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Sommario anno XIII numero 9 - settembre 2004

 COSTUME

Un giornalista da sfrattare
(Federico Gentili) - Lo sfratto a Indro Montanelli avvenne di sabato, tra la fine di un pranzo e l’inizio di Montanelli e la redazione del Giornaleuna partita. Già da qualche mese era diventata pubblica la rotta di collisione tra il Cavaliere (suo editore al Giornale, attraverso il fratello) e il giornalista di Fucecchio. Il primo voleva fondare un partito, il secondo non voleva proprio saperne di diventarne il megafono. Partendo da questo episodio, di un lontano 8 gennaio 1994, dai suoi retroscena, dai suoi risvolti e dalle sue conseguenze, Marco Travaglio ricostruisce il tormentato rapporto tra il grande giornalista e quello che fu per diversi anni il suo editore, in un volume appassionante e molto diverso dai precedenti: Montanelli e il Cavaliere (Garzanti, pp. 494, euro 14,50). Un libro che dice già molto nel titolo, ma che è ancora più eloquente nel sottotitolo: Storia di un grande e di un piccolo uomo. L’autore attraversa un periodo chiave della recente storia italiana, cruciale soprattutto per i rapporti tra l’informazione e il potere politico-economico. La Lega aveva sbancato le urne. Il maggioritario aveva cambiato le regole del gioco. Falcone e Borsellino venivano fatti saltare in aria dalla mafia. La Fininvest era carica di debiti. La nave della Dc era finita sugli scogli. Craxi preparava le valigie per l’altra sponda del Mediterraneo. Così divenne di colpo improcrastinabile salvare il paese dai rossi, rubando alla curva lo slogan prediletto per le partite della nazionale. E come funghi nacquero campagne di sensibilizzazione per donatori d’inchiostro servile. Quando il Cavaliere, dopo aver fatto convocare la redazione del Giornale, all’insaputa del Vecchio, parlò chiaro, comunicando che le cose da quel momento dovevano cambiare, l’assemblea dei giornalisti fece silenzio. Scherzava il Vecchio, parlando del Giornale, da lui fondato e diretto per vent’anni: “Io credevo che fosse una redazione, e come tale l’avevo reclutata. E invece era un governo, come si vide quando l’editore si mise a fare il politico e diventò presidente del Consiglio. Fu il Giornale a fornirgli gran parte dei ministri, sottosegretari eccetera: da Urbani a Scognamiglio a Martino a Ombretta Fumagalli a Caputo a Tajani. Pensate un po’. Se invece di andarmene sbattendo la porta, mi mettevo agli ordini del Cavaliere, forse diventavo presidente della Repubblica”. E poi quell’aneddoto di quando il Cavaliere portò Indro a far visita al mausoleo privato di Arcore e gli offrì un sarcofago accanto a quelli di Fede, Dell’Utri e Confalonieri, vale da solo l’acquisto del libro. Quasi tutte le previsioni di Montanelli, nel tempo, si sono avverate. “La prima cosa che farà Berlusconi sarà di spazzare via l’attuale dirigenza Rai per omologarne le tre reti a quelle sue”. Nelle quasi cinquecento pagine c’è anche posto per qualche risata, a denti stretti naturalmente. I fatti sono fatti e possiedono una logica molto eloquente. Travaglio, allievo di Montanelli alla Voce, prima ha visto e poi raccontato, per rinfrescare la memoria, da perfetto cronista. Buona lettura.

 COSTUME

Sommario anno XIII numero 9 - settembre 2004