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5° incontro nazionale di Emergency

Ottobre 05
02:00 2006

Nei giorni 15, 16 e 17 a Orvieto si è svolto il 5° incontro nazionale di Emergency. Numerosi i volontari di Emergency provenienti da tutta Italia che hanno partecipato all’incontro. E quest’anno c’erano anche per la prima volta, volontari di Emergency americani. Infatti, è recente la presenza di Emergency in territorio americano per promuovere una cultura di pace. Venerdì si sono svolti vari seminari e in serata c’è stato l’intervento dello storico Marco Revelli. Nei giorni successivi si è parlato molto delle attività di Emergency in Italia. I volontari che hanno lavorato nelle carceri in varie parti d’Italia (dopo relativa formazione) hanno raccontato le loro esperienze: in un carcere del nord Italia in seguito alla promozione di attività ricreative, un albanese ha vinto un premio di poesia e ha devoluto il premio in euro a Emergency; Giulio Cristofannini ha parlato invece dell’esperienza nel carcere di Rebibbia dove Emergency ha avuto la possibilità di realizzare corsi di primo soccorso per carcerati, con piena soddisfazione da parte degli stessi che spesso si sono trovati di fronte a casi in cui sarebbero voluti intervenire, per prestare soccorso ad un compagno di cella (sono frequenti, infatti, i casi in cui i carcerati presentano mali improvvisi ma non sempre, purtroppo, il personale che dovrebbe intervenire è presente in carcere). Davvero toccante è stata la testimonianza dei dottori che invece lavorano al poliambulatorio di Emergency a Palermo, che hanno avuto modo di curare e assistere anche la popolazione immigrata (che, quando approda dai lunghi ‘viaggi della speranza’ in Italia, non sempre trova un soccorso adeguato alle proprie condizioni), in questo poliambulatorio si costruiscono anche protesi. Riguardo al tema dell’immigrazione si è discusso anche dello scandalo delle ‘deportazioni’ insieme a Luca Cumbo di Emergency Palermo, che si dice contro i cpt (per entrare nei quali è stato vietato l’accesso non solo a giornalisti ma anche a parlamentari come Tana de Zulueta), ‘Nei cpt gli immigrati vengono rinchiusi non perché abbiano commesso un reato, ma semplicemente per quello che sono (stessa dinamica dei lager nazisti)’ afferma Luca. Oltre alle attività di Emergency in Italia, abbiamo avuto anche l’opportunità di parlare con dottori di Emergency, che si trovavano in quel momento a lavorare in Sierra Leone, in Afghanistan e in Cambogia, attraverso un collegamento diretto con loro. I dottori ci hanno illustrato i progetti di Emergency in questi paesi. Il V incontro nazionale è stato allietato anche dalle musiche dei ‘terribili tamburi’ della Banda Bandao, e dal bellissimo concerto di Mauro Pagani che ha suonato le immemorabili canzoni del cd ‘Creuza de ma’. Per l’intrattenimento dei più piccini vi era, invece, la rappresentazione con burattini di una favola scritta dai bambini curati da Emergency, in uno degli ospedali in Afghanistan. Di grande importanza è stata la visione di un documentario realizzato da giornalisti di Peacereporter, sul movimento di resistenza iracheno a cui affluiscono giovani provenienti da varie parti del medioriente. Il meeting si è concluso con il discorso di Gino Strada che ha voluto ribadire l’identità dell’associazione’non un’associazione pacifista, termine che racchiude in sé molteplici significati, ma ‘Per l’abolizione della guerra’. L’incontro nazionale di Emergency è durato ‘solo’ tre giorni’questo fatto rispecchia un’altra caratteristica molto importante dell’associazione: poche chiacchiere, tanti fatti. Principio che ci conferma la stessa presidente di Emergency Teresa Sarti, che ci ricorda come Emergency, a una sola settimana dalla sua fondazione sia partita per il Ruanda con un budget non certo cospicuo per quello che andava a fare! Alla conclusione del meeting Gino Strada ci ha salutato con un discorso di cui riporto una parte: ‘Emergency non nasce da un’ideologia ma da una necessità fisiologica. Curare lo si fa non perché è un atto caritatevole, ma perché è prima di tutto una necessità. Nel preambolo della dichiarazione dei diritti umani è scritto che il fondamento della pace e della giustizia è il riconoscimento di uguali diritti umani. Ciò significa che se non ci sono diritti uguali per tutti crollano le fondamenta. La negazione dei diritti è di per sé un atto di guerra. Ma la guerra non è infinita e si può fermare. Perché la guerra è il cancro del pianeta, il fatto che la scienza non abbia debellato il cancro non significa che non lo farà in futuro. Non dimentichiamoci che nel passato eliminare la peste sembrava un’utopia, e così come la peste altre cose. Emergency lotta per l’abolizione della guerra, ma non si colloca nel movimento dei pacifisti o della sinistra radicale o con ong che dai ‘senza se e senza ma’ sono passate ai ‘senza dubbio’ riguardo la missione in Libano e altre vicende.’ Semplicemente agisce e in questo modo costruisce le fondamenta.

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