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“Cleopatra” e “Shameless” al Teatro Civico

Marzo 11
16:45 2013

Ambientata nell’antico Egitto, la commedia, semiseria parodia di uno spaccato di vita alla corte della famosa e intrigante imperatrice d’Egitto, interpretata dalla brava Maria Del Nero, ha visto ruotare, nel dipanarsi della vicenda, curiosi personaggi usciti dalla fantasia dell’autore e regista dell’opera. Danza orientale e musica dal vivo con il Maestro Alessandro Maietta al violino, Roberto Casciotti alle percussioni e Valentina Gabrielli al piano hanno arricchito le scene, curate da Ermanno Gatta. Lo spettacolo ha registrato un’affluenza di pubblico molto soddisfacente ed ha avuto il merito di aprire di nuovo i battenti del nostro Teatro cittadino, del quale si sentiva la mancanza. Tutti gli attori hanno dato il meglio di loro stessi offrendo al pubblico spunti che hanno fatto sorridere e divertire. Nei giorni successivi il pubblico si è divertito ed ha apprezzato la nuova commedia Shameless, scritta (con libero adattamento da Il dio del massacro di Yasmina Reza) e diretta da Alessandro Catalucci, interprete, con Alberto Querini, Tania Benvenuti e Livia Saccucci, dell’avvincente trama. Si gioca ad abbandonare le apparenze delle convenzioni sociali, lasciando spazio a una spudoratezza che sempre più sale durante il dipanarsi della storia. Tutto parte da un incontro, che dovrebbe essere chiarificatore, tra quattro genitori, i cui figlioli hanno avuto un diverbio. È un crescendo senza freni, sottolineato da una musica che mai si interrompe, ora più alta, ora più bassa, che lascia libero sfogo a pulsioni, istinti, lotta per sopraffare l’altro, per uscire vittoriosi nella maschera che ciascuno ha scelto per se stesso. Dall’iniziale finta cordialità intorno a un basso tavolo dove i personaggi sono seduti su pouf cubici, ci si lascia coinvolgere in una lotta di sopraffazione per l’affermazione di sé. La commedia gioca tra una riconciliazione e una tragedia che non trovano sfogo, con urla represse fino alla fine. Bravi gli attori, convincenti nella loro parte gestita con naturalezza e ironia, un pizzico di maligna finzione che travolge la platea al punto di far scrosciare lunghi applausi finali. E la riflessione finale porta ad interrogarci su quella che è la nostra vita di tutti i giorni, apparentemente banale, falsamente cordiale a volte, dove basta poco perché i gesti più quotidiani si infarciscano d’ira, rabbia, invidia, gelosia e violenza sull’altro, che solo apparentemente siamo convinti di rispettare e amare.

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