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70 anni dalla morte di Freud

70 anni dalla morte di Freud
Maggio 31
23:00 2009

70-anni-santa-freudFu negli anni della prima giovinezza che divenne predominante in lui l’esigenza di comprendere gli enigmi del mondo che ci circonda. Così, la via migliore fu quella dell’iscrizione alla facoltà di medicina, dopo essersi cimentato senza successo con la zoologia e la chimica. Attraverso nuove sollecitazioni arrivò alle ricerche sulle nevrosi. Cos’è una nevrosi? Secondo Freud, che la rifiuta come malattia del sistema nervoso, è un conflitto tra il mondo delle pulsioni (da lui chiamato ES) e le esigenze della società (super IO) che ne chiedono il contenimento ed il controllo. Nel mezzo di questa dinamica c’è il percorso e il disagio dell’umanità. Il maestro trasse questa concezione rivoluzionaria di nevrosi, non dalla medicina del suo tempo, ma bensì dalle intuizioni filosofiche del Romanticismo, da Goethe, ma soprattutto da Schopenhauer, che egli considerava suo precursore e a proposito del quale scrive: “Pochi uomini hanno compreso che ammettere l’esistenza di processi psichici inconsci rappresenta un notevole passo avanti per la scienza e per la vita”, ragion per cui, la volontà inconscia di molti filosofi può essere equiparata alle pulsioni psichiche di cui parla l’attuale psicanalisi. Secondo loro in ognuno di noi abita una doppia soggettività, quella della specie e quella dell’individuo, il tutto codificato dalla psicoanalisi come io ed inconscio. Nell’inconscio occorre distinguere un inconscio pulsionale, dove trovano espressione le esigenze della specie, quali la sessualità e l’aggressività necessaria per la difesa della prole, ed un superegoico dove si depositano e s’interiorizzano le esigenze della società. L’io, subisce e patisce queste due pulsioni proprio perché al servizio della specie e la società per salvaguardare se stessa, chiede di contenerle nell’espressione entro limiti ben definiti. Questo avviene attraverso l’educazione, durante la quale, interiorizzando i divieti genitoriali ciascun individuo acquisisce i divieti sociali, che svolgono la funzione di contenimento dei moti pulsionali. Tra le esigenze della specie e le esigenze della società ci siamo noi, il nostro io, la nostra parte cosciente, che cerca di dare adeguata e limitata soddisfazione ad entrambi gli inquilini, la cui forza però, può incrinare l’equilibrio dell’io generando nevrosi, o addirittura lo può dissolvere, eliminando la mediazione tra due aspetti in conflitto, generando così psicosi e follia. La psicoanalisi può operare solo con la nevrosi avendo bisogno dell’alleanza dell’io, ma non può nulla contro la psicosi, dove l’inconscio pulsionale e l’inconscio sociale confliggono corpo a corpo con l’assenza dell’arbitro io. Rafforzare l’io è il vero sforzo terapeutico, renderlo indipendente dal superio, ampliare il suo campo percettivo. “Dov’era l’ES deve subentrare l’IO, questa è l’opera della civiltà, dichiarava il maestro” Nacque così con Freud una nuova morale, regolamentata non più dall’ascesi, ma dal lavoro, dall’opera della civiltà, non più a termine verso l’altro mondo, ma verso l’ordinamento di questo mondo. Alcuni suoi eredi non concordarono con ciò, si allontanarono da lui e la separazione fu inevitabile. Tra gli eretici ricordiamo; Otto Rank che rilevò l’importanza del trauma della nascita, Alfred Adler, ai cui cogniti la nevrosi non ha origine dalla libido ma bensì dall’incapacità di creare legami sociali e Wilhelm Reich che con le sue teorie cercò d’attuare una revisione radicale della morale sessuale coercitiva. Tra gli innovatori meno a lui distanti ricordiamo; Erich Fromm attento alle emozioni e alla storia, Melanine Klein che ha preferito nel paziente le relazioni primarie con la madre e Carl Gustav Jung, lo spiritualista affascinato dalle religioni orientali, che elabora il concetto d’inconscio collettivo espresso attraverso i miti e le menzionate. Sigmund Freud, figlio di un commerciante di lana ebreo, ateo e darwinista impregnato di cultura giudeo-cristiana, finito nella lista nera dei nazisti come autore da mandare al rogo, morì addormentato dalla morfina dopo 32 interventi ed una lunga agonia, per causa di un tumore alla mascella. Grazie maestro, per averci lasciato delle regole che possono aver ragione dell’inconscio … e per averci veramente cambiato la vita?

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