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Sommario anno XIV numero 4 - aprile 2005

 DAL MONDO

Il difficile cammino verso la parità dei sessi
(Elisabetta Robinson) - 8 marzo 2005, Festa della Donna. Moltissime le iniziative, a livello nazionale ed internazionale, che in questa giornata hanno affrontato l’importante tematica della necessaria parità tra uomo e donna in ambito lavorativo, sociale, culturale e familiare.
Alle Nazioni Unite, il dibattito sulla parità dei sessi si è svolto in seno alla Quinta Conferenza Internazionale della Donna, che ha portato all’ONU 130 delegazioni governative, tra le quali quella per l’Italia guidata dalla Ministra per le Pari Opportunità Stefania Prestigiacomo e seimila rappresentanti di organizzazioni non governative. Alla sessione della Conferenza, che ha confermato gli impegni adottati dalla Piattaforma di Pechino sulle donne del 1995, è stato sottolineato che, nonostante i progressi fatti dalle donne in molti settori, la povertà sia un fenomeno ancora prevalentemente femminile, al quale si aggiunge la diffusione dell’Aids come uno dei nuovi fattori di aumento della mortalità soprattutto tra le giovani donne. Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, ha, inoltre, ricordato che tra le numerose sfide da affrontare vi è la piaga del traffico di donne e bambine.
Anche l’UNESCO ha celebrato la Festa della Donna con lo slogan “Uguaglianza tra i generi dopo il 2005: costruire un futuro più sicuro”. Il Direttore Generale dell’UNESCO, Koichiro Matsuura, in una dichiarazione diffusa a Roma dalla Commissione Nazionale Italiana dell’Organismo, ha ricordato l’importanza dell’educazione e dell’informazione delle donne e per le donne, come strumenti indispensabili per legittimarne e garantirne i diritti in tutto il mondo. Il 2005 è l’anno in cui la comunità internazionale ha fissato come obiettivo il conseguimento della parità tra ragazzi e ragazze nella scuola primaria e secondaria. Il ruolo dell’UNESCO sarà quello di aiutare gli Stati che promuovono l’alfabetizzazione e l’educazione delle donne, diritti concepiti non solo come conquista emancipativa della donna dalla condizione di subordinazione e di disparità ma come strumenti necessari allo sviluppo, inteso come produzione ed aumento del reddito personale delle donne, in particolare nei Paesi meno sviluppati.
Tematiche simili sono state affrontate anche in Commissione Europea dove, in occasione della Giornata della Donna, è stato approvato il progetto di un Istituto per la parità tra i sessi. Lo hanno preannunciato il Presidente dell’Eurogoverno José Barroso ed il Commissario Ue Vladimir Spidla, durante una conferenza stampa al Parlamento Europeo. La questione delle pari opportunità costituisce una punto di centrale importanza nella politica della Commissione, che persegue l’obiettivo di una maggiore presenza femminile nel mondo del lavoro. A sua volta, il Presidente del Parlamento Europeo Josep Borrell, ha parlato di vera uguaglianza tra i sessi anche nella prospettiva di un giusto riconoscimento salariale, oltre al semplice rispetto dei diritti umani.
“Non ci sarà uguaglianza se i datori di lavoro non offrono gli stessi stipendi, se non propongono vantaggi concreti per le facilitare le donne nello svolgere attività professionali e per prevenire o compensare svantaggi nelle loro carriere. In un giorno come oggi, non possiamo dimenticare che nella nostra Europa così democratica in molti aspetti, c’è anche discriminazione e violenza. Una donna su cinque in Europa afferma di essere stata oggetto di maltrattamento. […] Nella nostra Europa ci sono molti segnali allarmanti di una femminilizzazione della povertà. E ci sono donne che percepiscono il 16% in meno del salario dei colleghi uomini”.
Carlo Azeglio Ciampi, celebrando l’8 marzo al Quirinale, ha ricordato quanta strada si debba ancora percorrere perché le donne nel mondo siano davvero garantite e protette dalle discriminazioni e dalla violenza: violenza sessuale, soprattutto, che le donne continuano a subire. Le parole di Ciampi hanno, inoltre, sottolineato le difficoltà che le donne incontrano ad affermarsi nel mondo del lavoro ed imputa alla carenza dei servizi e alla riluttanza degli uomini a condividere appieno i compiti familiari, l’inconciliabilità, per la donna, della professione e del suo ruolo nella famiglia.
Il pensiero del Presidente Ciampi è andato, infine, ai 40 milioni di rifugiati nel mondo, dei quali i quattro quinti, secondo le stime del Consiglio d’Europa, sono madri con i loro figli, allontanatesi dalle loro famiglie per assicurarne la sopravvivenza.

 DAL MONDO

Sommario anno XIV numero 4 - aprile 2005