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CONVEGNO ” RILANCIO DEL CASTAGNO: GESTIONE SOSTENIBILE E BIO-PRODOTTI

CONVEGNO ” RILANCIO DEL CASTAGNO: GESTIONE SOSTENIBILE E BIO-PRODOTTI
Novembre 19
23:36 2016

Comunicato stampa

Esiti del Convegno “Rilancio del castagno: gestione sostenibile e bio-prodotti”

IL convegno dell’associazione L’Alveare ha offerto finalmente agli operatori della filiera del castagno dei Comprensorio un’opportunità di esprimere le loro posizioni. Nella mattinata di Sabato 12 novembre, presso la Sala Consiliare del Comune di Rocca di Papa, erano presenti oltre 50 persone tra cittadini interessati alla tematica e addetti ai lavori. All’appuntamento non sono mancati il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, la Regione Lazio, la Comunità Montana, l’Ente Parco e l’Università degli Studi della Tuscia, oltre a proprietari privati di aziende forestali e imprenditori del settore della trasformazione del legno, nonché ai graditi ospiti dell’Associazione Nazionale Città del Castagno e della Rete Europea del castagna.

Il convegno ha consentito di approfondire varie tematiche. Il Dott. Manzo (MIPAAF) ha illustrato i risultati ottenuti ad oggi dell’azioni di contrasto al Cinipide galligeno, illustrando anche le novità in fase di sviluppo circa la normativa forestale e informando i presenti dell’iniziativa programmata per il 29 novembre, quando si terrà il Forum Nazionale delle Foreste. Fra le priorità dell’evento vi è proprio quella del ruolo delle istituzioni per un coordinamento e semplificazione delle procedure amministrative sulla gestione delle foreste. L’Avv.to Panichelli (UNITUS) ha illustrato le potenzialità dei “contratti di rete” quale strumento per promuovere lo sviluppo del territorio. Questo tipo di contratto potrebbe essere applicabile anche al contesto dei castagneti e del legno di castagno locale, seguendo uno schema di filiera verticale (cioè dalle istituzioni alle imprese passando per le proprietà dei castagneti) a fronte di obiettivi concordati. Il Dott. Gaglioppa , della Regione Lazio, ha illustrato lo schema di riferimento generale con cui è possibile la conversione dei cedui castanili in castagneti da frutto e le opportunità che il Piano di Sviluppo Rurale della Regione, prossimo venturo, prevede di assicurare al settore.

Le criticità del sistema castanicolo locale sono state evidenziate dal Dott. Cantiani (sportello Forestale della Comunità Montana). Oltre alle problematiche intrinseche della coltura dei cedui di castagno, il suo intervento ha posto particolare attenzione alle problematiche di carattere amministrativo. A seguire il Dott. Cresta (Ente Parco Regionale dei Castelli) partendo dagli spunti emersi ha illustrato lo sforzo, ancora in corso, che l’Amministrazione del Parco sta svolgendo per andare incontro alle esigenze colturali dei cedui castanili e degli operatori del settore. In ultimo il Prof. Carbone, ponendo come background la prospettiva dello sviluppo del progetto LIFE, si è soffermato sulla necessità che determinate criticità siano quanto prima superate. I cedui castanili sono una preziosa risorsa che per il tessuto socio economico locale, ma anche per il loro livello di benessere associato ai valori ambientali e culturali da cui derivano e conservano. La loro storia, tuttavia, dimostra che essi hanno una elevata suscettività ai processi degradativi. L’equilibrio tra queste due situazioni deriva dalla gestione sostenibile. Gestione che deriva dalla realizzazione di un’articolata politica di settore, definita coinvolgendo tutti gli attori del territorio nonché valorizzando le peculiarità e cogliendo le opportunità esistenti.

Il dibattito che ne è seguito ha evidenziato lo stato d’animo che anima gli operatori. Alla passione con cui gestiscono i castagneti si affiancano, infatti, le preoccupazioni legate alla crescente complessità in cui devono operare. Le problematiche burocratiche appaiono come il frutto del complesso quadro normativo territoriale, in alcuni casi basato sulla presunzione dell’esistenza di rischi (o valori) e non sulla loro effettiva valutazione di dettaglio. Si verificano, così, la dilazione temporale delle procedure, l’introduzione di oneri aggiuntivi per gli adempimenti, l’esposizione delle imprese oneri finanziari addizionali legati alle anticipazioni nonché evidenti difficoltà nella programmazione e nel soddisfacimento degli impegni e delle commesse, già in questo momento non certo numerose. E’ tuttavia opportuno menzionare che diversi degli intervenuti hanno individuato come opzione strategica prioritaria la necessità di fare “squadra”, affinché le varie istanze, propositive o correttive delle criticità, siano presentate e portate avanti non come singoli, ma come settore.

 

A conclusioni dei lavori il prof. Francesco Carbone ha elaborato ed avanza le seguenti possibili azioni da svilupparsi nei prossimi mesi:

  1. a) costruire un “Gruppo di Lavoro Locale” espressione degli operatori del settore;
  2. b) promuovere la costituzione di un tavolo tecnico di coordinamento tra Regione Lazio, Città Metropolitana, Ente Parco, rappresentati dei Comuni, Università della Tuscia, Aziende ed industrie boschive del settore, per definire delle possibili soluzioni alle criticità maggiori e risolvibili a questa scala (ri-elaborando il lavoro già redatto in passato);
  3. b) sollecitare i Comuni a affidare rapidamente i lavori di rilevamento di dettaglio delle aree a rischio frana nei propri territori e delle aree di interesse archeologico (circoscrivendole bene). La copertura finanziaria potrebbe essere assicurata dai fondi vincolati delle migliorie boschive (art. 21 della l.r. 39/2002 e dell’art. 26 del R.R. 07/2005);
  4. c) promuovere un emendamento al fine di includere il legno all’interno della disciplina di cui alla L.R. 7 novembre 2016, n. 14 (Disposizioni per valorizzare e sostenere il consumo dei prodotti agricoli e alimentari di qualità provenienti da filiera corta);
  5. d) produrre una brochure divulgativa della filiera di produzione e trasformazione del legno di castagno;
  6. e) favorire la redazione di una strategia forestale per i castagneti del Comprensorio dei Colli Albani;
  7. e) sviluppare il progetto LIFE.

ROCCA DI PAPA, 14 novembre 2014

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