Autobiografia di una zucchina
Titolo: Autobiografia di una zucchina
Autore: Gilles Paris
ISBN: 9788838488559
Editore: Piemme
Prezzo: €9,00 e-book disponibile €
Copertina:
Descrizione: Interessante racconto sull’infanzia difficile, tradita e abbandonata a firma di un simpatico autore francese di cui in Italia è stato tradotto solo questo titolo del 2008. Icaro, detto Zucchina (ha qualche difficoltà a capire le metafore) ha nove anni e una famiglia difficile: suo padre se n’è andato per il mondo con una ‘gallina’, come va dicendo sua madre, (e lui non capisce che interesse ci sia a girare con un pennuto), e sua madre dopo l’abbandono e un
incidente che le ha tolto il lavoro vive di birre e tv. Giocando con un revolver incustodito, Icaro la uccide per sbaglio e finisce in istituto. Il prologo drammatico occorre all’autore non tanto per una riflessione sull’antefatto di questa storia, quanto per la storia a venire di Zucchina. Il bambino si ambienta con facilità in un istituto da cartolina nel quale si mangia bene, si hanno ottimi educatori, c’è la materna Rosy che si occupa del benessere generale dei bambini, si fanno vacanze in montagna e si festeggiano i compleanni di tutti gli ospiti con feste a sorpresa e regalini. L’obiettivo di Paris non è raccontare drammi, ma indagare i rapporti fra bambini, la loro creatività nell’uscire dalle situazioni di sconforto e solitudine, la solidarietà con gli altri, l’ingenuità, il doppio vissuto (degli adulti e dei bambini) davanti alle medesime situazioni, la leggera ombra di bullismo che anche i migliori mettono in atto con chi frigna per ogni formica che passa o per la compagna timidissima che ha paura anche della propria ombra. Ne esce un racconto divertente e godibile, forse niente di più, una favola che riconcilia con l’esistenza. Nonostante uno stile discretamente fresco che, descrivendo le situazioni più banali o prevedibili per bocca di un ragazzino di nove anni, riesce a far sorridere, resta la stonatura stilistica, il limite che pochi autori che scrivono libri sull’infanzia riescono a superare: in alcune frasi Icaro/Zucchina conserva la propria ingenuità «non volevo uccidere la mamma, volevo uccidere il cielo», in altre costruzioni logiche rivela tutto il meccanismo pensante dell’adulto/autore che non sempre è capace di restare nascosto, facendo così scattare a tratti l’inverosimiglianza narrativa perché un personaggio/bambino che non intende il linguaggio metaforico non ‘deve intenderlo’ mai e non una riga si e una no.
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