Notizie in Controluce

 Ultime Notizie

Chi era Amina Filali

Marzo 16
18:22 2014

Amina aveva solo quindici anni quando Mustapha abusò di lei e ne aveva solo sedici quando decise di togliersi la vita.

Il suo gesto estremo fu la risposta ad un modello legislativo che, contrario a qualunque standard minimo di protezione dei diritti umani, autorizza lo stupratore a sposare la sua vittima per evitare il carcere.

Lo stupro viene definito negli atti d’accusa marocchini come un: “attacco al pudore che fa seguito ad una violenza e che è causa della deflorazione di donne minorenni”. Tale esplicitazione è emblematica del contesto giuridico – sociale di cui si sta trattando.

Lo stupro è vissuto non come un’offesa all’integrità fisica e morale delle vittime ma come una lesione alla morale pubblica e alle famiglie.

Riferisce un’attivista che: “Una donna è sempre considerata responsabile della violenza che ha subito. Se non sono i vestiti che indossa, è il suo modo di camminare, di guardare, di parlare che ha provocato l’aggressione. Quando le ragazze maggiorenni si presentano alle associazioni femministe o nei consultori per parlare delle violenze sessuali subite, il nostro consiglio è di evitare di sporgere denuncia in mancanza di prove. Altrimenti corrono il rischio di essere a loro volta perseguite per dissolutezza. Ecco un altro motivo che costringe le vittime a tacere”.

L’onere della prova è a carico della vittima e “invece di accertare la colpevolezza o meno dello stupratore, le domande del giudice e dei poliziotti si concentrano sui costumi della ragazza che osa sporgere denuncia, sui suoi rapporti con il presunto autore della violenza, sulle sue frequentazioni. L’intento è cercare ogni via per far ricadere la responsabilità sulla donna”.

Nonostante l’art. 475 che disciplinava tale pratica sia stato abolito il 23 gennaio scorso il problema resta.

Il codice marocchino, risalente al 1962 e, tutt’ora in vigore, è contrario alla tutela dei diritti delle donne e molte sono le disposizioni che andrebbero modificate e per cui anche Amnesty International si sta mobilitando attraverso un appello on line a cui tutti potremmo aderire apponendo una semplice firma (www.amnesty.it/marocco_legge_violenza_sessuale).

Gli articoli che si ritiene necessario modificare sono i seguenti:

art. 486. La definizione di stupro contenuta in questo articolo è estremamente restrittiva e pertanto insufficiente a soddisfare gli standard minimi di tutela dei diritti umani.

art. 487. Non riconosce lo stupro coniugale come reato.

art. 488. Apporta una evidente discriminazione distinguendo le vittime fra quelle vergini e quelle non in possesso della verginità.

art. 490. Stabilisce che vengano puniti i rapporti sessuali fra adulti non coniugati.

L’impegno di tutti potrebbe salvare la vita di altre giovani donne e bambine che in questo Paese vengono private e spogliate della loro dignità di esseri umani.

La tutela dei diritti umani parte da azioni di promozione e di sensibilizzazione e da piccoli e quotidiani gesti di cui tutti possiamo essere protagonisti.

Rispondiamo all’appello di quelle donne, non volgiamo lo sguardo altrove.

 

Articoli Simili

0 Commenti

Non ci sono commenti

Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?

Scrivi un commento

Scrivi un commento

MONOLITE e “Frammenti di visioni”

Categorie

Calendario – Articoli pubblicati nel giorno…

Aprile 2024
L M M G V S D
1234567
891011121314
15161718192021
22232425262728
2930  

Presentazione del libro “Noi nel tempo”

Gocce di emozioni. Parole, musica e immagini

Edizioni Controluce

I libri delle “Edizioni Controluce”