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Ciciliano – Il Castello Theodoli

Ciciliano – Il Castello Theodoli
Ottobre 11
02:00 2007

Ciciliano è situato sopra un colle intermedio fra i dorsi del Guadagnolo e del Serrone di Saracinesco. Dista da Roma 49 chilometri e domina le valli del Fiumicino e l’Empolitana. Il cuore della cittadina è costituito dal borgo medioevale, parte alta del paese, dominato dalla maestosa mole del Castello Theodoli, costruito nel XII secolo, che è stato ristrutturato in più fasi ed è ora in buono stato di manutenzione. Nel 1052 apparteneva ai Monaci di Subiaco, infatti veniva incluso fra i possedimenti del Monastero Benedettino. Nel secolo XII era sotto il diretto dominio della Chiesa. Clemente III (1187-91) lo confermò ai Monaci di Subiaco. In virtù del testamento di Pietro Colonna di Giordano, signore di Genazzano, il feudo venne ereditato nel 1373 dai Colonna insieme a San Vito e Pisoniano.
Rimase ai Colonna fino alla fine del secolo XIV, quando fu reso ai Monaci. L’antipapa Giovanni XXIII (1410-15) lo diede in feudo ai Colonna, ai quali lo tolse Eugenio IV (1431-47).
Nel 1457 lo riebbero i Colonna. Nel 1484 tornò ai Monaci, che però lo perdettero quasi subito. Tra il 1501 e il 1503 infatti fu confiscato dai Borgia (da Alessandro VI) in favore dei figli di Lucrezia Borgia e Alfonso d’Aragona ma, alla morte del Pontefice, i Colonna se ne appropriarono nuovamente. Gli fu sottratto poi dai Farnese: Pier Luigi Farnese lo possedette per qualche tempo. Poi fu dei Carafa e dei Massimo che lo tennero meno di dieci anni, vendendolo nel 1572 ai Theodoli, ai quali restò. Divenuto contea, il feudo, nel 1572, fu acquistato da monsignor Gerolamo Theodoli, vescovo di Cadice, per la somma di 30.000 scudi romani. Durante il dominio dei Theodoli, gli abitanti di Ciciliano ottennero un proprio statuto nel quale si stabilivano norme civili e penali che regolavano l’amministrazione della comunità. Copia manoscritta, ricavata dall’originale, è conservata presso l’Archivio di Stato di Roma. L’ingresso ha un’alta scalea con una prospettiva sulla “piazza di corte”; il Castello è munito di due torri: quadrata quella di destra e cilindrica e più antica l’altra. Altre due torri di forma angolare sono situate nella parte posteriore.
Un coronamento merlato accompagna tutta l’ampiezza del terrazzo e delle torri.
Singolari le prigioni, con suggestivi graffiti d’epoca lasciati dai carcerati.
Biblio: (Istituto Italiano Castelli-Lazio – Bonechi-C. Rendina)