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Sommario anno XIV numero 4 - aprile 2005

 CULTURA E COSTUME

Quelli che… amano la neve
(Roberto Esposti laleggedimclurg@yahoo.it) - L’inverno che si è concluso è stata una stagione che finalmente ha rispettato la caratteristiche proprie del periodo più freddo dell’anno: gelo e neve l’hanno fatta da padroni dalla fine di gennaio all’inizio di marzo e temperature molto rigide hanno consentito la persistenza di accumuli nevosi sulle vette più alte dei nostri colli per tutto l’inverno. La Dama Bianca ci ha visitato molte volte e copiosamente: le immagini di riders che scendono la Via Sacra con lo snowboard resteranno nella memoria collettiva per anni come anche i disagi che gli abitanti dei centri più alti hanno dovuto affrontare (alleviati comunque dal pronto intervento degli spazzaneve). Non è stato un nuovo 86, ma neve alta più di un metro a Guadagnolo non si vedeva da tempo, come le bufere sui Lepini e i 4/5metri di accumulo nei resorts appenninici che hanno così fatto cappotto agli omologhi alpini rimasti all’asciutto per tutta la stagione (a questo proposito esortiamo i gestori degli impianti ad adeguare le loro troppo corte e troppo strette piste a tanto ben di Dio). In questo scenario si inseriscono i sogni e le piccole follie dei tanti “cacciatori di neve”: persone normali, di ogni età accomunate dall’amore per la neve. Studenti che inventano sintomi influenzali per marinare la scuola salvo poi prendere il motorino per salire sui colli, neo papà che piantano famigliole nel tardo pomeriggio per andare ai Pratoni del Vivaro ad assistere ad una nevicata, imprenditori che serrano i negozi pur di trovare il tempo per salire a Monte Cavo a fare a palle di neve. La Dama strega molte persone che vivono in luoghi dove solitamente la neve è rara ed i suoi accumuli ancora di più: in massima parte residenti a Roma o nei Castelli e Prenestini “bassi” questi folli consacrano le loro notti a spiare dalle finestre la luce dei lampioni aspettando di scorgere un fiocco tra la pioggia, investono centinaia di euro in stazioni meteorologiche professionali per cercare il primato delle temperature più basse e poterne discutere su forum specializzati, apprendono a leggere i complicatissimi modelli previsionali GFS/UKMO/ECMWF/DWD per annunciare la neve giorni prima che qualunque previsore televisivo ne dia notizia. Al primo avviso di neve prendono l’auto armati di macchina fotografica digitale per essere i primi a fare dei reports e per dire “io c’ero”, spesso si spingono nelle parti alte dei Castelli, dei Prenestini o Lucretili se non nel frusinate e nel reatino solo per vedere un po’ di neve: non di rado restano bloccati con le auto o con molte difficoltà mettono le catene. E tutto questo solo per inseguire la visione della neve che ricopre il mondo, che lo rende candido e lo riporta all’innocenza. Che nasconde le brutture, il pattume, gli scempi urbanistici ed ambientali in cui sono (siamo) costretti a vivere i “cacciatori”, nella speranza che la neve possa un giorno tornare ad imbiancare il loro mondo come nel mitico inverno 85/86.

 CULTURA E COSTUME

Sommario anno XIV numero 4 - aprile 2005