Notizie in... Controluce Notizie in... Controluce
 Versione digitale del mensile di cultura e attualità dei Castelli Romani e Prenestini

sei il visitatore n.

 

home | indice giornali | estratti | info | agenda | cont@tti | cerca nel sito | pubblicità

 

Sommario anno XIV numero 3 - marzo 2005

 SPETTACOLI

Le canzoni di Piero Brega
(Claudio Comandini) - Può accadere che un grande cantante debutti da solista a 57 anni. Piero Brega, la voce storica (nei primi tre dischi) del Canzoniere del Lazio, formazione degli anni ’70 attenta al recupero del folklore orale ed aperta anche alle contaminazioni, dopo quasi venticinque anni di assenza dalle scene ufficiali, pubblica il disco Come Li Viandanti (2004), presentandolo con un concerto alla Palma di Roma il 14 febbraio. Se il concerto ha mostrato ad un ampio pubblico il cantante in tutta la sua disinvolta bravura (“scusatemi, mi scappano ingenuità che i professionisti non possono permettersi… faccio il musicista da tre giorni”, ha peraltro affermato), c’è voluta una forte determinazione da parte del produttore Peter Quell (curatore anche della grafica del CD, la cui copertina esterna ha una madonna fra i palazzi della metropoli, quella interna una donna dai seni enormi sulle nuvole) e del Circolo Gianni Bosio (l’associazione romana che da più di vent’anni si occupa di musiche popolari), perché questo disco, dopo due anni di inutile girovagare per gli uffici dei discografici, venisse pubblicato per i dischi del manifesto. Segno dell’idiozia culturale ed anche economica dell’industria musicale, che rischiava di non far uscire questo capolavoro, capace di soddisfare un’ampia cerchia di pubblico che ha educato i suoi ascolti sulla musica d’autore italiana e che forse adesso non sa bene cosa sentire.
Gli arrangiamenti sono del contrabbassista e compositore jazz Enzo Pietropaoli, che ha coinvolto numerosi e validi musicisti, e che definisce il lavoro come “canzoni con i piedi sulla terra della tradizione e la testa nel cielo iridescente del cantautore.” Piero Brega è un poeta urbano, una voce romana vibrante e dolce, comunque “ciovile” e capace di prendere toni quasi rinascimentale, che si destreggia agilmente fra l’ottava rima, la ballata, il blues e la sapienza ironica e sensuale del canto popolare, raccontando di luoghi vissuti e sognati. Piero Brega si trova in piena crisi “sull’orlo della pazzia”, del resto come tutti (Canzone numero uno), sta di “notte senza dormire” ed invoca l’alba “che porta vita nelle parole” (Sali sole), scava nelle memorie collettive “con gli occhi incantati come da piccolo” mentre cammina “dove nascono le favole” (Il giardino delle persiche). Incontriamo Piero Brega a Cesarea nel IV secolo per assistere ai funerali di s. Basilio e alla “miracolosa” assoluzione di una peccatrice, che aveva peraltro girato a chiedere la grazia a vari santi che delegavano responsabilità l’uno all’altro (San Basilio), e poi in una città dove è riuscito a trasformarsi in automobile (Automobile), e “molto più di prima la mia vita vale”, dato che “la mia umanità non aveva peso/ dava fastidio a tutti il mio cervello acceso” (queste ultime due canzoni sono però quelle sotto il punto di vista musicale più “appesantite” e meno riuscite: la prima potrebbe tranquillamente fare a meno di manierismi reggae troppo ammiccanti, e la seconda nell’esecuzione per percussioni e voce presentata al concerto è sembrata più rispondente al testo). Poi, muore investito per caso proprio da un’automobile, e si ritrova con gli amici ad una festa, raccontando che “inferno e paradiso dice la gente/ io c’è so stato è nun è vero niente” (Tuscolana), mentre la morte stessa diventa una festa con profusione di pizze, ricotte, salcicce e porchetta (Quando so morto). E ancora, la Giulia di Fornovo, “donna ca ferma lu sole”, inventata da Giovanna Marini sulla riva del mare del Salento antico, finisce a “piedi in autostrada”, ballando nella luce impolverata dei fari dei camionisti (Giulia), in una struggente canzone dall’andamento spezzato che non si lascia mai afferrare del tutto, e chiede sempre un ascolto in più.
Formazione concerto: Piero Brega (voce e chitarra), Michele Ascolese (chitarra e ud), Marcello Sirignano (violino e mandolino), Maurizio Meo (basso), Paolo Modugno (percussioni), ospite per un brano Antonello Ricci (zampogna calabrese).
Formazione disco: Piero Brega (voce e chitarra), Enzo Pietropaoli (contrabbasso), Danilo Rea (pianoforte), Michele Ascolese (chitarra), Antonello Salis (fisarmonica), Ambrogio Sparagna (organetto), Marcello Siringano (violino), Gabriele Coen (clarinetto), Paolo Fresu (tromba), Antonello Ricci (zampogna calabrese e canto), Roberto Gatto (batteria), Elio Rivagli (batteria), Nando Citarella (tammorra), Pero Fortezza, Fulvio Marras, Paolo Modugno (percussioni) e altri ancora.

 SPETTACOLI

Sommario anno XIV numero 3 - marzo 2005