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Assemblea Nazionale di Organizzazione Bolsena 13-14 luglio 2019

Luglio 16
21:26 2019
Decine, centinaia, i partecipanti e le partecipanti alla Assemblea Nazionale di Organizzazione che il
Partito Comunista Italiano, come da decisione del Comitato Centrale del Partito, ha indetto per il
13 e 14 luglio a Bolsena in provincia di Viterbo. Dalla Val d’Aosta al Veneto, dal Friuli alla Toscana,
dall’Umbria alla Sicilia, dall’Emilia Romagna alla Calabria, eppoi la Liguria e il Lazio e la Campania e
le Marche e la Puglia, insomma tutta l’Italia è rappresentata in questo “Cantiere Aperto” che –
come evidenziato dalle parole della relazione del Segretario del PCI, Mauro Alboresi, – “non è un
punto di arrivo, anzi è una sorta di punto di partenza del percorso utile a due finalità: ricostruire il
Partito Comunista Italiano, creare un Fronte Comune nell’area dei comunisti, della sinistra di classe,
per agire in un modo chiaro e possibile, senza imposizione alcuna, cioè l’Unità nella diversità. Unità
del Fronte sulla analisi, sulle proposte, sulle iniziative politiche; diversità nel rispetto reciproco delle
distinzioni soggettive e organizzative quale è ad oggi la fotografia della realtà di riferimento sociale
e politico dell’ampia sinistra di classe, comunque presente nel Paese.”. Una Assemblea come
questa, lo ha ricordato il segretario Alboresi, non si convoca tanto per farla. Anzi, proprio perché “
essa è chiamata a verificare dopo il primo anno di vita dal Congresso che ha deciso la ricostruzione
del PCI, deve fare i conti con limiti, ritardi, lentezze. Quindi, dove necessario, senza intervenire sulla
linea politica che, semmai, dopo gli ultimi mesi e gli esiti delle prove elettorali confermano le
nostre analisi e le nostre proposte messe in campo, ha però il dovere di ritoccare, cambiare,
modificare e superare alcune strutturazioni che abbiamo messo in piedi a livello gestionale e
organizzativo.”. Tutti questi chiari obbiettivi, l’Assemblea, secondo Mauro Alboresi, deve riuscire a
darne soluzione con sintesi pratica, di lavoro politico da svolgere quotidianamente in ogni parte del
Paese, mettendo a propria base l’analisi di fase che stiamo attraversando. “Ad esempio, il dopo
voto, amministrativo ed europeo – dice il segretario comunista – ha conseguenze rilevanti. La
rappresentanza nella UE, nelle scelte politiche, economiche, sociali, restano in capo agli stessi che
hanno determinato la situazione di grave crisi irrisolvibile perché al servizio del capitale e del
liberismo spezzo rappresentato dagli USA e dalla NATO. Solo che questi stessi rappresentanti ora
sono anche soggettivamente più deboli: vale per l’ala liberale/liberista/conservatrice, così come
per l’ala socialdemocratica/pseudo centrosinistra (dove è anche il PD, nda). Purtroppo a tale
debolezza ha corrisposto anche un arretramento delle forze comuniste e della sinistra di classe. La
gravità di tutto ciò, ha come ricaduta nel nostro Paese, ad esempio, – continua Alboresi – nella
continuazione dell’attacco ai lavoratori da parte del padronato e delle forze di governo, così come
nell’assalto ulteriore alla prima parte della Carta Costituzionale. Ciò perché, la ripercussione
elettorale sul governo ha cambiato i rapporti di forza di una alleanza già deleteria. Ora è la Lega che
detta legge. Ora è l’astensionismo che continua ad essere vincente nel confronto elettorale. Questo
è restringimento della democrazia, per questo ci si permette da parte della destra, di accelerare nel
disegno di tagliare ulteriori spazi alla presenza di rappresentanze alternative al sistema
capitalistico.”. Poi, Mauro Alboresi continua: “ due i compiti essenziali che abbiamo come
comunisti: da un lato la critica frontale al governo per sfruttare le contraddizioni proprio interne al
governo, come sull’Europa, come sulla flat tax, come sul decreto sicurezza bis, sull’immigrazione.
Dall’altro essere presenti, assumere iniziativa politica quotidiana per parlare ai cittadini della nostra
proposta che è contro l’erigere muri contro l’immigrazione, che vuole invece governare i processi,
che raggiungere integrazione a partire dal realizzare diritti di tutti i lavoratori, siano essi immigrati
che nativi. Non sappiamo – aggiunge il segretario – se intanto che noi ripartiamo con una scossa e
con una proposta che poi avanzerò, la fase ci condurrà ad un appuntamento elettorale anticipato.
Ma dobbiamo sapere che il sommovimento che c’è stato, e quanto c’è in campo a livello di
contenuti e di contraddizioni, fanno in modo che a noi spetta, e dobbiamo raccogliere come sfida,
l’azione politica di risolvere le scomposizioni che ci sono in atto e che potrebbero continuare sia
nell’area delle forze ora al governo che quelle presuntivamente all’opposizione. Noi abbiamo un
bagaglio di proposte, un progetto che già risponde alternativamente a chi in modo soggettivo o
improprio cerca di dare la stessa risposta subalterna alla crisi UE, al dilagare delle scelte politiche
ed economiche imposte dalla NATO. Noi proponiamo l’idea di Europa dal Portogallo agli Urali. Noi
proponiamo l’azione attiva dell’internazionalismo comunista. Noi che siamo contro il Governo
Conte ci spendiamo per creare rapporti sociali e politici unitari partendo dal dettato costituzionale.
Il nostro più stato meno mercato, trova ormai molte adesioni che vanno oltre il campo comunista e
perfino oltre la sinistra di classe. Cercare l’unità con altri soggetti comunisti e della sinistra
dimostriamo nei fatti che è fasulla l’accusa di taluni che vorrebbero dipingerci come settari. Il
settarismo non è una nostra scelta né un tratto culturale nostro. Anzi è vero il contrario che forte è
la nostra propensione a vivere l’attuale stato del partito che è fatto di moti militanti ma non ancora
di massa, ad avere proprio questa impostazione come scelta, come aspirazione da raggiungere in
tempo dato. Per questo – aggiunge Alboresi – l’altra questione fondamentale quella del lavoro,
come abbiamo detto valutando la proposta del cosiddetto decreto dignità, è altro banco di prova
unitario possibile. Infatti mentre il governo non ha voluto recepire nulla della nostra proposta e
quindi non ha migliorato nulla del decreto iniziale, le forze comuniste e della sinistra di classe
hanno l’opportunità di svolgere un maggior protagonismo nel campo del welfare e delle lotte e dei
movimenti in corso. La nostra volontà di adeguamento dell’organizzazione agli obbiettivi che il
congresso ci ha messo a disposizione passa anche, e soprattutto, proprio nella caratterizzazione del
Partito. Come forza inclusiva, proprio come modo di esistenza del PCI. A cominciare dai luoghi di
lavoro e di studio, oltre che territoriali. La proposta di un appello alle forze che per cultura politica
affine ai comunisti e alla sinistra di classe, un appello capace già di mostrare la propria forza
unitaria nel momento in cui viene diramato e sottoscritto da soggetti, intellettuali, è una delle
risposte che stiamo mettendo in campo. Lavoriamo e siamo fiduciosi affinchè la sinistra ampia
aderisca ed utilizzi questa iniziativa come strumento che contrapponga alla deriva di destra e alla
non alternatività della risposta del PD, come modo per attivare un nuovo protagonismo delle forze
del lavoro e dei diritti.”. Quindi, passando alle questioni proprie delle risposte organizzative da
risolvere, il segretario comunista, nel merito, ha esposto alcuni temi di riflessione e proposta:
”Dobbiamo fare i conti con alcuni nostri limiti. Come quelli del funzionamento di alcuni

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