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Anna Arnaudo, 10.000m Europei U23, argento e record nazionale U23

Anna Arnaudo, 10.000m Europei U23, argento e record nazionale U23
Luglio 15
18:02 2021

Il 9 luglio 2021, Anna Arnaudo ha conquistato la medaglia d’argento sui 10.000 metri ai Campionati Europei under 23 a Tallinn (Estonia).

La vincitrice è stata Jasmijn Lau in 32’30”49 seguita da Anna Arnaudo che ottiene il suo Personal Best e record Under 23 in 32’36”98 (il precedente di 32:38.96 era di Allison Rabour del 1989) al terzo posto si classifica Lisa Oed 33’35”99, sfiora il podio Gaia Colli che comunque ottiene il suo Personal Best 33’44”90.

Di seguito approfondiamo la conoscenza di Anna attraverso risposte ad alcune mie domande, la mattina prima della gara.

Complimenti per la convocazione in nazionale, ti senti pronta? Assolutamente sì. Sono tranquilla ed è una bellissima sensazione perché so che ho la possibilità di onorare la maglia azzurra.

 

Sensazioni, emozioni, pensieri, prima dei Campionati Europei under 23? È l’ultima gara di una stagione che è andata molto bene. Quindi sono carica e piena di fiducia in me. Vorrei terminare la stagione con un ultimo grande sprint finale, con l’obiettivo di rimanere soddisfatta al 100%. Ho il secondo tempo di accredito, e questo sicuramente mi dà molta carica.

In effetti, Anna ha dimostrato di essere sempre più forte arrivando a competere con le più forti atlete del panorama europeo. Con il pettorale numero 167 aveva il secondo tempo di accredito 33’02”70 ottenuto il 5 giugno 2021 a Birmingham, il tempo più veloce di accredito era di Jasmijn Lau 32’20”75. Gaia Colli aveva il tempo di accredito di 35’05”76.

Quali saranno le strategie di gara? Cercherò di non sprecare energie nella prima parte della gara per preparare la volata della seconda parte, siccome molto probabilmente le mie avversarie imposteranno una gara tattica.

Ti consigli con un team? Figure professionali? Il mio allenatore è il mio punto di riferimento fisso.

 

Anna ha già tanta esperienza in campo internazionale allenata da Gianni Crepaldi, quindi insieme sanno come poter affrontare e gestire la gara per ottenere una performance ottimale.

Utilizzi una preparazione mentale pre-gara? Mi rilasso semplicemente.

C’è una parola o una frase che ti aiuta ad affrontare la prossima gara? Ultimamente mi dico di fidarmi delle mie gambe, di lasciar fare tutto a loro.

 

In effetti prima della gara, bisogna cercare di risparmiare più energie possibili cercando di rilassarsi il più possibile ma cercando comunque di essere attivati per la gara fidandosi di se stessi, del proprio corpo e credendoci mentalmente.

Quale aspetto del tuo carattere ti aiuta nell’affrontare gare importanti? Sicuramente il fatto che io ci tenga tanto allo sport, anzi, direi il mio amore per lo sport. Quando uno è innamorato riesce ad affrontare tutto.

In che modo la mente ti aiuta a superare i momenti difficili? Credo che alla base ci sia sempre l’amore per quello che faccio e la voglia di continuare a farlo.

 

Bella, interessante e utile la testimonianza di Anna, se ami qualcosa vai fino in fondo in ogni caso, ti impegni, sei disposto a fare sacrifici e a soffrire in attesa che finisca la fatica e si possa godere dei risultati raggiunti.

Quali capacità, caratteristiche, qualità ti aiutano in gare importanti? L’allenamento è fondamentale, ma anche la lucidità in gara.

 

Concordo, oltre a seguire un congruo periodo di allenamento mirato, in gara bisogna esserci con il corpo, il cuore e la testa. Cercare di avere tutto sotto controllo senza stress e senz’ansia ma lucidi in quello che si fa cercando di sperimentare il flow che permette di essere focalizzati e sperimentare che tutto fili liscio.

Come ti vedi tra 10 anni? Credo che, forse tra più di 10 anni, mi troverò a mostrare le mie foto ai miei figli, e a raccontare loro di avere una madre che in un certo senso ha fatto qualcosa di importante.

 

Tutto passa, cambia ed evolve ma penso che ha ancora tanto da dimostrare e da mettersi in gioco Anna, chissà se tra 20 anni diventerà una maratoneta, ultratrailer, ultrarunner.

Ti ispiri a qualcuno? Assolutamente sì. Genzebe Dibaba è la mia ispirazione, il mio idolo. Mi piace moltissimo come corre e il suo sorriso. Mi commuovo quando la vedo gareggiare. Ha una tecnica di corsa magnifica.

 

L’atleta a volte oltre a essere forte e a dimostrare superiorità fisica, riesce a dimostrare anche serenità, piacevolezza, pace, trasmettendo positività e senso di benessere. Genzebe Dibaba ha anche un bel sorriso e appare sempre semplice, umile e modesta. Genzebe Dibaba è una mezzofondista etiope, ha fatto registrare a Monaco, il 17 luglio 2015, il nuovo record mondiale dei 1500 metri piani (3’50″07), di cui è tuttora detentrice, e poche settimane dopo si è laureata campionessa mondiale sulla stessa distanza ai mondiali di Pechino 2015.

 

 

In tanti si ispirano ad atleti Etiopi e kenioti che sono fortissimi e da imitare per cercare di raggiungere altissimi livelli, preferibilmente allenarsi con loro nelle proprie località.

Come stai cambiando attraverso lo sport? Non saprei dire. Forse non sto cambiando, ma semplicemente lo sport mi sta offrendo la possibilità di tirare fuori il meglio da me stessa.

 

In effetti in questa gara Anna ha tirato fuori di sé risorse, caratteristiche, capacità straordinarie e non si sa cosa potrà ancora combinare.

 

Anche lo scorso giugno prima dei campionati italiani chiesi ad Anna di rispondere ad alcune mie domande e l’11 Giugno 2021 a Grosseto, Anna Arnaudo si laurea campionessa italiana promesse dei 3000 siepi in 10’01”16.

Di seguito riporto le risposte ad alcune mie domande.

Quando ti sei sentita campionessa nello sport? Non saprei bene dire quando. Forse non mi sono mai sentita campionessa ‘nei confronti degli altri’. Però mi sento campionessa ‘contro me stessa’ ogni volta che una gara o un allenamento vanno bene.

 

Questo sembra essere un buon approccio, considerare prima se stessi, partire da se stessi, da quello che si vuole fare e ottenere e poi guardarsi intorno, confrontarsi, apprendere, capire dove si vuole arrivare e come.

Nello sport cosa e chi contribuisce al tuo benessere e/o performance? Al primo posto metterei una vita sana. Al secondo, la motivazione che mi trasmettono le persone che mi circondano.

 

Qual è stato il tuo percorso nello sport? Ho iniziato atletica in prima superiore, prima con la scuola, poi un mio caro amico mi ha invitato ad andare a provare. Ero la classica ragazzina con mille insicurezze, quindi, prima di aggregarmi al gruppo di allenamenti, ho passato mesi ad allenarmi per conto mio quasi con un certo ‘masochismo’… Ma non sapevo ancora che sarei stata immediatamente la migliore una volta entrata nel mio primo gruppo di allenamenti, a Cuneo, presso l’A.S.D. Dragonero. Il mio primo allenatore è stato Augusto Griseri. Poi è stato Marco Corino fino alla quinta superiore. Dopodiché mi sono spostata a Torino per l’università, dove ha iniziato a seguirmi Gianni Crepaldi. Nel mio percorso ho avuto alti, bassi, e bassissimi. Anche momenti molto difficili dovuti a problemi di salute.

 

Questa è una bella, utile e ricca testimonianza che fa capire come si può iniziare a fare sport, grazie a consigli o inviti di amici o grazie a contesti gruppali come quello scolastico o amicale. E poi se piace si può fare sempre meglio con impegno, passione, costanza e soprattutto con tanta attenzione a capire quello che si può fare e come forzando ma non troppo, cercando di trovare un equilibrio tra fatica e recuperi e possibilmente, come racconta Anna, affidarsi a bravi preparatori atletici che possono cambiare in base ai momenti e periodi della propria vita.

Interessante anche il discorso performance e benessere, non sempre è rose e fiori, lo sport come da così può togliere, ci sono, come dice Anna, sì alti ma anche bassi e a volte bassissimi, si può toccare il fondo, per cui è importante essere seguiti e sostenuti da allenatori e da una squadra.

Un’esperienza che ti dà la convinzione che ce la puoi fare? I 10000m corsi a Birmingham in occasione della Coppa Europa assoluta.

 

Il 5 giugno 2021 Anna fa l’esordio in Nazionale assoluta in Coppa Europa (Birmingham) correndo i 10.000 m. su pista in 33’02”70 arrivando seconda delle italiane dopo Giovanna Epis (33’02”23) e ottenendo l’argento di squadra femminile.

Questa è una bella mattonella che contribuisce a costruire e consolidare l’autoefficacia di Anna, tanti successi e belle prestazioni nel tempo dalle categorie promesse, under 23 ma anche con le atlete più forti in assoluto.

Nella pratica del tuo sport quali sono le difficoltà e i rischi? La difficoltà maggiore è dovuta al fatto che, essendo gare lunghe, la mente deve essere in grado di convivere con la fatica. Rischi importanti non ce ne sono: è proprio questo che mi piace di correre. Posso fare sport in tranquillità.

Cosa pensano familiari, amici, colleghi della tua attività sportiva? I miei genitori e i miei familiari sono sempre entusiasti: per loro qualsiasi risultato è una festa. Per qualche amico non del settore sono ormai addirittura ‘imbattibile’! C’è chi pensa che io non faccia fatica a fare nulla, e mi fa ridere, perché la fatica invece è proprio l’unica cosa che cerco di fare il più possibile. C’è anche chi, purtroppo, prova un po’ di invidia.

 

In effetti a una così giovane età ottenere risultati brillanti vicino ai record italiani fa ben sperare e pare che per Anna il meglio debba ancora venire e al più presto. Credo sia piacevole per familiari e amici avere tra loro una persona campionessa umile che fa sport con equilibrio e responsabilità e che è disposta a mettersi in gioco senza temere la fatica, anzi con la consapevolezza che più c’è fatica e più ci sono i presupposti per far meglio.

Quali capacità, risorse, caratteristiche possiedi nel tuo sport? Forse non ho nessuna spiccata capacità e sicuramente nessun talento mostruoso. Credo semplicemente di avere un buon equilibrio tra testa e gambe. Sono precisa e determinata, attenta ai dettagli e a fare le cose nel modo corretto.

 

Sembra aver trovato la chimica giusta tra corpo e mente, tra lavoro e risultato, sembra saper ricercare ed entrare nel flow facilmente con la consapevolezza che è tutto sotto controllo grazie alle esperienze che volta per volta si trasformano in apprendimenti.

Ritieni utile lo psicologo nel tuo sport? Per quali aspetti e fasi? Si, ritengo utili gli psicologi in generale. Nello sport onestamente non ho mai provato a farmi seguire da uno psicologo.

Cosa e chi ti ostacola nella pratica dello sport? Penso che l’ostacolo mio più grande siano le mie insicurezze e le mie paure.

 

Insicurezze e paure si possono gestire avendo il controllo della situazione per essersi allenati a dovere e non aver trascurato nulla, per lo più se si ha a disposizione bravi e competenti allenatori che sanno quello che fanno, che ci sono passati anche loro, che sanno trattare l’atleta prima di tutto come persone con bisogni, esigenze, criticità, punti di forza e tirare il meglio da dentro di loro.

L’evento sportivo dove hai sperimentato le emozioni più belle? Ci sono tante gare durante le quali ho avuto momenti in cui ho provato una fatica intensa e contemporaneamente una forte voglia di correre e non mollare.

 

Lo sport diventa una grande sfida, una messa alla prova dell’atleta che cerca di ottenere il massimo in gara dopo un periodo di preparazione mirata, sfidando se stessi, la fatica, e altri avversari per capire fin dove si può arrivare, non mollando.

La tua situazione sportiva più difficile? In quinta superiore ho dovuto gestire il cambio di allenatore, la maturità, una sofferenza amorosa, l’insonnia, e il ferro basso. È stato davvero difficile uscirne, ma alla fine sono arrivati un 100 e una convocazione per gli europei.

 

Bisogna sempre andare avanti gestendo una cosa per volta anche se si presentano tutt’insieme, bisogna essere determinati e fiduciosi, pazienti e con la voglia di fare del proprio meglio.

Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni, COVID? Gli infortuni li ho superati reinventandomi: non posso correre? Allora vado in bici, oppure a nuotare! Dalle crisi avute fino a oggi sono uscita grazie ad un’analisi lucida della situazione, che mi ha portato a individuare il problema ed eliminare la causa. Le sconfitte mi fanno sempre molto male. Dopo una gara andata male devo correre ancora. Il giorno dopo devo uscire a correre e distruggermi. Però dopo le gare andate male sento sempre voglia di fare meglio, e sento la passione che mi guida a fare qualcosa di non facile.

 

Sembra essere alquanto resiliente Anna, che cerca sempre di capire e riorganizzarsi quando c’è un imprevisto, ma è importante tutelarsi e non distruggersi reagendo subito ma dilatando la fase di comprensione e riorganizzazione prima di reagire e mettersi in moto per far meglio diversamente con respiro e sorriso.

Un messaggio per avvicinare i ragazzi allo sport? Fare sport ti cambia completamente la vita. Gli sportivi conoscono meglio la fatica della vita e quindi sanno affrontare meglio le difficoltà.

 

Sposo anch’io questo messaggio, infatti si riesce a gestire, affrontare, superare la fatica e apprendere da essa che permette sempre di raggiungere risultati importanti.

Cosa hai scoperto di te stessa nel praticare sport? Ho scoperto che valevo qualcosa, che anche io avevo la possibilità di fare la mia parte.

 

Un’importante scoperta che permette di seguire uno stile di vita molto salutare, interessante, emotivo e appagante.

Una parola o una frase che ti aiuta a nei momenti difficili? Stai tranquilla, non ci pensare e vai avanti.

 

Bisogna sempre centrarsi su se stessi, soprattutto nei momenti difficili, respirare, sorridere e proseguire, sempre avanti, passerà.

Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare? Fare bene gli europei U23 tra un mese. Sogni realizzati: vestire la maglia azzurra.

 

Un mese è passato e Anna ha fatto una bellissima gara con argento, personal best e record nazionale promesse. Ci sarebbe anche un obiettivo segreto di Anna, ma meglio lasciarlo tale. È interessante vedere il percorso di Anna, da dove è partita, dov’è ora e dove vuole arrivare e come, molto interessante, sfidante ma percorribile.

Cosa diresti ad Anna di 10 anni? Penso che le direi semplicemente di essere forte e di non avere paura nella vita.

 

La vita è come un giocattolo, bisogna saperlo usare, tenerselo caro, custodirlo.

Cosa c’è prima, durante e dopo una gara? Prima ci sono tante insicurezze, durante c’è il non pensare, e dopo c’è un senso di leggerezza e di pace.

 

Con l’esperienza si diventa più padroni di se stessi, più sicuri grazie all’esperienza, più coraggiosi, solidi e consapevoli.

Quali sono gli ingredienti del successo? Non mollare: chi la dura la vince.

 

Concordo con Anna, per ottenere qualcosa di importante a cui si tiene, bisogna persistere e insistere con impegno e costanza, credendoci.

 

Matteo SIMONE 380-4337230 – 21163@tiscali.it

Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR

https://ilsentieroalternativo.blogspot.com/

http://www.unilibro.it/libri/f/autore/simone_matteo

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