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Che musica sulla nuova via “RÜCKnROLL”

Che musica sulla nuova via “RÜCKnROLL”
Settembre 16
10:53 2021

Tommaso Lamantia, Fabrizio Manoni e Luca Moroni: che musica sulla nuova via “RÜCKnROLL

Riuscire a salire una linea che all’inizio è pura immaginazione è molto soddisfacente e anche se porta con sé molta incertezza durante la scalata, una volta concluso il progetto, le sensazioni sono sempre positive e di appagamento” T.L.

Dopo numerose straordinarie avventure realizzate negli ultimi anni, dal Pilone centrale del Freney alla nuova via sul Pizzo Torrone Occidentale, ‘La leggenda di Charlie e il Dragone’, riuscire a trovare Tommaso per una intera giornata in casa a riposo diventa un’impresa, e tra una scalata e un’arrampicata l’Ambassador Salomon ci racconta anche l’ultima sfida tra le pareti del Mittelrück, che descrive come un’idea nata una sera davanti ad una pizza e una birra a casa di Luca. Una necessità quella di trovare nuove ispirazioni che ha tutto il sapore di una vera filosofia di vita: ed è così che con la guida dell’Ossola in mano ha preso forma il progetto dell’apertura della nuova via alpinistica sul Mittelrück, un’ottima sfida per una via di roccia in alta montagna: “La sorpresa è stato scoprire che Fabrizio era da anni che pensava di scalare una linea nuova proprio sulla stessa parete, così in automatico si è formata la cordata”.


Si tratta di una delle montagne simbolo dell’alpinismo ossolano, quali caratteristiche tecniche presenta?

“Il Mittelrück, o Pizzo Loranco, è una montagna vicino al più conosciuto Pizzo Andolla, per il versante ovest che scende verso la valle di Saas Fee in Svizzera in cui non ci sono interessanti pareti o creste, invece per il versante est verso la Val Loranco e Valle Antrona in Italia la montagna s’innalza per 500 metri con uno scudo centrale verticale. Qui è stata scritta la storia dell’alpinismo ossolano con vie su roccia di alta difficoltà come la ‘Diretta’ ad opera di Masciaga e Pe nel 1978 e poi la ‘direttissima’ di Pe e Borgini del 1986. Ne esiste poi una terza tutta a destra, la prima aperta sulla parete nel 1966 da Moroni, Rametti e Valterio che però non viene più ripetuta perché risulta molto esposta alla caduta di sassi”.

Tommaso fa riferimento a 3.363 metri di altezza di roccia Gneiss, una pietra di tipo metamorfica, con placche di colore grigio e sulla parte dello scudo anche arancione. È stata una scalata accompagnata dall’umore molto alto, frutto dell’ottimo feeling in cordata con Fabrizio Manoni e Luca Moroni, una sfida in cui l’obiettivo oltre ad arrivare in cima era quello di divertirsi. Quale attrezzatura tecnica particolare era necessario avere per poter riuscire nell’impresa?

“La via può essere intesa come una via di roccia in alta montagna, dove è necessario sapersi proteggere con protezioni veloci come friend e nut, ma per permettere una ripetizione con un minimo margine di sicurezza, abbiamo deciso di utilizzare trapano e spit. Tutte le soste hanno doppio spit e anello di calata e lungo i tiri si trovano alcuni spit di progressione, per permettere di proteggersi sulle placche dove altrimenti non sarebbe possibile. Abbigliamento e calzature Salomon, come per le altee avventure mi sono affidato alla linea S/LAB: mi hanno accompagnato le scarpe XA Alpine 2, una giacca Outpeak, i pantaloni Wayfarer e al polso Suunto 9 Baro”.

Quale parte è la più interessante da scalare?

“La prima parte della via sale lo zoccolo, ma mentre per le altre vie della parete in questa sezione si evitano le difficoltà cercando il facile, noi abbiamo mantenuto una linea relativamente verticale seguendo le parti di roccia più bella. A metà parete si trova lo scudo, una serie di placche verticali di 250 m circa, dove la roccia diventa di colore arancione, più compatta e le difficoltà aumentano. L’ultima parte è caratterizzata da una cresta con difficoltà di misto classico che arriva in vetta”.

Fabrizio nel suo racconto dice che non volevate incrociare le due vie esistenti. Come è stato studiato quindi il percorso?

“Sulla parete le due vie già esistenti passano indicativamente a sinistra dello scudo e in centro, noi volevamo salire tutta la parete mantenendo una linea indipendente senza incrociare le altre, anche per non interferire con le realizzazioni del passato e poterci esprimere in modo incondizionato”.

Quali condizioni meteo avete trovato e in quanto tempo è stata portata a termine?

“Tutta la zona della Valle Antrona è famosa per condensare sempre nebbie e brutto tempo e anche durante l’apertura di “RÜCKnROLL” si è dimostrata coerente. La via è stata aperta dal basso in 4 giornate durante il mese di agosto. Durante le giornate di scalata, la nebbia e l’umidità ci ricordavano sempre che eravamo comunque in alta montagna, e ci costringevano ad indossare giacca e piumino. Per fortuna alla base della parete, più precisamente alla base della ‘cresta del lago maggiore’ il bivacco Varese ci riscaldava la sera e la notte. Siamo tutti contenti di esser riusciti a salire una via logica che seguisse il più possibile una linea retta in centro parete senza forzare troppo con l’utilizzo del trapano. Una via alpinistica su roccia con difficoltà sostenute, ma con ottime soste e possibilità di scendere in doppia. Riuscire a salire una linea che all’inizio è pura immaginazione è molto soddisfacente e anche se porta con sé molta incertezza durante la scalata, una volta concluso il progetto, le sensazioni sono sempre positive e di appagamento”.

Sui social l’Ambassador Salomon Tommaso Lamantia è molto attivo e in alcuni post racconta il perché di tanta fatica in montagna che diventa una filosofia di vita nel quotidiano. Ad esempio…

“Perché siamo testardi e ci prefissiamo degli obiettivi che possano nutrire la nostra voglia di avventura, poi partiamo dal bivacco e verso la parete un’alba magnifica ci accompagna e tutte le fatiche svaniscono! Le fatiche e le insicurezze fanno parte dei progetti, in montagna come nella vita e l’imparare a gestire queste sensazioni, godendo di momenti intensi come un’alba o le risate con i compagni è fondamentale per vivere intensamente. Normalmente più sono difficili i momenti durante il percorso verso l’obiettivo, maggiore è la soddisfazione e la felicità nel suo raggiungimento”.

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