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A CHI SI INTITOLANO LE STRADE AD ALBANO LAZIALE?

Agosto 20
06:56 2020

La giunta comunale di Albano Laziale ha da poco deliberato di intitolare cinque spazi a vari personaggi che per diverso titolo avrebbero una connessione con la nostra cittadina. Pensiamo si possa passare sopra ai nomi di Goethe e Stendhal, indiscutibilmente grandi personaggi presenti ai Castelli Romani ai tempi del Gran Tour. Nulla da eccepire nemmeno per Faustina Ponzo detta Sesta, conosciutissima ad Albano che è stata insignita di Diploma d’Onore al Combattente della Libertà nel 1985 dal Presidente della Repubblica. Molti cittadini e cittadine di Albano ancora ricordano la partigiana Sesta che trasportava sul suo carretto le armi nascoste tra i recipienti del latte oppure nel cestino della sua bicicletta nascondeva importanti documenti sotto la frutta. Si tratta per Albano di un grande onore!

Però ci sono due nomi sui quali il Partito Comunista avrebbe da dire qualcosa. Il primo è Lord Robert Baden Powell, fondatore dello scoutismo, non esiste una specifica connessione locale tra Albano e lo scoutismo, qualcosa che distingua Albano per le attività scoutistiche. A parte questo Baden-Powell fu sostanzialmente un generale della British Army che ha combattuto in queste guerre:

  • Le guerre anglo-ashanti furono quattro guerre combattute tra Impero britannico e Impero ashanti tra il 1823 ed il 1900 nell’Akan interno della Costa d’Oro (attuale Ghana). Le guerre vennero scatenate dal tentativo degli Ashanti di stabilire un controllo forte sulle aree della costa dell’attuale Ghana. La popolazione della costa, come i Fanti e gli abitanti di Accra, in particolare i Ga, si posero sotto la protezione degli inglesi contro le incursioni degli Ashanti.
  • La Seconda Guerra Matabele, nota anche come rivolta dei Matabele e, in Zimbabwe, come Prima Chimurenga (“Lotta Rivoluzionaria”), fu combattuta tra il 1896 e il 1897 nel paese oggi noto come Zimbabwe. Vide schierarsi la Compagnia Britannica del Sudafrica contro il popolo Ndebele (oppure Matabele).
  • La Seconda Guerra Boera, chiamata anche grande guerra boera, guerra sudafricana o seconda guerra anglo-boera fu un conflitto militare combattuto tra l’11 ottobre 1899 e il 31 maggio 1902 dall’Impero britannico contro le due repubbliche boere indipendenti, la Repubblica del Transvaal e lo Stato Libero dell’Orange.
  • L’assedio di Mafeking fu un evento bellico che ebbe luogo tra il 1899 e il 1900, nell’ambito della seconda guerra boera. Mafeking all’epoca era una cittadina di coloni inglesi nel remoto confine nord orientale fra la Colonia del Capo e la repubblica boera del Transvaal, nodo ferroviario e capoluogo amministrativo. Fu messa sotto assedio dai Boeri il 13 ottobre 1899, il giorno dopo lo scoppio della seconda guerra boera. L’assedio durò sette mesi, fino alla liberazione da parte delle forze inglesi, avvenuta il 17 maggio 1900. Il comandante della piazzaforte era il colonnello Robert Baden-Powell, il futuro fondatore dello scautismo, che aveva iniziato a fortificare un perimetro di 10 km intorno alla città già dal 19 settembre.

Ora lo scoutismo sarà pure un simpatico diversivo per la gioventù occidentale, anche se restano ferme le innumerevoli controversie di natura etica e politica ma certo Sir Robert, Primo Barone di Gilwell è e resterà sempre fondamentalmente un militare che ha guidato i suoi eserciti contro popolazioni inermi su territori ricchi di risorse. Tirare fuori dagli armadi certi scheletri come il colonialismo, di questi tempi che abbiamo così bisogno di solidarietà verso gli uomini e le donne che arrivano in Italia sui barconi (sempre che il mare non se li sia inghiottiti prima di arrivare), mi sembra scarsamente educativo e democratico. Meglio far aggirare lo spettro della solidarietà tra i popoli e dell’integrazione nei nostri territori. Di grazia, c’è per cortesia un altro nome? Più adatto ai cittadini di Albano spero ancora pacifici?

A questo si aggiunge il nome di San Josemaria Escrivà, fondatore dell’Opus Dei, anche qui non è chiara la connessione locale con Albano Laziale.

Escrivà iniziò il ministero sacerdotale nella parrocchia di Perdiguera, nell’arcidiocesi di Saragozza. Nella primavera del 1927 si trasferì a Madrid, dove lavorò anche per sostenere i poveri e malati delle borgate, specie agli incurabili e ai moribondi negli ospedali. Divenne cappellano del Patronato per i malati, iniziativa assistenziale delle Dame Apostoliche del Sacro Cuore, e fu docente in un’accademia universitaria. Il 2 ottobre 1928, Escrivá fondò l’Opus Dei. Il 14 febbraio 1930, iniziò l’apostolato dell’Opus Dei con le donne. Si apriva così quella che alcuni vedono come una “nuova via” per la Chiesa cattolica, finalizzata a promuovere, fra persone di ogni ceto sociale, la ricerca della santità e l’esercizio dell’apostolato attraverso la “santificazione” del lavoro.

Nel 1934, fu nominato rettore del Patronato di Santa Elisabetta. Durante la guerra civile spagnola, svolse il suo ministero sacerdotale dapprima a Madrid e quindi a Burgos. In varie fasi della guerra, fu costretto per salvarsi la vita a dissimulare la sua condizione clericale. Del resto, già allora Escrivá ebbe per lungo tempo forti opposizioni, in particolare a causa della sua presunta vicinanza agli ambienti politici del nascente governo di Francisco Franco, che dell’appoggio alla chiesa e del ripristino del suo ruolo dominante nella società spagnola aveva fatto la sua bandiera.

Il 9 aprile 1990 Giovanni Paolo II dichiarò l’eroicità delle virtù di monsignor Escrivá, che pertanto ricevette il titolo di Venerabile. Il 6 luglio 1991 il Papa ordinò la promulgazione del decreto che dichiarava il carattere miracoloso di una guarigione dovuta all’intercessione di Escrivá, atto con il quale si concluse l’iter di beatificazione del fondatore dell’Opus Dei; la stessa fu celebrata il 17 maggio 1992, nel corso di una cerimonia presieduta da Giovanni Paolo II in piazza San Pietro.

Molte le critiche e le controversie cui è stata sottoposta l’Opus Dei, tra le quali numerose dal mondo cattolico. Dopo il Concilio Vaticano II vi furono molte critiche all’Opus Dei riguardo al suo carattere ultraconservatore e reazionario, si è parlato di un vero e proprio integralismo cattolico. L’accusa all’Opus Dei di avere la forma di una setta massonica (“massoneria bianca” e vicinanza all’esoterismo) è stata ripresa per contestare l’appoggio alle dittature in Sudamerica ed in Spagna e l’influenza di idee di stampo fascista.

Nell’ambiente dell’Opus Dei è stata elaborata, a metà degli anni ’90, la teoria del complotto sull’ideologia gender, nata da una rielaborazione strumentale degli studi di genere ad opera dell’attivista cattolica Dale O’Leary. La teoria afferma l’esistenza di un piano portato avanti dai movimenti LGBT e femministi che avrebbe come obiettivo la fine dell’identità sessuale e di genere; ciò, secondo la teoria, porterebbe alla fine dell’umanità.

Gli Statuti dell’Opus Dei non prevedono, tra le finalità associative, l’esercizio di attività aventi per oggetto l’intermediazione mobiliare, l’investimento in imprese o altre attività connesse in qualche modo con la finanza e tuttavia il coinvolgimento in numerosi scandali bancari come il crack del Banco Ambrosiano e il “caso IOR” sono più che provati.

La pratica della mortificazione corporale è una secolare tradizione del popolo cristiano e di molti santi, ed è consigliata in più punti nelle opere di Escrivá ed esplicitamente prescritta nel Codex Iuris Particularis Operis Dei al Titolo 3, articolo 83.

Otto membri dell’Opus Dei furono nominati ministri nei governi del dittatore Francisco Franco tra il 1957 ed il 1975. L’ingresso nei governi franchisti di membri dell’Opus Dei si dice fu «a titolo personale, cooptati per la stima che si erano guadagnati nell’esercizio delle rispettive professioni». Lo stesso avvenne con diversi altri esponenti del cattolicesimo: ad esempio, il presidente dell’Azione Cattolica spagnola, Alberto Martín Artajo, fu nominato ministro degli Affari Esteri nel luglio 1945.

Di grazia, c’è per cortesia un altro nome?

di Loredana Massaro

Assessore alla cultura con Bruno Valentini Sindaco

 

 

 

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