Le
canzoni di Piero Brega
(Claudio Comandini) - Può accadere che un grande cantante
debutti da solista a 57 anni. Piero Brega, la voce storica (nei primi tre
dischi) del Canzoniere del Lazio, formazione degli anni ’70 attenta al
recupero del folklore orale ed aperta anche alle contaminazioni, dopo
quasi venticinque anni di assenza dalle scene ufficiali, pubblica il disco
Come Li Viandanti (2004), presentandolo con un concerto alla Palma
di Roma il 14 febbraio. Se il concerto ha mostrato ad un ampio pubblico il
cantante in tutta la sua disinvolta bravura (“scusatemi, mi scappano
ingenuità che i professionisti non possono permettersi… faccio il
musicista da tre giorni”, ha peraltro affermato), c’è voluta una forte
determinazione da parte del produttore Peter Quell (curatore anche della
grafica del CD, la cui copertina esterna ha una madonna fra i palazzi
della metropoli, quella interna una donna dai seni enormi sulle nuvole) e
del Circolo Gianni Bosio (l’associazione romana che da più di vent’anni si
occupa di musiche popolari), perché questo disco, dopo due anni di inutile
girovagare per gli uffici dei discografici, venisse pubblicato per i
dischi del manifesto. Segno dell’idiozia culturale ed anche
economica dell’industria musicale, che rischiava di non far uscire questo
capolavoro, capace di soddisfare un’ampia cerchia di pubblico che ha
educato i suoi ascolti sulla musica d’autore italiana e che forse adesso
non sa bene cosa sentire.
Gli arrangiamenti sono del contrabbassista e compositore jazz Enzo
Pietropaoli, che ha coinvolto numerosi e validi musicisti, e che definisce
il lavoro come “canzoni con i piedi sulla terra della tradizione e la
testa nel cielo iridescente del cantautore.” Piero Brega è un poeta
urbano, una voce romana vibrante e dolce, comunque “ciovile” e capace di
prendere toni quasi rinascimentale, che si destreggia agilmente fra
l’ottava rima, la ballata, il blues e la sapienza ironica e sensuale del
canto popolare, raccontando di luoghi vissuti e sognati. Piero Brega si
trova in piena crisi “sull’orlo della pazzia”, del resto come tutti (Canzone
numero uno), sta di “notte senza dormire” ed invoca l’alba “che
porta vita nelle parole” (Sali sole), scava nelle memorie
collettive “con gli occhi incantati come da piccolo” mentre cammina
“dove nascono le favole” (Il giardino delle persiche).
Incontriamo Piero Brega a Cesarea nel IV secolo per assistere ai funerali
di s. Basilio e alla “miracolosa” assoluzione di una peccatrice, che aveva
peraltro girato a chiedere la grazia a vari santi che delegavano
responsabilità l’uno all’altro (San Basilio), e poi in una città
dove è riuscito a trasformarsi in automobile (Automobile), e “molto
più di prima la mia vita vale”, dato che “la mia umanità non aveva
peso/ dava fastidio a tutti il mio cervello acceso” (queste ultime due
canzoni sono però quelle sotto il punto di vista musicale più
“appesantite” e meno riuscite: la prima potrebbe tranquillamente fare a
meno di manierismi reggae troppo ammiccanti, e la seconda nell’esecuzione
per percussioni e voce presentata al concerto è sembrata più rispondente
al testo). Poi, muore investito per caso proprio da un’automobile, e si
ritrova con gli amici ad una festa, raccontando che “inferno e paradiso
dice la gente/ io c’è so stato è nun è vero niente” (Tuscolana),
mentre la morte stessa diventa una festa con profusione di pizze, ricotte,
salcicce e porchetta (Quando so morto). E ancora, la Giulia di
Fornovo, “donna ca ferma lu sole”, inventata da Giovanna Marini
sulla riva del mare del Salento antico, finisce a “piedi in autostrada”,
ballando nella luce impolverata dei fari dei camionisti (Giulia),
in una struggente canzone dall’andamento spezzato che non si lascia mai
afferrare del tutto, e chiede sempre un ascolto in più.
Formazione concerto: Piero Brega (voce e chitarra), Michele
Ascolese (chitarra e ud), Marcello Sirignano (violino e mandolino),
Maurizio Meo (basso), Paolo Modugno (percussioni), ospite per un brano
Antonello Ricci (zampogna calabrese).
Formazione disco: Piero Brega (voce e chitarra), Enzo Pietropaoli
(contrabbasso), Danilo Rea (pianoforte), Michele Ascolese (chitarra),
Antonello Salis (fisarmonica), Ambrogio Sparagna (organetto), Marcello
Siringano (violino), Gabriele Coen (clarinetto), Paolo Fresu (tromba),
Antonello Ricci (zampogna calabrese e canto), Roberto Gatto (batteria),
Elio Rivagli (batteria), Nando Citarella (tammorra), Pero Fortezza, Fulvio
Marras, Paolo Modugno (percussioni) e altri ancora. |