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Bach nell’esecuzione di uno dei suoi più grandi interpreti, il pianista italiano Andrea Bacchetti

Bach nell’esecuzione di uno dei suoi più grandi interpreti, il pianista italiano Andrea Bacchetti
Dicembre 06
11:55 2019

Una serie ininterrotta di capolavori di Bach nell’esecuzione di uno dei suoi più grandi interpreti, il pianista italiano Andrea Bacchetti

 

Il pianista Andrea Bacchetti, uno dei più noti e apprezzati interpreti a livello internazionale della musica di Bach, da lui incisa anche in vari CD per Decca, Sony e altre case discografiche, sarà il protagonista del concerto di mercoledì 11 dicembre 2019 alle 18.00 nell’Auditorium “E. Morricone” (Università di Roma “Tor Vergata”, Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1) per la stagione di Roma Sinfonietta presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”. Il programma è interamente dedicato ad una magnifica serie di capolavori di Johann Sebastian Bach.

Di Andrea Bacchetti la critica britannica ha scritto “ha suonato con il massimo di eleganza, lavora meravigliosamente al piano” (The Observer”) e “geniale in ogni più piccola invenzione di Bach”. È stato inviato a suonare In Europa, America ed Estremo Oriente, nei più importanti festival, come come quelli di Salisburgo, Lucerna e Spoleto, e nelle sale più prestigiose, tra cui Konzerthaus di Berlino, Salle Pleyel di Parigi, Teatro alla Scala di Milano, Teatro Real di Madrid e Teatro Coliseo di Buenos Aires.

Nella prima parte eseguirà la Suite inglese n. 5, Suite francese  n. 5 Suite inglese n. 2, che fanno parte dei due guppi di suites per strumenti a tastiera composti da Bach. Perché siano distinte in “francesi” e in “inglesi” non è chiaro, in quanto sono fondamentalmente simili, trattandosi sempre di serie di danze – correnti, sarabande, gighe, ecc. – che Bach arricchisce di un contenuto musicale che va ben al di là della musica da ballo pura e semplice. Alla base di queste composizioni sta l’influsso della musica francese, che allora dettava legge nel campo della danza.

Segue l’Ouverture nello stile francese, anch’essa composta da una serie di danze, precedute da un’ouverture. È un omaggio allo stile francese e insieme al Concerto italiano, costituisce un dittico, con cui Bach volle dare un sua personale esemplificazione dei caratteri propri dei due stili musicali predominanti nell’Europa del tempo.

Le ultime composizioni in programma sono il trionfo di quell’arte del contrappunto in cui Bach ha espresso al massimo grado la sua genialità ed è rimasto insuperato. Il titolo dei Quattro duetti potrebbe far pensare al duetto operistico, si tratta invece di splendidi esempi di Fughe in un elaborato conrappunto, con la parziale eccezione del terzo Duetto, simile ad una danza.

La Fantasia cromatica e  fuga, posta a conclusione il concerto, è uno dei maggiori monumenti dell’arte di Bach. Comincia con una grande Fantasia, probabilmente dapprima improvvisata e solo successivamente fissata sul pentagramma: un brano caratterizzato da accordi dissonanti, scale turbinose e drammatici recitativi strumentali, in una tonalità resa instabile e incerta da cromatismi e armonie estremamente libere e audaci. La Fuga a tre voci – che è stata scritta in un secondo momento ma ha nel cromatismo il punto di contatto con la Fantasia precedente – è caratterizzata da un processo di intensificazione sonora che le conferisce un dinamismo irresistibile e un aspetto grandioso.

 

Bach nell’esecuzione di uno dei suoi più grandi interpreti, il pianista italiano Andrea Bacchetti

Ufficio stampa della Associazione Roma Sinfonietta

– m.mariani.roma@gmail.com

 

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