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L’iniziativa ha riunito il fior fiore degli studiosi di una vasta parte del pianeta per raccontare e confrontarsi su un tema di grande interesse: il ruolo della musica nella pietas come viatico di spiritualità. Fin dagli albori della storia l’uomo ha guardato al cielo affidando agli Dèi le sue speranze e aspettative, chiedendo sostegno e protezione, e lo ha fatto in molti modi: con le pitture rupestri, con i dolmen, con i sacrifici sulle are, con quegli immensi blocchi megalitici che svettano maestosi, con la danza e con la musica. Tanti modi diversi che hanno lasciato testimonianze tangibili dell’eterno rapporto tra Uomo e Dio. Un dialogo mai interrotto in un’interdipendenza per cui l’uno trova la sua ragion d’essere solo rapportandosi al divino e viceversa. Ma come è possibile ascoltare e parlare con gli Dèi? Quale lingua usare e quali segni? Come trovare la chiave giusta per tradurre quella sperata identità? Ecco che spontaneamente nasce la “dimensione sonora” come strumento ideale e linguaggio universale per stabilire quel ponte con l’aldilà e immergersi nei mondi paralleli per cercare di catturare magari solo una piccolissima parte del grande Spirito, anche se è ancora molto lontana la meta per svelare l’arcano segreto. Ci hanno provato tutte le civiltà e tutte le religioni come hanno avuto modo di dimostrare con i loro studi i Ricercatori che hanno condotto il recente Seminario, riuniti in un’unica sessione che, superando le difficoltà linguistiche per via delle molte nazionalità presenti, tra cui la Francia, la Germania, la Spagna la Polonia, la Svizzera e persino il Vietnam, ha svolto un lavoro eccellente e di grande interesse culturale, come recitava anche il messaggio inviato dal presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, letto dalla pres. dell’Associazione “Calliope” Maria Paola De Marchis. Fondare a Velletri un Museo delle Religioni sembrava un’utopia irrealizzabile, eppure in pochi anni, è diventato un corpo vivo e operante che suscita interesse proprio per la sua unicità e che richiama studiosi da tutto il mondo, disposti anche ad autofinanziarsi, vista la totale mancanza di fondi e l’assenza delle istituzioni che invece dovrebbero capire l’importanza di eventi di questo genere. Qualcuno li ha definiti una “realtà di nicchia” per via della specificità degli argomenti certamente non semplici per le orecchie del gran pubblico, mostrando però, a parer mio, una miopia preoccupante e una riduzione semplicistica nella veduta d’insieme. È vero infatti che non si parla di canzonette o di funghi porcini, ma c’è tanta Italia che ama pensare, leggere, pregare e si chiede perché vivere con Dio o senza. Soprattutto i giovani, che vivono in una società in cui domina il “Dio Denaro” come dice Papa Francesco, cercano risposte forti: che siano dettate dal Corano, o dal Vangelo, o da Siddharta, o da Confucio , poco importa. L’importante è avere una meta e qualcuno o qualcosa che la indichi.