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CONTRO TUTTE LE GUERRE…

CONTRO TUTTE LE GUERRE…
Novembre 04
22:42 2020

Festa delle Forze Armate, oggi 4 novembre…

Mi sono state affidate alcune lettere, conservate da molto tempo in un piccolo scrigno di legno. Le leggo, le trascrivo, poi le risistemo nella cassettina per far sì che non si perdano e che tutte possano essere registrate.

Oggi però, proprio nel giorno in cui si onorano i soldati di tutte le guerre, vorrei ricordare chi le scrisse tanto tempo fa: un giovane rocchegiano, spedito in Grecia durante la Seconda Guerra Mondiale. Lo trovo doveroso, in questa data nella quale in tutta Italia si mette una corona di alloro davanti al Monumento ai Caduti.

Guardo la sua foto: un bel ragazzo con i baffetti, serio, in testa il cappello con una piuma, fiero nella sua divisa di artigliere da montagna.La lettera che trascrivo, però, non è sua: si tratta di un biglietto postale, un cartoncino verde da 50 centesimi; ha lo stemma monarchico e il francobollo blu con Vittorio Emanuele III.

Due timbri postali con scritto Rocca di Papa, datati 18 novembre 1940.Sul retro vi si legge:

Per favore Urgente

Urgente

Rocca di Papa, 18 novembre 1940

 

Carissimo figlio, ti scriviamo questo biglietto postale per sapere subito le tue notizie, e così caro figlio mettici al corrente delle tue notizie perché sono quasi un mese, e non sappiamo cosa pensarci, ieri è venuto Vincenzino e abbiamo fatto scrivere una cartolina postale con risposta pagata, la quale già l’avrai ricevuta, e così ha messo l’indirizzo nostro, e rispondi a noi.

Carissimo figlio abbiamo scritto anche a quello di Rocca Priora e ancora non riceviamo niente, poi abbiamo messo un biglietto dentro la lettera di Renato il figlio di Micheletto, e ancora non riceviamo niente poi abbiamo scritto anche noi una lettera a Ernesto, dentro c’era anche un biglietto per te, pe sapere tue notizie, caro figlio noi non sappiamo che pensare, e così facci sapere qualche cosa magari solo i tuoi saluti, così ci potremo dare un po’ di pace, scrivi presto scrivi presto scrivi presto, stiamo in pensiero. Saluti e baci tua madre e tuo padre e famiglia.

Quell’accorato appello a farsi sentire era indirizzato all’artigliere Giansanti Luigi 14° Reggimento Artiglieria- Divisione Ferrara 2° Gruppo 75 18 6^ Batteria   inviato con Posta Militare 52 (A).

Sotto le righe del destinatario – nella parte anteriore del biglietto postale – spicca una scritta in stampatello maiuscolo fatta a mano con un colore rosso, come una grossa, dolorosa ferita: riporta l’indirizzo del mittente, a Rocca di Papa, via XX Settembre,  n° 9, poco distante la nostra Piazza Vecchia.

Quel giovane soldato non riuscì a leggere, né a rispondere all’accorato messaggio.

Consunto, aperto e chiuso chissà quante volte, bagnato di dolore e lacrime, è del 27 novembre 1940 il telegramma scritto a macchina su carta intestata al Ministero della Guerra, Nucleo Collegamento Esercito. Una fredda, impersonale comunicazione.

E’ indirizzato ai Carabinieri di Rocca di Papa e comunica che l’artigliere Luigi Giansanti è deceduto a Plaghia, in Grecia, il 16 novembre 1940 – due giorni prima la data del messaggio sul biglietto postale -, la salma tumulata a Kani Delvinahi e raccomanda di provvederne partecipazione alla famiglia, esprimendo le condoglianze dello scrivente sottosegretario Soddu.

È scritto in una dichiarazione del 27 giugno del 1947 che una ferita da scheggia alla volta cranica per fatto di guerra aveva spento quella giovane vita di quasi vent’anni: Luigi li avrebbe compiuti solo 14 giorni dopo…  Come si fa a non urlare di rabbia, dolore, disperazione?

Commossa osservo le foto tra gli scritti: un piccolo cimitero con croci di legno: su ciascuna una targa illeggibile, sullo sfondo uno steccato di legno, una piccola campanella e una grande croce fatta con rami irregolari: è il piccolo camposanto nel quale le spoglie del giovane soldato riposano fin quando il 16 giugno del 1954 le salme dei Militari caduti in Grecia sbarcheranno a Bari, in cassettine coperte dal tricolore portate a braccia da altri soldati in elmetto e fucile. Tra queste quella di Luigi.

Ponendo la corona di alloro al Monumento, pensiamo anche a lui tra i Caduti.

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