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7 – Verso una nuova società

Aprile 28
13:00 2023

Ogni individuo che non riesce a vivere un’esistenza
dignitosa, sarà una vergogna e una responsabilità per tutti.
È solo ritrovando lo spirito di essere comunità di cittadini, che
possiamo recuperare il senso di Stato che vogliamo incarnare:
portare equilibrio laddove ci sono squilibri, in modo che
nessuno debba più sentirsi ai margini e tutti
riescano a esprimere le proprie potenzialità.
È dall’individuo che bisogna ripartire.

Roberto Fico


Verso una ritrovata comunità

Oggi, a causa della pandemia generata dalla diffusione nel mondo del Coronavirus, abbiamo avuto il tempo e la possibilità – forzata – di guardare dentro di noi. Ci siamo accorti che la vita condotta fino a ieri era condizionata anche da abitudini indotte dalla società in cui viviamo. Molte di esse sono degne di essere vissute, ma abbiamo potuto verificare come molte altre sono veramente o superflue o prive di contenuti o contrarie ai valori dell’umanità. E tutto ciò nonostante i suggerimenti, le critiche o, peggio, le condanne che i grandi pensatori hanno espresso da millenni. Ecco che emerge, silenziosa, l’idea che siamo di fronte a un cambiamento sostanziale del nostro modo di vivere. L’insicurezza è tangibile e afferra tutti noi. La precarietà aumentata, la liberalizzazione dilagante, conduce ognuno di noi a sentirsi da solo con le sue incertezze.


Lungo tempo di reclusione in casa
annebbia la mente e offusca il pensiero.
Come potremo ora comunicare
senz’assistere alla nostra voce
mentr’esce flebile da piccolo foro
d’un impenetrabile guscio di paura?
L’illusione genera fantasmi
e a nulla vale aggrapparsi alla realtà
del presente che frana miseramente.
Paura asfissiante spinge a modificar ambiente.

Armando


Il nostro sgomento si può superare solo se si ritrova il contatto e la condivisione dei problemi con gli altri. Non saranno le soluzioni personali la panacea della crisi, ma solo in una ritrovata comunità potremo raggiungere la salvezza. Non si può continuare a vivere cercando continuamente un’espansione economica, ma occorre orientare la mira verso un altro obiettivo: il futuro. Il futuro è esattamente ciò che stiamo ‘rubando’ alle nuove generazioni. Ma allora coinvolgiamo i giovani alla costruzione di qualcosa che è solamente di loro competenza! Forziamo il loro ingresso nella sfera delle decisioni per far esprimere la loro intelligenza. C’è qualcuno che con reverse mentoring intende un processo mediante il quale la nuova generazione ‘digitale’ può aiutare i senior a familiarizzare con la tecnologia. Io credo che, predisponendoci all’ascolto, avremo sicuramente molto da imparare da loro e non solo sulla tecnologia digitale!

Il fallimento del neoliberismo

Il sistema economico globale, basato sul neoliberismo, è il responsabile principale delle crisi mondiali e delle conseguenze collaterali quali le diverse configurazioni del terrorismo. Ha dato l’abbrivio alla deregolamentazione dei mercati e alle privatizzazioni delle imprese pubbliche. Inoltre, ha esaltato un ruolo statale mirato alla protezione dei poteri monopolistici.
La visione ordoliberista (del liberismo sociale) della Germania è stata presa come riferimento nella edificazione dell’Unione Europea. È una “economia sociale di mercato” fondata sulla competizione (concorrenza) come regola che lega fra loro i protagonisti. Ecco perché il neoliberismo non si è concretizzato in un modo omogeneo, ma genera combinazioni politiche differenti e incoerenti in funzione delle caratteristiche economiche e sociali dei protagonisti in gioco. In altri termini, ogni componente della Unione Europea, pur usando le regole comuni, opera in maniera difforme rispetto agli altri stati.


Siamo oppressi da una banda internazionale di speculatori di borsa, senza scrupoli
e senza etica, che ha formato un mondo di ineguaglianza, di orrore e di miseria.
È indilazionabile operare per mettere fine al loro impero criminale.

Armando


L’Europa ora vive il paradosso di un neoliberismo stato-centrico deciso in precedenza. Visto che all’interno degli stati si potrebbero generare provvedimenti centrali troppo invasivi, si rese necessario inserire limitazioni alla sovranità degli stati. In particolare, per quanto riguarda gli affari economici, i governi hanno una riduzione della relazione democratica con i propri rappresentati perché devono rispondere al giudizio delle agenzie di ‘rating’ e alla finanza internazionale. Inoltre, anche il controllo sulle concentrazioni di potere economico e industriale deve essere dato in delega all’Unione Europea.

La crisi mondiale creata dal Covid-19

L’attuale pandemia sviluppata dalla diffusione del Covid-19 ha evidenziato con chiarezza che stiamo subendo un ulteriore gigantesco fallimento dell’attuale assetto neoliberista delle società capitalistiche e che gli attuali governi del neoliberismo non sono la soluzione al problema ma, paradossalmente, essi sono il problema.
Probabilmente dall’isolamento che i popoli hanno subìto a causa delle restrizioni sulla libertà di circolazione riaffioreranno nuovi valori e si riconfermerà la qualità della comunità, della coesistenza e della familiarità.
Negli ultimi due decenni sono già esplose epidemie quali il Coronavirus (SARS) del 2003, l’influenza aviaria del 2004, l’influenza suina del 2009, l’Ebola del 2014. Ebbene, esse hanno dato ampia dimostrazione di come sia fragile l’organizzazione sociale e sanitaria dell’umanità su queste tematiche: la globalizzazione funziona (forse meglio) anche per i virus che la usano per diffondersi!
Gli scienziati avevano già detto che sarebbero arrivate altre pandemie perché, a causa della distruzione di vasti ambienti naturali, molti animali selvatici sono stati costretti a vivere in zone più vicine a quelle dove vive l’uomo e ciò rende più probabile la mutazione di virus propri degli animali selvatici in forme compatibili con il loro sviluppo nell’uomo e la loro diffusione nell’uomo. Penso che il disastro dalla diffusione del Covid-19 sia derivato da queste trasformazioni ambientali. Se non pensiamo seriamente di modificare il sistema globale nel quale viviamo, la prossima volta che capiterà qualcosa di simile – cosa molto probabile – andrà peggio di come sta andando ora. Ma l’ingordigia del profitto rende miopi: che vantaggio c’è nell’utilizzare risorse ora per un evento che forse potrebbe accadere nel futuro?

Una crisi sanitaria

La pandemia di Covid-19 è una grande crisi sanitaria globale, certamente la più grande degli ultimi cento anni. L’infezione del virus genera una grave patologia, specialmente per la categoria degli anziani che sono a rischio più elevato.
Noi stiamo facendo scudo (mah!) ai nostri anziani – anello debole della catena – ma, quando il coronavirus si sposterà nei paesi poveri, dovremo preoccuparci ancor di più della moltitudine ad alto rischio che vive in quei paesi dove non solo gli anziani sono a rischio, ma anche i giovani in ragione della malnutrizione, della estesa diffusione di malattie del sistema immunitario (per esempio HIV), della debolezza dei sistemi sanitari, eccetera.

Una crisi economica

Molte persone stanno morendo, ma gran parte della politica e della finanza è molto impensierita dal colpo che la recessione sta infliggendo all’economia! L’emergenza Covid-19, infatti, sta iniettando nell’organismo economico mondiale un siero che procura la paralisi. Per ora non scarseggiano i soldi, ma scarseggiano gli acquirenti. La gente è costretta a stare a casa e non alimenta il normale consumo dei beni. Non solo. Fra breve, visto che la gente non può andare a lavorare e non produce, mancheranno anche una gran quantità di beni da acquistare. Molti economisti concordano che la crisi legata a questa pandemia potrebbe condurre a una nuova recessione mondiale già nel corso del 2020 collegata anche a una successiva crisi finanziaria di livello globale. Per quanto riguarda le note criticità dell’economia italiana, l’enorme debito pubblico esistente e l’inevitabile suo aumento in questa fase preannunciano il rischio reale di uscita dell’Italia dall’euro. Anche altri paesi dell’UE hanno criticità, seppur diverse, e potrebbero uscire dall’euro. Ciò, in sostanza, indicherebbe la fine della moneta unica.

(dal libro “Verso il cambiamento” edito nel 2020)

In precedenza:

1 – Il ‘tumulto’ proveniente dal Novecento

2 – La comunità e la società moderna

3 – Il neoliberismo. L’avvento della globalizzazione

4 – Il sovranismo riproposto

5 – La sostenibilità ambientale

6 – La scorretta distribuzione delle risorse

a seguire:

8 – La transizione energetica

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