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Padova, città del Santo (Sant’Antonio), città universitaria dal 1222, città famosa per la Cappella degli Scrovegni, città amministrata da un sindaco leghista.

Oggi Padova detiene il record dei divieti. Alcuni accettabili, non si possano concordare prestazioni a pagamento con persone che esercitano meretricio per strada, altri molto discutibili e opinabili, non ci si può mostrare in pubblico con abiti che offendano il comune senso del pudore, altri anacronistici, fare l’elemosina ai mendicanti ma anche stendere i panni sui balconi, è vietato sdraiarsi sulle panchine… impedendone l’uso ad altre persone (e in caso di malore o di incidente? perché è vietato sdraiarsi per terra), festeggiare la propria laurea con la lettura del papiro e i consueti scherzi e ancora tutte le attività, anche domestiche, devono essere svolte senza creare disturbo al vicinato. Non mi risulta che le casalinghe padovane mentre passano l’aspirapolvere cantino a squarciagola tanto da essere denunciate per disturbo della quiete pubblica! Leggi che regolamentano la vita civile esistono già e sono valide su tutto il territorio nazionale. Che il sindaco padano, non lo sappia? Altra storia è il divieto della lettura del papiro di laurea e relativi scherzi. Antica tradizione di Padova e della sua università, il Bo, fin dal 1600. I papiri vengono affissi su i muri della città e il laureato viene festeggiato, in piazza, con uova e farina. I primi papiri di laurea servivano per celebrare il «nume tutelare» del laureato: il padre o lo zio che avevano finanziato gli studi del ragazzo. Solo in un secondo momento divennero un modo per celebrare il laureato stesso. Il primo «papiro» della storia può essere considerato un dipinto della prima donna laureata, Elena Lucrezia Corner Piscopia, con un cartiglio che racconta l’eccezionale evento del 1678. Papiri creati anche da pittori e illustratori celebri, oggi scansionati e conservati. Documenti storici unici e storia di una città e della sua cultura. Ma i legisti non sono quelli che ci tengono alle loro origini?