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Come uscire dalla crisi: apri un negozio a Rocca Priora

Aprile 01
09:54 2015

Per avere le indicazioni per l’apertura ci si rivolge al SUAP presso l’XI C.M. (?), su indicazione del comune. Tutto sembra facile, pochi documenti con cui il commercialista può avviare la domanda tramite internet, ed in pochi giorni avviare l’attività. È gennaio, passate le feste si identifica il locale e si avvia la contrattazione. Nel frattempo si cerca negli uffici comunali di individuare vincoli e permessi necessari per l’attività. Superata la fase del locale e dei finanziamenti, si cerca di capire quali permessi necessitano per l’attività. È passato un mese, si naviga a vista, viene comunicato che mancano due certificati (allaccio in fogna e planimetria del locale) sfuggiti al SUAP nelle indicazioni. Logica vuole rivolgersi all’ufficio per le attività commerciali, una prima sorpresa: aperti il martedì e il venerdì (per due ore). Se sbagli giorno ti salta una settimana. Dopo il primo errore si torna preparati, purtroppo nessuno risponde al campanello (caso che si ripete per ben due volte).
A questo punto le nostre ragazze decidono di interpellare direttamente il primo cittadino, il Sindaco. Stranamente qualche problema è subito risolto, qualcun’altro resta inevaso. Nel frattempo, passati i giorni, l’apertura slitta alla metà di marzo. Per scrupolo ci si domanda dell’insegna e si torna negli uffici per avere delucidazioni. Spunta un regolamento, per insegne nel centro storico, dell’aprile 1997. Allora ci si domanda: i colori e la scritta vanno bene? Di nuovo a chiedere agli uffici, i giorni passano. Finalmente qualcuno è in grado di dare indicazioni. È necessario un progetto redatto da un Geometra e da inviare al Comune ed all’XI C.M., pagare un bollettino di 160,00 €, dopodiché per un massimo 160 giorni si ha risposta. L’insegna deve avere lettere a caratteri cubitali. L’impressione è che si navighi nel buio, salvo richieste dell’interessato, qualche politico e impiegato stimolano ad andare avanti, poi aggiusteremo tutto …! Ma qualcosa non va, a tre giorni dall’apertura si cerca l’autorizzazione del SUAP, con sorpresa la pratica non è ancora stata visionata, ancora più sorpresa viene rigettata la pianta catastale considerata incompleta (buona per i negozi succedutesi negli ultimi anni).
È lecito chiedersi: casa faccia il SUAP alla XI C.M. (già carrozzone di per se), ed a cosa serva un ufficio commercio comunale, basterebbe un ufficio in grado di dare tutte le indicazioni, per il resto ci sono le leggi che regolano il commercio in Italia.
In questa breve narrazione si evince la complessità burocratica per avviare un’attività, ma la cosa più grave è l’incompetenza degli uffici pubblici, e le responsabilità amministrative nel disporre personale preparato, nell’esporre le necessità dei documenti necessari per la regolarizzazione di un esercizio commerciale. Dalla prima richiesta informativa al SUAP, sono trascorsi circa cinquanta giorni per avere indicazioni per l’insegna.
A New York come nella Silicon Valley, esempi di sviluppo economico, bastano due giorni per avviare delle attività anche industriali, è sufficiente dimostrare solidità economica e progetto imprenditoriale. Non si pretende tanto, è sufficiente avere indicazioni in una sola trance e tempi di risposta brevi.
Gelsino Martini

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