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Ansia, paura, rabbia: alle origini del nuovo scenario politico italiano ed europeo

Giugno 22
06:45 2018

Ansia, paura, rabbia: alle origini del nuovo scenario politico italiano ed europeo
Intervista al professor Guido Brunetti

La situazione politica italiana, espressione del risultato del 4 marzo scorso, mostra come sia in atto un nuovo scenario in Europa dagli esiti incerti e imprevedibili. Quali sono le origini? Quali le cause profonde? E quali stati d’animo emergono nella popolazione? Cerchiamo di approfondire questi complessi e delicati problemi con il professor Guido Brunetti.

“Avanzano in Italia e in Europa- spiega il nostro interlocutore- nuovi movimenti che lo scienziato C. Mudde ha definito ‘populisti, nazionalisti, anti-establishment, euroscettici’, evidenziando come le democrazie stiano attraversando una fase negativa e abbiano perso le tradizionali radici”.

Perché, professor Brunetti?

“Le antiche categorie politiche sono superate, in quanto ritenute incapaci di affrontare e risolvere le nuove sfide e di contrastare il malessere generale, la crisi economica, sociale e morale, la globalizzazione, il crollo del sogno europeo, l’emergenza emigranti. Il senso di frustrazione poi si è fatto più acuto con il crollo di quei principi, valori e certezze che per millenni hanno sostenuto e accompagnato la civiltà occidentale, proiettando speranze e un futuro di benessere. La stessa Europa, quell’idea di Europa immaginata da George Steiner in cui far convivere la civiltà di Atene e quella di Gerusalemme, appare un organismo inerte, muto e inadeguato rispetto ai nuovi tempi. Un sogno irrealizzato. Oggi nessuno sa dire cosa sia l’Europa”.

Quali, le conseguenze?

“Si viene a creare un profondo fossato tra cittadino, società e istituzioni, favorendo in tal modo la nascita di nuovi movimenti, i quali agiscono sui sentimenti e sui meccanismi cerebrali e mentali primari, come l’emotività, l’insicurezza, l’ansia, la paura, le frustrazioni.
Davanti al disagio, al malessere, al senso di precarietà e ad un futuro senza prospettive e speranza, l’individuo e la massa si rivolgono a coloro che meglio di altri sembrano captare, interpretare, incanalare e soddisfare i loro bisogni, il loro sentire, la loro rabbia, i loro problemi e le loro ansie. La questione dei migranti in particolare appare la più scottante e preoccupante ed è sempre più sentita dall’opinione pubblica. E’ un evento epocale che suscita paura, insicurezza e crescente inquietudine in tutti i cittadini. Si tratta di un fenomeno che sta modificando gli atteggiamenti, le opinioni e gli umori degli individui, fatto che determina nuovi orientamenti e nuove scelte politiche. Anche i cosiddetti intellettuali- precisa Brunetti- sono in crisi di identità in quanto privi di ‘una casa politica’”.

Qual è l’immagine che nasce da questa condizione?

“E’ l’immagine di un Paese, come concorda una ricerca della Luiss, pervaso da due inquietudini: quella economica, che favorisce il M5S e quella culturale che ‘moltiplica’ i voti della Lega. La crescita del M5S si consolida in quelle aree che mostrano una più alta percentuale di disoccupazione, mentre lo sviluppo della Lega è più alto nelle zone dove più è aumentato il tasso di stranieri”.

In questa intricata situazione, esiste un elemento centrale?

“Il fil rouge che rappresenta la fenomenologia di queste difficili questioni è lo stato di ansia, insicurezza e paura che si sta diffondendo nella mente di tutti i cittadini. Il bisogno di sicurezza è uno dei più importanti e delicati meccanismi cerebrali dell’individuo. E’ un bisogno neurobiologico innato, che serve alla conservazione della specie ed è pertanto presente fin dalla nascita dell’essere umano. E’ un elemento strutturante fondamentale per la costruzione e la crescita della vita mentale e sociale, la matrice più profonda della persona”.

Cosa succede se viene a mancare la condizione di sicurezza?

“Nasce e si diffonde nell’individuo e nella società uno stato di ansia accompagnato dal sentimento della paura e della rabbia. Il nostro Paese appare spaventato non solo dal senso di caducità, di infelicità e di malessere, ma dalla rabbia e dalla paura del diverso, dello straniero, dell’immigrato, della violenza e dell’esodo biblico. Odio, paura, rabbia: spesso fondati sulla percezione schizofrenica di un mondo non basato sulla realtà, ma sulle emozioni ancestrali”.

Ha parlato di ansia, paura e rabbia, come elementi di questo nuovo paesaggio politico europeo. Può in breve illustrarci la loro natura?

“Fanno parte dell’insieme dei sistemi affettivi di base che hanno origine dalle aree più antiche e profonde del cervello, sono presenti anche negli animali e ci aiutano a comprendere come ci comportiamo e come viviamo. Le nuove neuroscienze sono impegnate a fornire risposte adeguate a questi aspetti fondamentali della natura umana.
Viviamo in un’epoca chiamata ‘l’età dell’ansia’, un sentimento strettamente intrecciato alla paura e alla rabbia. Sono emozioni che si manifestano attraverso comportamenti reattivi, inquietudine, modificazioni neurovegetative, insicurezza e apprensione.
L’ansia è una tendenza innata a provare paura di fronte a situazioni di pericolo o minacce. Quando diventa intensa e duratura, l’ansia è patologica e provoca stress. Spesso, questo sistema emotivo si sovrappone alla paura, uno stato emotivo comune agli animali e costruito nel nostro cervello fin dalla nascita. Ricerche neuro scientifiche mostrano che l’uomo è la creatura più timorosa.
La paura è una reazione emozionale ancestrale a situazioni vissute come eventi minacciosi presenti o previsti. Le risposte messe in atto dall’uomo e da molti animali sono: ritirata o fuga, immobilità, aggressione, sottomissione o pacificazione. Le paure sono espressione sia della genetica che dell’esperienza.
A sua volta, il sistema della rabbia è interconnesso con i meccanismi cerebrali della paura e dell’ansia. E’ uno stato di intensa emotività associata a forte riprovazione. Si manifesta per mezzo di estrema tensione neuromuscolare, profonda inquietudine, accelerazione del battito cardiaco, aumento della pressione arteriosa e della respirazione.
La persona sente di aver subito un torto ingiusto ed è pronto a comportamenti aggressivi o distruttivi. Queste evidenze comportamentali raccolte nella ricerca sugli animali possono essere estese all’uomo. Sono stati emotivi che aumentano in presenza di situazioni difficili, insicurezza, recessione economica, mancanza di risorse, conflittualità sociale o politica. La collera, come l’ansia e la paura, può divampare in maniera drammatica in tempi di crisi o di sconvolgimenti sociali o di esclusione e quando le nostre aspettative sociali sono frustrate”.

Una conclusione, professor Brunetti.

“Le neuroscienze stanno dando risposte sempre più chiare nella comprensione di queste emozioni fondamentali. La ricerca sui cervelli animali può aiutarci a chiarire la natura delle nostre difficoltà, dei nostri problemi e delle nostre interazioni con gli altri e con il mondo. Più comprendiamo questi meccanismi neurali più siamo in grado di predisporre strumenti per vivere meglio e porre rimedio alla complessità e al caos della vita sociale e di quella politica”.

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