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Sommario anno XIII numero 8 - agosto 2004

 L'ANGOLO DLLA POESIA

Il vento
Sembra svanire
il colore
di un soffio d’amore
che si perde nel vento

D’improvviso
diviene vento
Armando Guidoni


Giochi spirituali

Quando il sole sorge
la mia ombra
timido approccio accenna
verso un dolce
pieno abbraccio
col mio corpo

Ma a mezza via
subito si ritrae
si sottrae
svelta
Armando Guidoni


I colori dell’arcobaleno

Mi sveglio pensando
ai colori dell’arcobaleno.
Il rosa mi appare e mi dice
è mattino.
L’azzurro lo vedo a me
molto vicino.
Il rosso mi porta lontano
e… ricordo.
Il verde mi prende la mano,
e lungo il cammino,
mi fa intravedere
qual è il mio destino.
Jole Baroli


Lascia che.....

Lascia che.....le tue carezze scaldino il mio cuore
come il sole caldo dopo un freddo inverno.
Lascia che... i tuoi baci siano di refrigerio per la mia anima
come una fresca brezza d’ estate.
Lascia che... il tuo dolce sorriso illumini la mia vita
come un raggio di luna nelle notte buia.
Lascia che... la tua gioia di vivere mi aiuti a rinascere
come il risveglio della Natura dopo un lungo e freddo Inverno.
Maria Grazia Pilotto


Gemme

Lanuginose piccole gemme
S’alzano in slancio gotico
Al cielo azzurro pallido
Ancora febbrile di gelo
E desiderio
Abbracciano l’aria
Su prati dormienti
Hanno occhi nuovi e sognanti
Intiepidiscono il cuore
Di tenerezza e forza
Sugli steli sottili
Resistono al vento del Nord
Alle fate cattive
Del bosco
Macchie bianche
Su grigio e giallo
Piccoli vessilli
Di primavera
Che verrà
Con la mano sicura
Che dipinge
I moti del cuore
I sussulti silenziosi
Della Natura in amore
Vilma Viora


A L.A.

Eravamo due sconosciuti vicini,
tanto da concederci un antico gusto
di spiare rumori e persino sospiri;
un insolito vento o l’inaffidabile
pigra mondanità di uccelli urbani
ha disperso i nostri pollini
senza mai tramutarli in frutti
nel comune scorrere di stagioni
vissuto tra le quattro zolle di terra
che dividevano le tue dalle mie radici:
casa, certo punto di memoria,
dal tuo segreto sorriso sporge
questo mio disordinato archivio.
Enrico Pietrangeli


Come resina

Come resina
da un albero
le tue carezze
gialla la foglia
non vuol lasciare
Te
linfa vitale
Te
che superbo
ti emergi
al centro della mia vita
Cinzia Tomassini


Il vuoto delle ore

Il vuoto delle ore
cinge il tempo perso
Spelacchiato se ne va
tra capelli canuti
L’allora mesce l’oggi
non senso di pause
Marco Saya


Il Nesso

Ora sono stanco
Le parole mentono
Nude si coprono
Cercano il nesso
prima di coricarsi
Marco Saya


Flaconi d’antidoto

(dal comodino d’un poeta disobbediente)
I rozzi patti col Diavolo
sanno di zolfo, un puzzo
modesto, innocuo,
presto disperso.
I patti con Dio
scintillano di rischio
di pericolo all’angolo.
La realtà è puntuta
non è cosa da tutti, si sa.

Una saggezza stoico-epicurea
invisa alla Patristica e al Talmud,
lontana dai rigori degli Ulema,
verdeggia fra le pietre dei selciati,
si nasconde in minime trattorie,
in rare mescite sopravvissute.
Va condivisa complice,
nascosta ad occhi indiscreti.
La disperazione palpabile
ha un fremito di carne
Come in uno spartito
il peso delle pause,
ma scintilla, se vuole,
del dono d’un sorriso.

Rigettato lo scivolo comodo
d’un oltrevita lusinghiero
o di biechi paradossi
di umile sublime,
non resta che far tesoro
di quel che c’è, far man bassa
anche di dolore
con presa salda alle cose.
Niente rassegnazione
Né altre sragioni:
disobbedire a Budda,
e a costo d’esser crudi
fare la cresta a Cristo.
(da “Le maschere del caos” 2002)
Luca Baiada


Sabato di settembre

Dissoluta tristezza
di una canzone senza domani.
Che sale nel cielo
pieno di stelle.
Angelo Gabrielli


Mare del Nord

Placida ansante metallica distesa
Sponda compatta erompi di spuma
Carezzata dei gabbiani le strida
Le teste sotto la sabbia sepolte
Schiacciata dalle nuvole qui nate
Freddo abisso del nord
            Sulla superficie olio
            Melma nel profondo
            Veliero abbandonato alla tramontana
            Che porta l’eco di campane fiamminghe
            Nei morti capelli d’un’alga marina
            Mare del Nord
Nella chiara luce del vuoto accogli
Carcasse rami spezzati detriti
A queste bianche e secche piagge tratti
Dal fiottolo lucente attraversando
Vasto l’orizzonte che cupo cerchia
                                                                       il golfo
Claudio Comandini
(2000 versi/verso il 2000, Sindacato Nazionale
Scrittori; su “Un giorno lungo un sogno” 2001)


Nasso  …dove ombra è il contrario di vita
È di questi canneti verdi
che provavamo vergogna
accanto agli stalletti
dei maiali
ad una capra sola
bianca Amatea
sotto la tamerice
all’asino che raglia
disperato di sole
all’ombra cotta di rocce scure
levigate di sale
            È di questo che provavamo vergogna
            e abbiamo tagliato, percosso, abbattuto
            Ora solo strisce d’asfalto nere
            rigano una campagna più morta che spenta
Qua invece tutto vive
su tratti di mare arcaici
d’azzurro e rosa brillante
senza vergogna
nell’abbaglio sicuro
di un mare che non torna
            quello dei miei sei anni
            Oggi l’ho perso ancora
            in un immalinconire di latte e menta
Serena Grizi
(Da “Cicladica”)

 L'ANGOLO DLLA POESIA

Sommario anno XIII numero 8 - agosto 2004