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Due poeti per “L’esigenza del silenzio”

Due poeti per “L’esigenza del silenzio”
Gennaio 30
18:50 2019

(Serena Grizi) In tempo di derive, e (ricerche di nuovi) approdi, nella prima poesia sembra si palesi, per poco o per molto, la deriva d’un’anima. Nell’altra che, fatto silenzio, si possa di nuovo udire la voce dei poeti. È un augurio immenso, perché i poeti continuano a parlare di bellezza e d’amore…

La lirica è contenuta nel volume di poesia L’esigenza del silenzio degli autori Michela Zanarella e Fabio Strinati, Ed. Le Mezzelane. Il titolo, letto di questi tempi, risulta assai ‘simpatico’ per motivi non difficili da intuire. Un silenzio denso e non vuoto e capiente, per contenere astrazioni.

«Zanarella e Strinati sono coscienti di possedere le qualità per inseguire il Mistero, per non soccombere agli astratti furori e per non morire dentro le dissolvenze delle attese inutili. Ecco perché queste poesie sanno di pane casareccio e di vino buono pur essendo nate nel fuoco ardente e lampeggiante di un crogiolo di vita che ci riporta agli imperanti sfaldamenti del secolo, quelli che ha interpretato Fernando Pessoa, ma anche a Milosh, Herbert e la Cvetaeva. Non sono citazioni a caso, sono riferimenti di elezione, non per forza rinvii di affiliazione, e ciò dimostra quanto lavoro, a volte estenuante, sta dentro la costruzione de L’esigenza del silenzio, che è anche implicito giudizio sulla decadenza attuale dei valori fondamentali e sulla perdita di identità.» Dalla Prefazione di Dante Maffia

 

Ho messo le narici al buio

e sento che l’aria che tocco

si sta spegnendo in un addio.

Mi cadono addosso solitudini come pietre

e perdo quel poco di me che sapeva di luce.

Mi piace però andare a sfidare la notte

e mettere la pelle a nuoto nel silenzio.

Se c’è una luna che respira

forse può disfare le mie assenze

e invertire la rotta di quell’inverno

che m’insegue come piombo

dall’alba al tramonto.

Se mi confondo ancora con le spine

è perché l’oscurità è scintilla nera

che mi lacrima dentro

terra clandestina dove lascio migrare l’anima

a pioggia di tormento.

 

***

 

Respira il vento

che

sui campi di grano ascolta

le nostre voci narrare

di alti campanili e di pianure

chiare come lunghi silenzi.

Parlano i poeti

che

invocano lacrime all’amata sera

senza una ciglia di luce.

Raccontami pure dei tuoi gusti

che

odorano di preghiere

e di questo tuo respirare a colori.

Dimmi pure se una mia lacrima potrà

cadere sul tuo volto

che

è per me tragitto d’immenso,

emozione

che

trema.

 

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