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“Backspacer”, dei Pearl Jam

“Backspacer”, dei Pearl Jam
Febbraio 10
21:34 2010

PearlJamDopo le reunion di Skunk Anansie e Alice In Chains, e quella prossima dei Soundgarden, ecco il ritorno di una delle band più importante degli anni 90 e non solo. Stiamo parlando ovviamente dei Pearl Jam, che a distanza di tre anni dal criticato, seppur intenso e sperimentale omonimo album si ributtano prepotentemente in carreggiata pubblicando il loro nono disco in studio. Backspacer, infatti, è uscito il 29 settembre 2009 ed è distribuito in Europa dalla Universal. L’ album è acquistabile in tutti i negozi di dischi e nei grandi megastore, a differenza degli Stati Uniti, dove i Pearl Jam hanno deciso di affidarsi alla J-Records e di vendere il disco solo in alcuni supermercati per boicottare la politica discografica americana.
Il quintetto di Seattle questa volta abbandona escursioni sonore e ricercatezze, dando vita ad un album istintivo, selvaggio e dal suono grezzo. Lo si intuisce ascoltando le prime due tracce, “Gonna see my friend” e “Got some”, una vera e propria scarica elettrica, mentre il primo singolo estratto, “The Fixer” è già da qualche mese in heavy rotation nelle radio e in cima alle classifiche dei dischi più venduti. Non mancano riferimenti al rock più classico (Johnny Guitar), ai Ramones (Supersonic), e al binomio natura – amore perfettamente descritto in “Amongs the waves” e in “Untought Known”. La perla di Backspacer è senza dubbio “Force Of Nature”, nella quale la mano vellutata del chitarrista Mike McCready stende un tappeto sonoro per l’ispirata voce di Eddie Vedder, in una cavalcata emozionale che ricorda il Neil Young più acido ed elettrico degli anni novanta.
Nelle due ballate acustiche , “Just Breath” e soprattutto “The End”, che chiude l’album, è evidente il fatto che Vedder porta ancora dentro di se i segni di Into The Wild, il film di Sean Penn di cui ha curato la colonna sonora, confermando di essere uno dei più grandi songwriter in circolazione.
Di sicuro i Pearl Jam degli anni novanta sono un lontano ricordo in quanto ad originalità ed idee, ma questo è un disco sincero e senza filtri, registrato in presa diretta, dimostrando che la passione e l’onestà di questa band non fa che aumentare col passare degli anni.

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