Il
Teatro Povero di Monticchiello
(Federico Gentili) - Da trentotto anni ogni estate gli
abitanti di questo isolato e bellissimo borgo della
val
d’Orcia presentano un’opera diversa che riguarda la propria storia,
una sorta di riflessione collettiva concepita per il palcoscenico.
Una rappresentazione teatrale che aiuti a comprendere il presente e a
rimanere uniti nell’affrontarlo, a conservare la difficile eredità
della civiltà contadina, e a preservarla dalla frenesia della modernità.
Gli abitanti di Monticchiello, unica frazione di Pienza, si fanno
interpreti di spettacoli da loro stessi scritti. Questa volta hanno
portato in scena Fola 2004, rifacimento di una celebre novella medioevale,
La fola di Campriano, che riecheggia le pagine del Decameron per gli
intrecci e quelle di Tozzi per l’atmosfera. Se si considera che il
termine fola per i toscani, significa favola, ma anche frottola, bugia,
non sarà difficile immaginare gli intrecci e la poesia dello spettacolo
allestito in una piazzetta sotto le stelle.
La novità di quest’anno, oltre alla location, è consistita
nell’inserimento, all’interno della narrazione di identità in via
d’estinzione, di voci provenienti da paesi lontani. Incursioni che hanno
spezzato e riannodato il filo del racconto popolare tragicomico e
divertente, simbolo del teatro di un tempo, sereno e solare. Il prossimo
anno, verso la fine di luglio e gli inizi d’agosto, fate una gita nel
senese. Ne vale davvero la pena. |