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Ciao Bruno

Settembre 20
22:00 2011

le sue qualità umane avevano generato infinite amicizie, occasionate più spesso dalla comune passione per il pedale, ma anche da semplice simpatia o consonanza di sensibilità. Monti era nato nel 1930 e giovanissimo era divenuto campione italiano dei dilettanti, conquistando nella categoria circa 50 vittorie, e quindi azzurro alle Olimpiadi di Helsinky. Fu scontato l’abbandono della rinomata attività familiare di ristorazione in vista di altri traguardi. Da professionista, nel ’53, subito campione italiano Indipendenti e vincitore di 2 tappe al Giro (Vicenza e Auronzo di Cadore). Era il ciclismo di Bartali (fu testimone di nozze di Bruno e Gabriella), Coppi e Magni, ma anche Monti mordeva forte e dava dispiaceri agli amici-colleghi più titolati (a Coppi strappò il record della salita del Ghisallo); ma l’amicizia e la stima proseguirono per tutta la vita (il destino interruppe subito quella con Fausto). Monti ha onorato il ciclismo italiano con una carriera di rilievo, conquistando da professionista 26 vittorie ed un gran numero di piazzamenti (dietro i soliti Coppi, Magni, Bartali, poi Gemignani, Coblet, De Filippis, Petrucci …); ha partecipato a due Tour (’55 e ’56), sei Giri (’53, ’54, ’55, ’56, ’57, ’59), due Campionati Mondiali, otto Milano-Sanremo, una Parigi-Roubaix, sette Giri di Lombardia ecc …, sempre piazzandosi o vincendo, praticamente mai ritirato. Ha vestito la maglia Rosa (nel ’55 portata trionfalmente anche ad Albano). Vincitore di due Giri dell’Emilia consecutivi (’56 e ’57), era imbattibile nella specialità “dietro motori”, e per questo ha dominato nella classica corsa a tappe – alcune delle quali dietro motori – Roma-Napoli-Roma, vincendone due edizioni e classificandosi secondo e terzo in altre. Traccie di tante altre imprese sono facilmente verificabili negli annali di questo sport affascinante. Bruno intanto non andrà via dai nostri ricordi, anche perché da uomo avveduto, intelligente e fine (non rispecchiava il cliché del «ho contento di avere arrivato uno»), una volta terminata la carriera, ha coltivato rapporti familiari ed umani che gli hanno regalato considerazione da parte di tutti, ben oltre i pur grandi meriti sportivi. Ed il vicesindaco, in un breve saluto finale, ha già anticipato l’intitolazione di una via della città a Bruno Monti. Sarà una emozione profonda percorrerla ricordando pedalate, sorrisi e brindisi.

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