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#CORONAVIRUS 15 MAGGIO 2020 VERSO LA FINE DELLA PANDEMIA?

Maggio 16
13:46 2020

AI CASTELLI ROMANI E LITORANEA SOLO 4 NUOVI CASI E 30 GUARITI

RIPRENDERE IMMEDIATAMENTE ANALISI, VISITE E PRESTAZIONI NELLA ASL RM6

LE RSA PUBBLICHE E SICURE DI ALBANO E DI GENZANO DIVENTANO UN MODELLO PER LA SANITÀ PUBBLICA REGIONALE

RIVEDERE TUTTI GLI ACCREDITAMENTI CON LE STRUTTURE PRIVATE

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Nella ASL RM6, che comprende i Castelli Romani e la Litoranea, il 13 maggio il numero dei positivi è salito a 1.296, con solo 4 nuovi casi e ben 30 guariti.

Il numero complessivo dei guariti è salito a 402 (+30), il numero delle persone attualmente positive è sceso a 780 (-26), mentre il numero dei decessi è rimasto stabile a 114.

Rispetto al picco la curva dei nuovi contagi è scesa dell’83%.

Il bilancio dei primi 13 giorni della fase 2 è molto positivo sia ai Castelli Romani sia nel resto del Paese: per tale motivo possono essere riaperte le attività commerciali e gli esercizi pubblici che sono ancora chiusi, rispettando tutte le misure di distanziamento sociale.

Vanno immediatamente riprese nella ASL RM6 tutte le attività ambulatoriali (analisi, visite e prestazioni), ad oggi ancora sospese per l’emergenza sanitaria. Nella ripresa delle attività ambulatoriali andrà posta la massima attenzione alle misure precauzionali di distanziamento sociale e alla fornitura di tutti i dispositivi di sicurezza per tutelare la salute degli operatori sanitari e dei pazienti.

Aver sospeso analisi, visite e prestazioni per un periodo così lungo è una scelta da irresponsabili, che avrà sicuramente effetti pesantissimi sulla popolazione sia in termini di cure sospese o non fornite sia in termini di aumento della mortalità.

Vorremmo ricordare a Zingaretti e D’Amato che rispetto all’ultimo anno disponibile (il 2017) nella ASL RM6 le cause di decesso principali sono le malattie del sistema circolatorio (1.737 decessi, il 34,6%), i tumori maligni (1.425 decessi, il 28,4%) e le malattie dell’apparato respiratorio (529 decessi, il 10,5%).

Secondo uno studio condotto dalla Società Italiana di Cardiologia (SIC) la mortalità per infarto è triplicata in Italia durante l’emergenza Covid. Gli esperti avvertono: “La sanità si è concentrata sulla pandemia e i cardiopatici hanno evitato gli ospedali per paura del contagio”.

Invece, personale e risorse finanziarie vengono impegnati dalla Regione Lazio per fare trecentomila test seriologici, la più grande ed inutile indagine di sieroprevalenza per scoprire che nel Lazio fortunatamente il coronovirus si è diffuso molto poco e che solo lo 0,5% della popolazione lo ha incontrato.

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Per difendere la popolazione della Regione Lazio servono azioni di controllo della mobilità interregionale.

La possibilità di muoversi tra le regioni per motivi di lavoro mette ad altissimo rischio tutta l’Area Metropolitana di Roma per il grande numero di lavoratori pendolari che arrivano dalle regioni del Nord nella capitale.

La Regione Campania, che sta effettuando una importante azione di controllo dei rientri, ha reso noto che i rientri registrati dal 4 maggio ad oggi sono 22.940, 201 le persone con febbre, 4.221 i test rapidi eseguiti di cui 130 risultati positivi. I tamponi effettuati sono stati 154 di cui 3 risultati positivi. Inoltre, tutte le persone provenienti da fuori regione sono state poste in isolamento domiciliare.

Anche la Regione Lazio e il Comune di Roma dovrebbero organizzare delle azioni di controllo dei lavoratori pendolari che ogni giorno arrivano nella capitale dalle regioni del Nord dove oggi si registrano quasi 1.000 nuovi contagi.

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Da due mesi la Regione Lazio è impegnata a controllare, forse per la prima volta, tutte le case di riposo, le RSA e le strutture sanitarie private, peraltro da sempre accreditare al servizio sanitario regionale.

Nelle case di riposo, RSA e case di cura private si contano oltre 500 positivi, di cui più di 50 operatori sanitari, e 44 morti.

Si contano:

–       178 positivi nella casa di cura San Raffaele di Rocca di Papa, 41 operatori sanitari e 137 pazienti (17 decessi);

–       63 i positivi (9 decessi) nella casa di cura Villa Nina di Frattocchie

–       48 i positivi all’INI di Grottaferrata (1 decesso). 

–       48 i positivi (2 decessi) nella casa di cura Villa delle Querce di Nemi;

–       42 (+4) positivi nella casa di cura San Raffaele di Montecompatri, 19 operatori sanitari e 23 pazienti (3 decessi);

–       23 positivi nella Clinica dei Pini di Anzio, 5 operatori sanitari e 18 pazienti (3 decessi).

A questi numeri pesantissimi, vanno aggiunti i familiari dei pazienti ricoverati e degli operatori sanitari che sono stati infettati e, in alcuni casi, sono purtroppo morti.

Sul disastro “colposo” della gestione delle casa di riposo, RSA e case di cura private stanno già indagando la Procura della Repubblica di Roma e quella di Velletri.

Dopo mesi di pressioni di medici, associazioni e del Partito Comunista, sono stati riaperti gli ospedali di Albano e di Genzano come “RSA covid”.

Gli ospedali di Albano e di Genzano potranno essere utilizzati oggi nell’emergenza come strutture covid “dedicate” e in seguito come RSA pubbliche e sicure.

Dopo il disastro “colposo” della gestione delle strutture sanitarie private, nel Consiglio Regionale il presidente Zingaretti ha dovuto riconoscere che “troppe cose non hanno funzionato” e che c’è bisogno di una profonda riorganizzazione della ospitalità extraospedaliera, soprattutto per gli anziani, prendendo a riferimento le prime Rsa pubbliche e sicure di Albano e di Genzano. Vanno chiaramente rivisti tutti gli accreditamenti e criteri per le Rsa, le case di riposo e, aggiungiamo noi, le case di cura private.

Il modello tutto incentrato sulla sanità privata non ha funzionato in Lombardia, in Piemonte, nel Lazio e in tutta Italia.

Il Partito Comunista dei Castelli Romani chiede, inoltre, la stabilizzazione dei “nostri eroi”, i lavoratori “precari” della sanità assunti nella ASL RM6 con contratti a tempo determinato o tramite cooperative e messi in prima linea a combattere il coronavirus.

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Nella tabella seguente viene riportata la ripartizione dei contagi per singolo comune dei Castelli Romani e della Litoranea sulla base delle comunicazioni ufficiali delle autorità competenti.

Oggi sono guarite ben 30 persone a Colonna (+1), Grottaferrata (+3), Montecompatri (+25), Pomezia (+4).

Gravissimo è il ritardo con cui la ASL RM6 comunica ai Sindaci le informazioni sulla diffusione del coronavirus nei Castelli Romani e Litoranea: ad oggi devono ancora essere comunicati 327 casi, di cui 45 decessi.

A causa di questo ritardo, per 12 comuni (Albano, Anzio, Ardea, Castel Gandolfo, Ciampino, Genzano, Grottaferrata, Lanuvio, Monte Porzio, Montecompatri, Nemi, Rocca di Papa) il numero dei casi pubblicati dal SERESMI (il Servizio Regionale per la Sorveglianza delle Malattie Infettive) è superiore al numero di casi comunicati dai Sindaci.

Inqualificabile il comportamento del direttore della ASL RM6 e dei Sindaci di Albano (PD) e Castel Gandolfo (PD) che non comunicano ai cittadini neanche il numero dei concittadini che hanno sconfitto il coronavirus e sono guariti.

Per visualizzare la cartina per comune sulla diffusione del coronavirus nel Lazio, puoi fare click sul seguente link:

https://drive.google.com/open?id=1sI_jgUiLG9xh7GKQp5-W-_NV9tS7Z2Ne&usp=sharing

 

Per ricostruire pezzo dopo pezzo la sanità pubblica tradita, il Partito Comunista ha organizzato per sabato 16 maggio alle ore 11 un evento online sulla pagina fb del “Partito Comunista Roma e Lazio” (https://www.facebook.com/PartitoComunistaRomaLazio/).

 

 

 

 

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