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A chi attraversa il mare, a un ragazzo detto Nathan….

A chi attraversa il mare, a un ragazzo detto Nathan….
Gennaio 20
10:41 2019

(Serena Grizi) Per chi attraversa il mare, per chi non ce la fa, non ce l’ha fatta. Per le storie diffuse in questi giorni, ma già conosciute a chi le ha cercate, dal libro Naufraghi senza volto. Dare un nome alle vittime del Mediterraneo (Raffaello Cortina editore) di Cristina Cattaneo, l’anatomopatologa che ricostruisce le vite di chi è finito in fondo al mare senza avere neppure più il tempo di pensare un’ultima volta. Le ricostruisce prima attraverso i poveri resti mortali e poi attraverso le poche cose, quelle considerate più importanti portate con sé verso quello che non sanno essere il loro ultimo viaggio… A Nathan, così lo ha chiamato il giornalista Massimo Gramellini durante il suo racconto televisivo a Le parole della settimana, che teneva, cucita nel risvolto della giacca, la sua pagella ripiegata più volte: una bella pagella, orgoglio di quel ragazzo, viatico secondo lui verso un mondo più bello dove potersi realizzare. Nathan diventa simbolo degli uomini e delle donne che non toccheranno mai più terra, quelli ai quali persone ben piantate sulla terra hanno ‘l’audacia’ di dire no.

 

Preghiera per me

Ma più che il valicare il mare, secondo me, 

son dure le cose che ti costrinsero a passarlo

(Ibn Hamdis)

 

Non darmi figli se per mare devo andare

– che per mare andrò a morire –

Dammi pace e pane

e se la vita dovrò lasciare

fa che le vesti mi coprano

come se in casa stessi a riposare

– gli occhi chiusi

e la bocca

di chi non torna a respirare –

 

Se l’azzurro mare m’invaderà

bacia chi resta con aliti di Brezza

e fa che l’ultimo pasto mio

non sia la sabbia

non sia la sabbia      S.G.

Dalle belle e colorate tavole che Makkox, Marco Dambrosio, ha dedicato al giovane con la pagella – immagine web

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2 Commenti

  1. Armando Guidoni
    Armando Guidoni Gennaio 21, 10:31

    Cara Serena, la tua poesia è meravigliosa e schianta le corazze delle coscienze.

    Reply to this comment
  2. maria
    maria Gennaio 21, 08:54

    da piangere, da battere la testa al muro, da coprirsi di cenere per la vergogna. a tutti i Nathan in viaggio col loro lasciapassare fatto di dolore e speranza: “che l’ultimo pasto mio
    non sia la sabbia…”

    Reply to this comment

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MONOLITE e “Frammenti di visioni”

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