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Coronavirus: testimonianze pugliesi

Coronavirus: testimonianze pugliesi
Aprile 20
14:23 2020

Bari, capoluogo pugliese con popolazione di circa 400.000 abitanti, si affaccia sul Mare Adriatico, la Basilica, in stile romanico, contiene le reliquie di San Nicola, c’è il Castello Federiciano, la Fiera del Levante, il Teatro Petruzzelli… Centro marinaro, mercantile, agricolo e industriale, il clima è mediterraneo e tra le peculiarità culinarie “troneggiano” le orecchiette, i panzerotti, le burrate e le mozzarelle, i taralli, le “zampine”, le olive, la focaccia, i sott’olio, l’uva da tavola, le “percoche”, le ciliegie, l’olio extravergine d’oliva, le cozze, i polpi, le seppie (“tagliatelle”), le cartellate… “Sto lavorando rigorosamente solo nella mia stanza d’ufficio a orario lavorativo ridotto” mi dice l’amico giornalista, aggiungendo che ciò lo fa stare bene e lo tiene impegnato. Mi dice che è “tutto vuoto”, mi manda un video di dove lavora, il deserto, e aggiunge che “in agricoltura si vive il rapporto lavoro/prevenzione perché non si può né lavorare in smart working per garantire  il prodotto sulle tavole degli italiani, né senza prevenzioni (distanze, mascherine, occhiali, tute, cuffie, guanti) e sono carenti le mascherine. Le aziende agricole comunque hanno attivato la fornitura a domicilio” e che “si registra un calo nel settore vitivinicolo a seguito anche di chiusura del settore ricettivo, bar, ristoranti…” L’amico dipendente forze dell’ordine Nord Italia, famiglia in Puglia, mi dice “buon giorno” e mi rimprovera perché mi mandò un messaggio a dicembre che non lessi. Comunque, “di sicuro ce ne stanno giù di casi e di sicuro non è uno” mi dice e, lavorando fuori Bari, non sa quando potrà riscendere per stare in famiglia: “sono mesi che non vedo la mia famiglia, sento i miei solo per telefono ” aggiungendo che lavora “senza fermarmi perché ci sono diversi colleghi del mio reparto in quarantena”. Per quanto riguarda la responsabilità che tutti noi dovremmo avere, mi dice che “sono diversi i cittadini che si sentono al di sopra della legge e più furbi degli altri, che escono non rispettando le restrizioni, perché secondo loro i veri morti del coronavirus si contano sulle dita di una mano e che è tutto un complotto del Governo.” L’amico impiegato sanità mi dice che a lavoro c’è poca gente, uno per stanza, gli altri in smart working e non mi cela una certa apprensione. Lavora con mascherina e guanti “perché tocchiamo carte dei pazienti”.  L’amico professore e sindacato mi dice che “per mio contatto indiretto ho adottato una quarantena di oltre due settimane” e il sindacato-patronato sanificato. Mi spiega che come professore “faccio didattica DAD (didattica a distanza) tramite video-lezioni, verifiche e preparo video materiale didattico”; mentre come sindacato “preparo indennità covid19 a autonomi, agricoli, stagionali, professionisti, lavoratori autonomi iscritti alla gestione AGO (artigiani, commercianti, coltivatori diretti) ”. Sua moglie mi manda un video: delfini presso la banchina del porto di Bari. La Natura. L’amica in Lombardia, Famiglia in Puglia, mi riferisce che “c’è gente che non ha capito niente e porta i bambini nel condominio a giocare, chi esce senza mascherina e chi usa i cani come scusa per andare a passeggiare.  C’è chi ancora esce a farsi una corsetta. Il compagno è infermiere in una struttura sanitaria pubblica (mi manda una foto) dicendomi che “è adottato un protocollo DPI (Dispositivi di protezione individuale) che comprende camice, cuffietta, idrorepellente, mascherina, occhiali, guanti, copriscarpe…”. L’amico agonista di Pesca subacquea, mi spiega che “un agonista di pesca subacquea ha necessità di allenamento continuo. L’apnea si allena solo con l’apnea. Questo periodo di quarantena ha interrotto drasticamente tutte le attività di allenamento. Questo comporterà un durissimo lavoro di recupero” e aggiunge che “la Federazione ha annullato l’anno agonistico consapevole del fatto che non saremmo mai riusciti a essere competitivi nel prossimo giugno in previsione del Campionato del Mondo in Sardegna…” L’amico Castellano voleva scendere in Puglia per festeggiare i suoi primi quarant’anni ma per la normativa non può (come giusto che sia). Rapporti interpersonali… Il passato? “Quattro amici a mare”. Il presente? Un “giorno di ordinario coronavirus”… Cosa aggiungere? Resilienza: stiamo a casa, rispettiamo le prescrizioni e le precauzioni per il bene di tutti.

 

 

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