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A Julian Barnes il Man Booker Prize 2011

A Julian Barnes il Man Booker Prize 2011
Dicembre 17
00:00 2011

Julian BarnesAl sessantacinquenne scrittore londinese Julian Barnes è stato assegnato il Man Booker Prize 2011 per il romanzo The Sense of an Ending, pubblicato da Jonathan Cape nell’agosto scorso. La vittoria di Barnes non è stata una sorpresa: giunto al suo undicesimo romanzo, era la quarta volta ad essere incluso nella lizza dei finalisti. A Barnes è andato un assegno di £50,000 (circa 58.500 euro). Dopo l’attività di giornalista che lo ha impegnato fino a metà degli anni Ottanta con le testate New Statesman, Sunday Times e Observer, Barnes si è sempre più dedicato all’opera di narratore, ottenendo numerosi riconoscimenti. Apprezzatissimo in Francia, allo scrittore inglese nel 2004 è stato conferito l’alto titolo di Commandeur de l’Ordre des Arts et des Lettres.

I suoi romanzi sono stati tutti pubblicati in Italia, tranne The Sense of an Ending e i primi due: Metroland (1981) e Before She Met Me (1982). Tra questi si ricorda Il pappagallo di Flaubert, anch’esso finalista del Booker. Dai suoi romanzi sono tratti due film: Love, etc. (1996) di Marion Vernoux con Charlotte Gainsbourg e Yvan Attal; e Metroland (1997) di Philip Saville, con Christian Bale ed Emily Watson. Come giallista ha pubblicato altri quattro romanzi sotto lo pseudonimo di Dan Kavanagh. Il titolo The Sense of an Ending è ispirato all’omonimo saggio di Frank Kermode sulla teoria del romanzo, tradotto in italiano con Il senso della fine. La brevissima narrazione di Barnes (soltanto 150 pagine) si incentra su un sessantenne, Tony Webster, che viene improvvisamente chiamato a visitare il proprio passato nel momento in cui conduce una tranquilla vita di padre divorziato. S’accorge allora dell’imperfezione della memoria, diversa qual è dalla realtà trascorsa che riaffiora, e del conseguente iato tra l’idea che ha avuto di sé e una più articolata cornice entro cui va inquadrata la vita. Il Man Booker viene assegnato a un romanzo di lingua inglese pubblicato da autori del Commonweath, dell’Irlanda e dello Zimbabwe (ex Commonwealth) nell’ultimo anno. È, con ogni probabilità, il premio di narrativa più importante al mondo. Vanta infatti un altissimo tasso di vincitori cui è stato successivamente conferito il Premio Nobel per la Letteratura: uno per ogni dieci autori, ossia quattro Premi Nobel in quarantatré edizioni del Booker (William Golding, Nadine Gordimer, V.S. Naipaul e J. M. Coetzee). Non c’è da meravigliarsi allora dell’importanza e talvolta dell’acceso diverbio che accompagna questa manifestazione letteraria, né della battuta di Barnes alla ricezione del premio. Riferendosi al premio alla memoria assegnato dal Booker a Beryl Bainbridge, candidata cinque volte senza mai vincerne uno, Julian Barnes, che in passato ha criticato i giurati, ha commentato la propria vittoria con un motto liberatorio di sapore anglosassone: «Non volevo andarmene al cimitero e ricevere un Beryl».

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