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“Cetto, chisti sò comme nnu! – 1916/1919 i profughi di Castelnuovo Valsugana a Carpineto Romano”

“Cetto, chisti sò comme nnu! – 1916/1919 i profughi di Castelnuovo Valsugana a Carpineto Romano”
Maggio 31
14:15 2016

A Castelnuovo in Valsugana è stato presentato il progetto “Cetto, chisti sò comme nnu! – 1916/1919 i profughi di Castelnuovo Valsugana a Carpineto Romano”, curato dagli studenti della scuola secondaria di primo grado dell’I.C.Statale “Leone XIII” e della Scuola Primaria Paritaria “Leone XIII” di Carpineto Romano e dagli studenti della Scuola Primaria “Tito Gozzer” di Castelnuovo, seguiti dagli insegnanti Ornella Stenico, Nicoletta Macali e Stefano Gelsomini, alla presenza della Presidente del Consiglio Regionale del Trentino Alto Adige, on. Chiara Avanzo: “la Guerra è sempre negativa, ma qualcosa di positivo lo ha lasciato: ha fatto nascere amicizia. Oggi, cent’anni dopo, siete voi i protagonisti”, ha detto l’on.Avanzo agli 84 alunni di Castelnuovo e Carpineto Romano, che hanno affollato il teatro comunale di Castelnuovo. Una storia che si è incrociata nell’agosto 1916 quando 90 profughi di Castelnuovo, provenienti dalla loro prima destinazione Potenza, giunsero a Carpineto Romano e vi soggiornarono fino al 1919. Della loro permanenza rimane traccia nelle molte lettere e documenti conservati nell’Archivio Storico e nei registri anagrafici di Carpineto Romano. Proprio da qui, cent’anni dopo è partita la volontà di riallacciare i fili.
Ne è nato un libro, che raccoglie queste testimonianze, con l’introduzione di Francesco Frizzera dell’Università di Trento e Donato Verrastro dell’Università di Salerno e che ha avuto il logo ed il patrocinio oltre che dei Comuni di Carpineto Romano e di Castelnuovo, anche della Regione Trentino Alto Adige (che ha anche finanziato il progetto) ed il Logo ufficiale del Centenario della prima guerra mondiale da parte della Struttura di Missione per gli Anniversari di interesse nazionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Gli alunni hanno saputo ricostruire i nomi dei profughi valsuganotti, e tra questi Elena Demonte, 103 anni, l’unica di loro ancora in vita, era seduta in prima fila ad ascoltare i canti e la lettura delle lettere da parte dei bambini di oggi. Aveva 3 anni Elena quando arrivò a Carpineto con mamma Carolina Lorenzi, papà Luigi Demonte e le quattro sorelle. Tra le otto persone di Castelnuovo che morirono a Carpineto anche la sua mamma e la figlia che portava in grembo.
“Nelle lettere emerge la mancanza di generi di prima necessità, non affluivano grano e farina. Abbiamo anche scoperto l’utilizzo delle ortiche per cucinare, da noi non si usavano o l’introduzione delle pantofole di pezza”, ha spiegato il professor Gelsomini, ricordando che i profughi a Carpineto hanno lasciato un segno tangibile: un ponte in ferro che collega due quartieri.
Non solo un libro, anche la mostra “Vettura profughi pronta” con la riproduzione delle lettere/cartoline più significative è stata donata dalle Scuole al Comune di Castelnuovo: il titolo riprende le parole scritte nel telegramma inviato dal Capostazione di Segni Scalo (oggi Colleferro) al Sindaco di Carpineto per informarlo che i vagoni dei treni per riportare a casa i profughi erano pronti. Con i tre pannelli è stata donata al Comune di Castelnuovo la riproduzione in digitale di tutti i documenti.
“Un progetto che riporta ricordi e memoria nella terra da cui sono partiti i nostri profughi, rendendo piena dignità ai loro sacrifici”, ha commentato il sindaco di Castelnuovo, Ivano Lorenzin, “Un secolo fa i nostri avi furono accolti come fratelli, ora siamo riusiti a recuperare questa storia e ricostruire un legame. Per noi è solo il punto di partenza”.
“Abbiamo cercato di ospitarli nel modo migliore possibile. Partiamo ora da questa ricerca per far rinascere la nostra amicizia, riannodando il filo”, ha aggiunto il sindaco di Carpineto Matteo Battisti proponendo l’avvio di scambi scolastici tra i due comuni e la creazione di una piccola borsa di studio per tesi di laurea su questo argomento: “Il libro raccoglie un decimo delle testimonianze trovate, sarebbe bello che qualcuno approfondisse e completasse la ricerca”, ha concluso Gelsomini.
“Un lavoro corale di due comunità” ha sottolineato l’Assessore alle Politiche Sociali, Gioia Di Clemente, che ha accompagnato i ragazzi a Castelnuovo “voglio anche ringraziare in particolar modo tutto il personale dell’Amministrazione Comunale che ha aiutato gli alunni nelle operazioni di ricerca sia nell’Archivio Storico che in Anagrafe”.
“Cerimonie come questa” ha concluso il prof. Frizzera “sono importanti per riconsegnare la memoria e farci capire l’importanza della accoglienza”.
La mattinata è proseguita con un’escursione sul Monte Civerone sotto il Monte Ortigara, l’omaggio degli alunni al cimitero di guerra austriaco di Malga Civeron ed il pranzo preparato dal locale gruppo alpini per i ragazzi.

 

Comune di Carpineto Romano

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