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Sommario anno XIV numero 4 - aprile 2005

 DAL MONDO

Dalla parte della donna
(Antonietta Chiarello) - Il 28 marzo 1917 è una data storica per le donne inglesi, che dopo tante lotte conquistarono il diritto di voto. Nel novembre del ’20 anche le donne americane poterono partecipare alle elezioni. Dopo la fine della seconda guerra mondiale, nel ’46 si recarono a votare per la prima volta le francesi e le italiane, che avevano combattuto al pari degli uomini durante la Resistenza.
Infatti, soltanto la Costituzione repubblicana ha accordato il suffragio elettorale alle donne italiane. Solo da allora anche la donna italiana si è recata alle urne compiendo autonomamente le proprie scelte e acquisendo coscienza di sé, delle proprie capacità e potenzialità.
Un lungo cammino è stato fatto rispetto ai secoli passati, quando l’uomo e la donna sono stati legati a ruoli stereotipati e differenziati anche per importanza.
Nell’antica civiltà greca le donne erano relegate nel gineceo, uno spazio della casa creato appositamente per loro, una specie di soggiorno obbligato. A questo proposito è molto divertente una commedia di Aristofane (5° secolo a.C.) intitolata “Le donne a parlamento”, in cui l’autore immagina che le donne si ribellino agli uomini e prendano il potere politico, emanando leggi gradite alle femmine e sgradite ai maschi: c’era forse già una labile coscienza dell’ingiustizia patita dal sesso femminile?
Nell’antica Roma, è vero che la matrona, la domina (=padrona, da cui deriva il nostro donna) aveva un suo ruolo ben preciso in famiglia, ma a guardar bene esso si riduceva a esser casta, custodire la casa, filare la lana.
Nel Medioevo, secondo un diffuso pregiudizio, la donna era considerata quasi incarnazione del demonio, fonte di tentazione per l’uomo; alcune donne, considerate streghe, erano processate, torturate, condannate, arse sul rogo.
Qualcosa cominciò a cambiare col Rinascimento e poi con l’Illuminismo e la Rivoluzione francese; pian piano si affermò l’idea che uomo e donna avessero pari diritti e doveri. Tale rivendicazione diede origine al movimento del femminismo, che in Italia fu molto attivo soprattutto negli anni ’70. Le femministe con cortei, manifestazioni, interviste, trasmissioni vollero farsi conoscere e sollevare il problema: “Tremate, tremate le streghe son tornate!”, era uno dei loro slogan più noti!
Uno dei documenti ancora oggi più completo sui diritti della donna è costituito dalla Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna approvata dall’ONU nel 1979 che ribadisce l’uguaglianza tra uomo e donna, ma già sposta il dibattito dal concetto di uguaglianza a quello di differenza, più attento all’identità peculiare della donna: parità di diritti formali, sì, ma rispetto della diversa identità.

 DAL MONDO

Sommario anno XIV numero 4 - aprile 2005