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“Come eravamo…” – 45

Giugno 19
22:00 2011

Curiosità storiche dagli archivi comunali di Colonna
Nel 1860, così come abbiamo visto nello scorso numero, due cittadini di Colonna supplicarono il Delegato Apostolico di Roma e Comarca di essere esonerati dal pagamento della tassa sul bestiame. Tali richieste erano motivate da reali problemi di sopravvivenza. Di tutt’altro tenore la lettera di questo numero che rivela come il divario economico tra povera gente e “possidenti terrieri” fosse talmente vasto da far sì che anche chi non moriva propriamente di fame chiedesse lo sgravio delle tasse, in questo caso sul vino poiché i benefici delle stesse sarebbero serviti per coprire parte delle spese del medico condotto residente nel nostro Comune. Pertanto, poverini…. i possidenti terrieri che utilità potevano trarne? Quindi perché pagare le tasse per un beneficio del quale loro, che potevano permettersi di avere come e quando volevano un medico a disposizione, non avrebbero mai usufruito? Siamo agli albori dell’Unità D’Italia, ma quanti anni dovranno ancora passare per diffondere nella coscienza umana il seme della solidarietà? Ci vorranno due guerre mondiali ed anni di povertà prima che la nostra civiltà diventi ciò che è ora…. Ma lo è realmente la nostra una democrazia attenta ai bisogni dei cittadini… di TUTTI i cittadini?
«Costantino Rondelli romano, come possessore di alcuni fondi nel territorio della Colonna , dovrebbe esser soggetto, a causa della nuova imposta di bajocchi dieci per ogni barile di vino, al pagamento di scudi otto per n.80 barili di vino, che egli ha ricavati nella presente stagione. Riceve l’esponente incessanti premure per parte dell’esattore comunale; ma le spese di coltivazione in oggi raddoppiate, gli infortuni immensi nella campagna, pei quali da più anni non solo non ricava alcun guadagno, ma risente gravi perdite, e molte altre circostanze gli rendono di troppo gravosa la nuova imposta suddetta, cui fino ad ora niuno ha soddisfatto, o qualcuno di quelli, i quali non dovevano pagare che pochi bajocchi. Ogni tassa non solo governativa, ma pei soli bisogni speciali del Paese va a gravare per la maggior somma i possidenti romani. Nello scorso anno la tassa sui fondi rustici liberi, venne aumentata a più del doppio. Egli pagava in primo scudi 6,03; in oggi paga scudi 14,31. E ciò per provvedere all’onorario di un medico che andrà a fissarsi con residenza al paese. Ma coll’avere aumentato tale tassa che viene quasi intieramente a sostenere il peso del medico, se non i possidenti romani che niun vantaggio risentiranno dal medico stesso? Fa pertanto umile istanza all’Ecc. Vostra Reverendissima perché si degni esonerarlo dal pagamento degli scudi 8 suddetti, avuto riguardo ai forti pesi che già gravano i propri fondi, e che tralascia per brevità di enumerare, ed anche all’aumento che in quest’anno va a farvi alla tassa Bestiame, della quale pure egli fa parte. Come potranno Ecc.Rev.ma supplire a tanti aggravi i possessori di vigne, non ritraendo da queste che pochissima quantità di vino, la quale neppur possono vendere ad un prezzo conveniente, e proporzionale alla spesa dell’immensa quantità di vini esteri introdotti nello Stato?»

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