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Sommario anno XIII numero 9 - settembre 2004

 COSTUME

Le due facce dell’ozono
(Simone Proietti) - Sempre più spesso in questi ultimi anni, si fa riferimento ad un gas particolare, l’ozono. I rotocalchi d’informazione ci parlano da una parte di come il “buco dell’ozono” costituisca una delle minacce che affliggono la vita sul pianeta Terra, dall’altra ci avvisano, nel periodo estivo, del superamento delle concentrazioni limite di ozono nelle nostre città, con i relativi consigli di rimanere in casa nelle ore più calde. Ma cos’è l’ozono, fa bene o male? L’ozono è un gas costituito da una molecola a tre atomi di ossigeno, piuttosto instabile, normalmente presente nella nostra atmosfera e concentrato soprattutto tra 20-30 km di altitudine, nella cosiddetta fascia dell’ozonosfera. Dal punto di vista chimico è un ossidante fotochimico, ossia ha bisogno della radiazione luminosa per far avviare la reazione che porta alla sua formazione. L’importante funzione di questo gas per la biosfera, ossia per tutti gli esseri viventi, è quella di schermare la Terra dal passaggio dei raggi UVB, le radiazioni ultraviolette dannose per gli organismi viventi, perché in grado di alterare le molecole di proteine e DNA. Il buco dell’ozono consiste allora in un assottigliamento della fascia di ozono che le strumentazioni spaziali evidenziano in maniera più netta al Polo Sud, ma praticamente interessante l’intero pianeta. L’attacco allo strato di ozono è provocato da alcune sostanze prodotte dalle attività umane, quali i CFC (Clorofluorocarburi), i gas presenti nelle bombolette spray o nei vecchi sistemi di refrigerazione e condizionamento, o gli halons comunemente usati negli estintori. Per questo nei principali trattati internazionali si è cercato di mettere un freno alla produzione di queste sostanze sostituedole con altre a minor impatto per lo strato di ozono. Ma se l’ozono ci protegge, perché si tiene d’occhio la sua concentrazione nelle nostre aree metropolitane? L’ozono che è presente nella parte più bassa dell’atmosfera, la troposfera, quella abitata dagli organismi viventi, si forma da una serie di reazioni fotochimiche in equilibrio tra loro. Quando tale equilibrio viene alterato, da molecole di inquinanti precursori, l’ozono aumenta sino a superare quei valori di concentrazione in atmosfera che possono causare danni all’organismo. Ciò si verifica in presenza di alcune sostanze inquinanti precursori, quali ossidi di azoto e COV (composti organici volatili), ossia quei gas che costituiscono lo smog fotochimico, tipicamente prodotto dalle grandi aree metropolitane. Le condizioni di elevate temperature e luminosità durante il periodo estivo, favoriscono queste reazioni, determinando l’inquinamento da ozono e gli effetti sulla componente biotica che ne conseguono. Per questo si consiglia di evitare di uscire nelle ore più calde della giornata, perché proprio in quelle ore si manifestano i picchi massimi di ozono. Inoltre essendo l’ozono un gas molto volatile, esso tende ad essere trasportato anche a grandi distanze dalle città sotto la spinta dei venti, concentrandosi in aree dove non è presente una situazione apparente di smog fotochimico, come ad esempio le aree rurali limitrofe alle città. Ma quali sono gli effetti nocivi dell’ozono? Gli effetti sull’uomo si manifestano in un’alterazione dei processi respiratori, con infiammazione delle vie aeree, particolarmente pericolosa per chi soffre di asma o altre malattie respiratorie, per gli anziani e i bambini, i cui epiteli sono più suscettibili alla radiazione di ozono. Effetti tossici sono stati inoltre osservati anche per la vegetazione, numerose specie vegetali infatti hanno mostrato danneggiamenti delle strutture fogliari e riduzione della crescita. Tali risposte delle piante possono anche essere utilizzate per monitorare i cambiamenti dei livelli di ozono in un certo ambiente, informandoci tempestivamente e consentendo un intervento per preservare la nostra incolumità dall’azione di questo gas dalle due facce. 

 COSTUME

Sommario anno XIII numero 9 - settembre 2004