Le
due facce dell’ozono
(Simone Proietti) - Sempre più spesso in questi ultimi
anni, si fa riferimento ad un gas particolare, l’ozono. I rotocalchi
d’informazione ci parlano da una parte di come il “buco
dell’ozono” costituisca una delle minacce che affliggono la vita sul
pianeta Terra, dall’altra ci avvisano, nel periodo estivo, del
superamento delle concentrazioni limite di ozono nelle nostre città, con
i relativi consigli di rimanere in casa nelle ore più calde. Ma cos’è
l’ozono, fa bene o male? L’ozono è un gas costituito da una molecola
a tre atomi di ossigeno, piuttosto instabile, normalmente presente nella
nostra atmosfera e concentrato soprattutto tra 20-30 km di altitudine,
nella cosiddetta fascia dell’ozonosfera. Dal punto di vista chimico è
un ossidante fotochimico, ossia ha bisogno della radiazione luminosa per
far avviare la reazione che porta alla sua formazione. L’importante
funzione di questo gas per la biosfera, ossia per tutti gli esseri
viventi, è quella di schermare la Terra dal passaggio dei raggi UVB, le
radiazioni ultraviolette dannose per gli organismi viventi, perché in
grado di alterare le molecole di proteine e DNA. Il buco dell’ozono
consiste allora in un assottigliamento della fascia di ozono che le
strumentazioni spaziali evidenziano in maniera più netta al Polo Sud, ma
praticamente interessante l’intero pianeta. L’attacco allo strato di
ozono è provocato da alcune sostanze prodotte dalle attività umane,
quali i CFC (Clorofluorocarburi), i gas presenti nelle bombolette spray o
nei vecchi sistemi di refrigerazione e condizionamento, o gli halons
comunemente usati negli estintori. Per questo nei principali trattati
internazionali si è cercato di mettere un freno alla produzione di queste
sostanze sostituedole con altre a minor impatto per lo strato di ozono. Ma
se l’ozono ci protegge, perché si tiene d’occhio la sua
concentrazione nelle nostre aree metropolitane? L’ozono che è presente
nella parte più bassa dell’atmosfera, la troposfera, quella abitata
dagli organismi viventi, si forma da una serie di reazioni fotochimiche in
equilibrio tra loro. Quando tale equilibrio viene alterato, da molecole di
inquinanti precursori, l’ozono aumenta sino a superare quei valori di
concentrazione in atmosfera che possono causare danni all’organismo. Ciò
si verifica in presenza di alcune sostanze inquinanti precursori, quali
ossidi di azoto e COV (composti organici volatili), ossia quei gas che
costituiscono lo smog fotochimico, tipicamente prodotto dalle grandi aree
metropolitane. Le condizioni di elevate temperature e luminosità durante
il periodo estivo, favoriscono queste reazioni, determinando
l’inquinamento da ozono e gli effetti sulla componente biotica che ne
conseguono. Per questo si consiglia di evitare di uscire nelle ore più
calde della giornata, perché proprio in quelle ore si manifestano i
picchi massimi di ozono. Inoltre essendo l’ozono un gas molto volatile,
esso tende ad essere trasportato anche a grandi distanze dalle città
sotto la spinta dei venti, concentrandosi in aree dove non è presente una
situazione apparente di smog fotochimico, come ad esempio le aree rurali
limitrofe alle città. Ma quali sono gli effetti nocivi dell’ozono? Gli
effetti sull’uomo si manifestano in un’alterazione dei processi
respiratori, con infiammazione delle vie aeree, particolarmente pericolosa
per chi soffre di asma o altre malattie respiratorie, per gli anziani e i
bambini, i cui epiteli sono più suscettibili alla radiazione di ozono.
Effetti tossici sono stati inoltre osservati anche per la vegetazione,
numerose specie vegetali infatti hanno mostrato danneggiamenti delle
strutture fogliari e riduzione della crescita. Tali risposte delle piante
possono anche essere utilizzate per monitorare i cambiamenti dei livelli
di ozono in un certo ambiente, informandoci tempestivamente e consentendo
un intervento per preservare la nostra incolumità dall’azione di questo
gas dalle due facce. |