbolenza riottosa e piena di eccessi della sua breve vita in miracolosa perfezione di espressione artistica. Ed è rivoluzione, nuovo modo di osservare e rappresentare la natura, fedele fino alla crudezza recondita di ogni meandro, eppure così intimo e personale, classico e mistico, denso di solenni, vigorose, inquietanti suggestioni. Le luci e le ombre che investono i personaggi e ne decretano la sorte, col dare e togliere visibilità, accendendo un volto, esaltando una forma, oscurando, sprofondando nel buio tutto il resto, hanno l’incanto prepotente di un tocco divino.
E la bellezza appare così come deve essere, fragile visione di un sguardo capace di coglierla ed amarla.

 ARTE

Sommario anno XIII numero 3 - marzo 2004