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Sommario anno XIII numero 8 - agosto 2004

 FILOSOFIA DELLA MENTE

Connessionismo - 2    (di Silvia Coletti)
In Filosofia della biologia

Un tipo di conoscenza non preposizionale, basata su reti neurali è il connessionismo che propone un modello alternativo del cervello e della mente, di tipo non computazionale, cioè non basato sull’esistenza di una macchina universale di Turing. Nei cervelli reali esistono circuiti o reti nervose costituite da neuroni che si eccitano e che comunicano la loro eccitazione ad altri neuroni attraverso le sinapsi che pongono in contatto neurone con neurone: l’eccitazione di uno o più neuroni può comportare l’attivazione di un intero circuito o rete cosicché un insieme di neuroni si trova in uno stato di attivazione rispetto ai neuroni circostanti. Il connessionismo implica quindi che  esistano reti neurali e che le caratteristiche della loro attivazione coincidano con una descrizione di ciò che porta a un’attivazione dei loro neuroni: ad esempio, in una classica rete di tipo connessionista un neurone si eccita se la somma ponderata dei suoi input supera la soglia. Il connessionismo si propone però di provare l’esistenza di più complesse relazioni globali tra neuroni. Ad esempio: un neurone x si attiva se tutte le relazioni di un particolare tipo intrattenute dai neuroni di una popolazione cui appartiene pure x sono anche intrattenute dai neuroni di una popolazione associata alla prima. Secondo il connessionismo, la conoscenza non è quindi localizzabile in specifiche strutture simboliche o in proposizioni del programma, ma è distribuita nella rete, dipende da pattern, cioè insiemi, configurazioni di attivazione diffusi. Il connessionismo guarda ad una mente di tipo solistico basata su configurazioni di attivazione delle reti.
In Filosofia della mente (con particolare riferimento a Searle)
Ecco come funziona una tipica rete connessionista.
Abbiamo dei nodi al livello di ingresso che ricevono i segnali in ingresso o input. Questi possono essere rappresentati da valori numerici come 1,-1,1/2, ecc. Tali valori sono trasmessi ai nodi in linea del livello successivo, attraverso tutte le connessioni. Ogni connessione possiede una certa forza, e anche tali forze di connessione possono essere rappresentate da valori numerici, come 1,-1,1/2, ecc. Il segnale in ingresso viene moltiplicato dalla forza di connessione per raggiungere il valore che viene ricevuto dal nodo successivo da quella connessione. Così ,ad esempio, un input di 1, moltiplicato per la forza di connessione 1/2, darà un valore di 1/2 da quella connessione al nodo successivo. I nodi che ricevono questi segnali sommano tutti i valori numerici che hanno ricevuto e li trasmettono ai nodi dello strato successivo. Per cui abbiamo un livello in ingresso, un livello in uscita o output, e una serie di uno o più livelli interni chiamati livelli nascosti. Tale processo seriale continua fino a che non viene raggiunto il livello in uscita.
Si dice a volte che tali sistemi siano ispirati neuronalmente. L’idea è che dobbiamo pensare alle connessioni come a degli assoni e a dei dendriti, e ai nodi come a dei corpi cellulari che fanno la somma dei valori in ingresso e poi decidono quanto di un segnale spedire ai prossimi neuroni, ad esempio, le successive connessioni e i nodi allineati.

 FILOSOFIA DELLA MENTE

Sommario anno XIII numero 8 - agosto 2004