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86° Commemorazione dell’Holodomor

Novembre 22
07:14 2019

Sabato 23 novembre 2019
86° Commemorazione dell’Holodomor
HOLODOMOR Ukraine genocide 1932-1933
NEVER FORGET

Tutti gli anni, il quarto sabato del mese di Novembre, quest’anno sabato 23 novembre, in Ucraina e nel mondo si commemora l’Holodomor, il genocidio degli ucraini perpetrato a danno dell’intera popolazione negli anni 1932-1933. Questa tragedia, una carestia artificiale provocata dal regime sovietico di Stalin, Holodomor significa “morte per fame”, è la pagina più triste della storia d’Ucraina e uno dei crimini su più vasta scala commessi in Europa e nel mondo intero nel ‘900.
Grazie al riscontro ottenuto dalle iniziative promosse negli ultimi anni dall’Ambasciata d’Ucraina in Italia, per sensibilizzare il pubblico italiano su questo tragico episodio che vide circa dieci milioni di morti, lo scrittore e artista italiano Sabatino Scia presenta quest’anno un progetto speciale interamente dedicato all’Holodomor, curato da Rosi Fontana e con una speciale introduzione dell’Ambasciatore d’Ucraina in Italia, S.E. Yevhen Perelygin.
Sabatino Scia è uno scrittore e artista italiano, unico al mondo, che ha dedicato gli ultimi anni del suo lavoro di ricerca all’Holodomor. Non solo, tutte le sue opere sul tema del genocidio ucraino saranno donate dallo scrittore al Museo Memoriale dell’Holodomor di Kyiv.
Dimenticato, ma anche deliberatamente nascosto e negato, il genocidio ucraino, fu portato a termine per ordine del “generalissimo” senza suscitare, se non in minima parte, lo sdegno della comunità internazionale. La morte per fame, una delle morti più atroci, in talune aree raggiunse un numero di decessi inimmaginabili. Intere città e aree rurali furono letteralmente azzerate.
Secondo Raphael Lemkin, il giurista ebreo polacco che creò il termine “genocidio”, l’Ucraina dell’epoca è un “classico esempio” di questo concetto: “fu un caso di genocidio, di distruzione non solo di individui, ma di una cultura e di una nazione”.
Finchè l’URSS è esistita non è stato possibile scrivere la storia del genocidio degli ucraini, il governo di Mosca ha posto in essere ogni attività per negare e cancellare lo sterminio, alterando documenti e distruggendo gli archivi.
Dal 1991 l’Ucraina è una nazione indipendente, una democrazia molto giovane. Così solo negli ultimi decenni si è potuto realmente dare seguito alle ricerche storiche e alla raccolta delle testimonianze dirette sul dramma vissuto dalla popolazione.
Per questa ragione la letteratura esistente sull’Holodomor è poca e frammentata. Ancora meno, se non quasi inesistenti, sono le espressioni di carattere non documentali o letterarie. L’arte, la cinematografia, lo spettacolo, ovvero tutte quelle espressioni creative e dell’intelletto e della umana sensibilità non hanno ancora espresso a pieno il dramma dell’Holodomor. Il genocidio annientò pure il movimento nazionale ucraino che riemerse soltanto nel 1991 con l’indipendenza.
L’Holodomor fu l’esecuzione di un disegno politico agghiacciante: la requisizione di tutto il grano prodotto e di tutti i generi alimentari, compresi gli animali. Nulla fu lasciato affinché le persone potessero nutrirsi. Uomini, donne, bambini, anziani, intere famiglie, furono gettati senza pietà alcuna nel baratro dell’inedia.
Così le testimonianze raccontano dei cadaveri per strada, che nessuno aveva la forza di seppellire; delle sepolture che dovevano essere sorvegliate per evitare episodi di cannibalismo; dei bambini gonfi e scheletrici per la denutrizione; delle famiglie costrette all’esilio e che vivevano di erba e ghiande; della requisizione di ogni bene; di case, coltivazioni e animali bruciati; di lunghe file di affamati per le strade; di scene disumane per le strade di Charkiv, dove si confondevano i vivi e i morti e crescevano continuamente fosse comuni; della deportazione nei gulag di chiunque tentasse di testimoniare lo sterminio in corso.
Tutto questo è poco documentato, le immagini, fra le poche salvate dalla distruzione non hanno bisogno di didascalie, colpiscono il cuore e la mente di chi le guarda.
Il progetto di Sabatino Scia, un vero e proprio libro per immagini, sta traducendo se tela alcuni episodi dell’Holodomor, un racconto che si dipana attraverso quegli episodi che i superstiti, gli storici e i documenti riferiscono.
Pur essendo attraversate da colori brillanti e vivaci, e spesso da figure e simboli dell’immaginario, le opere che compongono il progetto di Sabatino Scia “Holodomor. Ukraine genocide 1932-1933. Never Forget” raccontano con estrema incisività l’angoscia, il dolore e la morte vissuti dal popolo ucraino.
Sabatino Scia sceglie per le sue opere un linguaggio figurativo semplice, quasi naif. Sulla tela trovano posto colori simbolici: il rosso del sacrificio, del sangue, del tormento; il verde a rappresentare una terra ricca e prosperosa, conosciuta come il granaio d’Europa ma che, a causa della follia di Stalin, affama i suoi figli; l’oro dei campi di grano che si contrappone alla desolazione della terra che ora è spoglia, nera, bruciata; il marrone contrapposto ai rossi del fuoco e delle fiamme che trasformano gli alberi in nudi spettri; e poi quei viola, fucsia, azzurri, blu, rosa, che generano un’immagine inusuale, perfino straniante, ma che racconta il dramma attraverso una visione cromatica violenta, irreale. Questo acceso cromatismo che Sabatino Scia regala all’osservatore vuole sottolineare quelle infinite e crude stratificazioni del dramma nascosto, ed è un omaggio a tutte le vittime dell’Holodomor.
Attraverso le forme, le figure e i simboli, Sabatino Scia imprime sulla tela un linguaggio esplicativo impattante e simbolico: corpi scheletrici, volti trasformati in maschere di morte, bocche aperte alla disperazione e alla fame che ricordano “L’urlo” di Edward Munch e riconducono al vissuto delle vittime dell’Holodomor, alienate dalla privazione. E poi mucche rosse con la palla al piede, ostaggio di una folle politica; mucche e animali verdi divenuti spettri di una terra simbolo di ricchezza e prosperità obbligata alla miseria; serpenti rossi come demoni, e come demoni senza alcuna pietà e simboli stessi del tradimento.
L’artista introduce, inoltre, nei suoi dipinti, immagini elaborate quali il Cristo verde, simbolo delle campagne violate e ai cui piedi della croce gemono i contadini affamati, propone anche una nuova visione della bambina con le spighe di grano simbolo del Museo Memorial dell’Holodomor di Kyiv, che Sabatino Scia immagina nell’angoscia della fame e circondata dal demone di Stalin.
Lo scrittore in questo progetto dedicato all’Holodomor “scrive” opere che sono capitoli di questa storia che si aprono per immagini.
Oggi è il tempo di conoscere, il tempo di guardare, soprattutto è il tempo per non dimenticare. “Never forget” recita il titolo del progetto di Sabatino Scia, una pagina di storia scritta con pennelli e colori, vivida come una ferita ancora aperta. Così come è l’Holodomor per il popolo ucraino.
“Mi auguro che negli anni a venire molti altri scrittori e artisti raccontino l’Holodomor. Aggiungere al lavoro degli storici e dei saggisti le visioni e le emozioni che un artista può ricreare su un tema così delicato e sensibile contribuirebbe a rendere giustizia ai dieci milioni di innocenti che soffrirono e morirono per la volontà di un folle. Non soltanto gli ucraini debbono ricordare e premere affinché pagine di storia come queste non si ripetano mai più, ma ogni essere umano, in qualsiasi parte del mondo deve conoscere questa storia. Tutti noi dobbiamo essere consapevoli del fatto che questo è stato un genocidio, per questa ragione non dobbiamo mai dimenticare ciò che è accaduto. Questo dichiara Sabatino Scia.
Sono sedici le nuove opere portate a termine da Sabatino Scia per la donazione all’Ucraina e, come già specificato, quella di Sabatino Scia è una pittura di denuncia come si può capire dai titoli stessi delle opere: Genocidio nascosto; La morte e la natura; Bosco bruciato. Bosco violentato. Uomini violentati; Kulaki. I treni della morte. Siberia. Molotov, Stalin, Kaganovic; Il Cristo Verde. Il Cristo delle Campagne Violate. Il Cristo dei Contadini affamati; Dictator Yoseph Stalin genocida; che racconta come, incredibilmente, anche a Napoli, la città di nascita di Sabatino Scia, le persone piangevano per strada per la morte del tiranno sovietico; Le mucche rosse; Villaggio accerchiato dai serpenti rossi; Bosco bruciato. Disperazione. Supplizio. Ignobile fine dei fratelli Kulaki; Morire di Fame e senza Dio; Davvero i Kolchoz era cosi!; E un giorno tutto-tutto improvvisamente divenne Rosso; Albero di natale comunista; Il falco dittatore; Il rosso della dittatura divorò i sacri colori della libertà; L’albero della speranza.

UFFICIO STAMPA:
Rosi Fontana Press & Public Relations – info@rosifontana.it

 

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