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Coronavirus: Save the Children, tra conflitto e pandemia, bambini in Siria sempre più alla fame

Settembre 29
11:57 2020

Coronavirus: Save the Children, tra conflitto e pandemia, bambini in Siria sempre più alla fame. Negli ultimi 6 mesi salito a 4,6 milioni il numero di minori che combattono contro l’insicurezza alimentare. Un bambino su 8 ha avuto un blocco nella crescita o soffre di malnutrizione cronica e, nel nord Est, un quarto dei bambini non mangia cibo fresco da nove mesi

 

L’Organizzazione denuncia la grave situazione che stanno vivendo i bambini in Siria e chiede accesso umanitario illimitato per alleviare le sofferenze di famiglie e bambini. Al via il secondo episodio del podcast sui bambini in guerra, dedicato ad una storia che arriva da questo Paese in conflitto ormai da quasi dieci anni, disponibile su Spotify e sui social media di Save the Children: https://www.savethechildren.it/cosa-facciamo/campagne/stop-alla-guerra-sui-bambini/podcast-bambini-in-guerra

 

 

Altri settecentomila bambini soffrono la fame in Siria a causa dell’economia del Paese fortemente danneggiata, aggravata dall’impatto delle restrizioni del COVID-19. Negli ultimi sei mesi il numero totale di minori in condizioni di insicurezza alimentare in tutta la Siria è salito a più di 4,6 milioni[1]. Dopo quasi dieci anni di conflitti e sfollamenti, un numero senza precedenti di bambini sta ora combattendo contro i crescenti tassi di malnutrizione, rivela un nuovo rapporto di Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro.

In tutta la Siria finora sono stati confermati 5.480 casi di COVID-19[2]. È probabile che questi numeri siano solo la punta dell’iceberg, poiché ci sono enormi lacune nei test e una carenza di dispositivi di protezione individuale[3]. Molte persone riferiscono che è stato consigliato loro di assumere farmaci da banco ai primi sintomi senza un test per il COVID. C’è anche chi ha parlato di un aumento di richieste giornaliere di becchini, in alcune zone[4].

Le restrizioni dovute al coronavirus, anni di violenza e la perdita di posti di lavoro hanno devastato i mezzi di sussistenza di milioni di persone. Il deprezzamento della valuta[5] e la riduzione del flusso di merci hanno peggiorato la situazione, facendo aumentare vertiginosamente i prezzi dei prodotti alimentari. Secondo il Programma alimentare mondiale, un paniere alimentare in grado di sfamare una famiglia costa oltre 23 volte la media pre-crisi e più del doppio del precedente picco nel 2016[6].

“Non mangiamo sempre la sera perché non c’è pane. A volte ho fame a mezzogiorno o di pomeriggio, ma non riesco mai a trovare il pane. Quando eravamo a casa potevamo mangiare quello che volevamo, ma qui il cibo è diverso e non possiamo permetterci di comprare qualcosa in più” ha detto Faten* di dieci anni che vive in un campo di sfollati nel nord-ovest della Siria.

Ai genitori non resta altra scelta che eliminare il cibo fresco come carne, frutta e verdura, affidandosi invece a riso o cereali per settimane e settimane. Un recente sondaggio condotto da Save the Children ha rilevato che il 65% dei bambini non mangia una mela, un’arancia o una banana da almeno tre mesi. Nel nord-est della Siria quasi un quarto dei bambini ha affermato di non aver mangiato questi frutti da almeno nove mesi.

“L’ultima volta che ho mangiato la frutta è stato più di 2 mesi fa. Quando chiedo ai miei genitori di comprarcene un po’, dicono che a malapena possiamo permetterci il resto” ha affermato Noura*, 10 anni. Molti bambini hanno riferito a Save the Children di avere mangiato nelle ultime settimane solo riso e fagioli. Una madre ci ha spiegato che ha dovuto risparmiare tre settimane per comprare una sola mela, che ha diviso in cinque parti tra lei e la sua famiglia. Un altro bambino che non mangiava frutta o verdura fresca da sei mesi è stato visto con un pezzo di prugna che aveva trovato per terra.

“I miei due figli hanno sei anni e due mesi. La loro crescita si è fermata così tanto. Li ho portati da molti dottori, ci hanno dato medicine, ma non sono migliorati, nemmeno l’uno per cento. A volte dicono che è malnutrizione, a volte qualcos’altro. Ho tutti i tipi di medicine, ogni 15 giorni compro farmaci per circa 7.000 lire siriane” ha detto il papà Rami *.

Una prolungata mancanza di cibo nutriente nei pasti quotidiani può causare rischi e danni permanenti ai bambini, compreso l’arresto della crescita[7] o la malnutrizione cronica. In Siria, almeno un bambino su otto, circa 500.000 in tutto, soffre attualmente di questa condizione[8].

“La malnutrizione è un problema molto sottovalutato per i bambini siriani. I bambini malnutriti affrontano una miriade di rischi per la loro salute e il loro benessere, come l’arresto della crescita, che limita la loro capacità di combattere le malattie, aumenta la probabilità di ansia e depressione e porta a uno scarso rendimento a scuola. Un’intera generazione di bambini sta affrontando il rischio di malnutrizione, perché le loro famiglie semplicemente non possono più permettersi di mettere un pasto in tavola. A meno che non agiamo ora per alleviare questa sofferenza, sempre più bambini dovranno guardare mentre la loro porzione di cibo si riduce di giorno in giorno” ha dichiarato Sonia Khush, Direttore dell’Emergenza di Save the Children in Siria.

Save the Children sta distribuendo pacchi alimentari con frutta e verdura fresca nel Nord della Siria, soprattutto alle donne incinte e alle neo mamme, per combattere la fame nascosta di bambini e madri. L’Organizzazione sostiene anche i bambini piccoli in tutta la Siria, fornendo consigli dietetici e screening per la malnutrizione.

Per Save the Children è fondamentale che tutta la comunità internazionale investa per migliorare la disponibilità e l’accessibilità economica di alimenti sicuri e nutrienti. Mentre le esigenze in tutta la Siria si stanno ampliando a causa del COVID-19 e degli impatti economici del conflitto, gli interventi per l’alimentazione sono finanziati solo per l’11%[9]. Save the Children chiede inoltre accesso umanitario illimitato e una nuova autorizzazione ad operare da oltre frontiera, anche a Bab Al Salam a Nord di Aleppo chiuso a luglio, per alleviare le sofferenze di famiglie e bambini che continuano a lottare nel mezzo di una prolungata crisi e diffusione di una pandemia.

Il conflitto in Siria fa da sfondo alla seconda puntata di “Children of War”, la serie podcast di Save the Children, che è stata ed è presente nelle più drammatiche aree di conflitto del mondo, e attraverso cinque storie, una a settimana, dà voce ai bambini sopravvissuti nell’arco di 80 anni alle guerre più tristemente famose della storia e dei nostri giorni: la 2° Guerra Mondiale, la guerra civile in Nigeria con la carestia del Biafra, il genocidio in Rwanda del ‘94 e le guerre attuali in Siria e nello Yemen. Cinque racconti in prima persona che, attraverso la voce di attori professionisti e la partecipazione dei giornalisti Maria Concetta Mattei e Giorgio Zanchini, disegnano le loro vite e quelle delle loro famiglie travolte dalla violenza, ma ci restituiscono tutta la forza di cui sono capaci i bambini, se aiutati e protetti, nel riuscire sognare e costruire un futuro diverso nonostante tutto.  La seconda storia di Children of War vede protagonista Amal, una bimba siriana che a 10 anni è stata costretta a fuggire con la sua famiglia abbandonando ad Homs la nonna che non poteva affrontare la fuga, ed è disponibile da oggi sul sito e sui social media di Save the Children e su Spotify.

La serie podcast Children of War è stata realizzata con la consulenza di Jonathan Zenti e grazie al contributo di Simona Angioni per i testi, di Silvia Stortini e Valerio Maggio per la produzione, e di Luca Micheli per le musiche. Le voci narranti “fuori campo”, sono quelle dei giornalisti Maria Concetta Mattei e Giorgio Zanchini.

 

La seconda puntata della serie podcast Children of War è disponibile sul sito di Save the Children alla pagina: https://www.savethechildren.it/cosa-facciamo/campagne/stop-alla-guerra-sui-bambini/podcast-bambini-in-guerra

 

A questo link è possibile scaricare il rapporto in inglese “Hidden hunger in Syria”: https://we.tl/t-gIxdsLErR5

 

 

Per ulteriori informazioni:

Tel. 06-48070023/63/81/82
ufficiostampa@savethechildren.org
www.savethechildren.it

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