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Nacque di piedi, due piedi grandi come due pinne, e lo chiamarono Benvenuto. Non ebbe un paio di scarpe fino all’età di tre anni. Quando la madre provò a infilargliene una, scappò urlando da casa. Tornò all’ora di cena e sua madre disse: “Tale e quale a suo padre” e ripose le scarpette in un angolo della soffitta.
Anche quando prese ad andare a scuola, vi si recava scalzo. Aveva la giustificazione firmata dal padre: “Prego scusare l’alunno Benvenuto se viene a scuola a piedi nudi, ma è una malattia di famiglia”.
Anche la prima dichiarazione d’amore, Benvenuto la fece senza scarpe. La fanciulletta non gli rispose nemmeno e corse via ridendo.
Il nonno paterno di Benvenuto aveva ottant’anni e nemmeno un paio di scarpe.
“Nonno, perché non ti ho visto mai con le scarpe ai piedi?” gli chiese un giorno Benvenuto.
“E perché dovrei portare le scarpe ai piedi?” ripose il nonno.
“Perché le portano tutti” , disse con semplicità Benvenuto.
“Proprio tutti tutti, no” ribatté il nonno, che si chiamava anche lui Benvenuto. “Tu per esempio non le porti, e non le porta tuo padre e non le portava mio padre e non le ho mai portate io”.
“E perché noi andiamo sempre scalzi e gli altri portano le scarpe?” chiese ancora Benvenuto.
“E chi lo sa: questione di razza”, rispose il nonno.
“Papà dice che è una malattia di famiglia e che nessuno sa come se ne guarisce”, pigolò Benvenuto.
“Oh, se è per questo, la cura è semplice!” sbuffò il nonno. “Mettiti un paio di scarpe ai piedi e sei bell’e guarito!”
“Ci ho provato” disse sconsolato Benvenuto, “ma se non tocco terra con i piedi non ci vedo chiaro”.
“Ti si oscura la vista?” chiese preoccupato il vecchio Benvenuto.
“No, mi si blocca il cervello: non riesco a pensare”.
“E che c’è da pensare? I piedi forse pensano quando vanno un passo dopo l’altro?”.
“Sì, ma chi li guida se il cervello non dà l’ordine?” ribatté Benvenuto che giusto a scuola stava studiando il corpo umano e le attività motorie.
“La Terra, bello mio, la madre di tutte le scienze!” sentenziò il nonno, e se ne andò trotterellando nei campi, lasciando il giovane Benvenuto a vedersela con se stesso e con l’incomprensibile legame dei suoi piedi nudi con l’intelligenza della terra.