Quelli che… amano la neve
(Roberto Esposti laleggedimclurg@yahoo.it) - L’inverno che
si è concluso è stata una stagione che finalmente ha rispettato la
caratteristiche proprie del periodo più freddo dell’anno: gelo e neve
l’hanno fatta da padroni dalla fine di gennaio all’inizio di marzo e
temperature molto rigide hanno consentito la persistenza di accumuli
nevosi sulle vette più alte dei nostri colli per tutto l’inverno. La
Dama Bianca ci ha visitato molte volte e copiosamente: le immagini di
riders che scendono la Via Sacra con lo snowboard resteranno nella memoria
collettiva per anni come anche i disagi che gli abitanti dei centri più
alti hanno dovuto affrontare (alleviati comunque dal pronto intervento
degli spazzaneve). Non è stato un nuovo 86, ma neve alta più di un metro a
Guadagnolo non si vedeva da tempo, come le bufere sui Lepini e i 4/5metri
di accumulo nei resorts appenninici che hanno così fatto cappotto agli
omologhi alpini rimasti all’asciutto per tutta la stagione (a questo
proposito esortiamo i gestori degli impianti ad adeguare le loro troppo
corte e troppo strette piste a tanto ben di Dio). In questo scenario si
inseriscono i sogni e le piccole follie dei tanti “cacciatori di neve”:
persone normali, di ogni età accomunate dall’amore per la neve. Studenti
che inventano sintomi influenzali per marinare la scuola salvo poi
prendere il motorino per salire sui colli, neo papà che piantano
famigliole nel tardo pomeriggio per andare ai Pratoni del Vivaro ad
assistere ad una nevicata, imprenditori che serrano i negozi pur di
trovare il tempo per salire a Monte Cavo a fare a palle di neve. La
Dama strega molte persone che vivono in luoghi dove solitamente la
neve è rara ed i suoi accumuli ancora di più: in massima parte residenti a
Roma o nei Castelli e Prenestini “bassi” questi folli consacrano le loro
notti a spiare dalle finestre la luce dei lampioni aspettando di scorgere
un fiocco tra la pioggia, investono centinaia di euro in stazioni
meteorologiche professionali per cercare il primato delle temperature più
basse e poterne discutere su forum specializzati, apprendono a leggere i
complicatissimi modelli previsionali GFS/UKMO/ECMWF/DWD per annunciare la
neve giorni prima che qualunque previsore televisivo ne dia notizia. Al
primo avviso di neve prendono l’auto armati di macchina fotografica
digitale per essere i primi a fare dei reports e per dire “io
c’ero”, spesso si spingono nelle parti alte dei Castelli, dei Prenestini o
Lucretili se non nel frusinate e nel reatino solo per vedere un po’ di
neve: non di rado restano bloccati con le auto o con molte difficoltà
mettono le catene. E tutto questo solo per inseguire la visione della neve
che ricopre il mondo, che lo rende candido e lo riporta all’innocenza. Che
nasconde le brutture, il pattume, gli scempi urbanistici ed ambientali in
cui sono (siamo) costretti a vivere i “cacciatori”, nella speranza che la
neve possa un giorno tornare ad imbiancare il loro mondo come nel mitico
inverno 85/86. |