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Con poco clamore, poco prima d’entrare nel mese che s’appressa al Natale, è scomparso Luca De Filippo. Per molti di noi, cresciuti all’ombra del teatro che non seguiva le mode, ma cercava la reinterpretazione dei classici, o si faceva classico mentre veniva rappresentato, Luca è stato o Nennillo del Natale più bello e disperante: Natale in casa Cupiello. Luca, ancora giovane e con i neri ricci capelli, la figura snella e distinta, interpretava Tommasino, pupone mai cresciuto, o cresciuto a forza di protettivi supponi ‘e latte ammanniti dalla paziente mamma Concetta. Per Luca tifavamo pure noi, anche se ci divideva una generazione, perché a lui, come a noi, certe volte o’ presepio non piaceva e assieme venivamo idealmente cacciati di casa da papà Eduardo: «perché in questa casa si fanno i presepi»….Ora Luca De Filippo, che è stato proprio un bravo attore di teatro, e non solo il figlio di Eduardo, non c’è più. Con le guerre di religione, o sedicenti tali, il presepio ce lo teniamo quasi stretto, che vi si voglia rintracciare un momento di laica, dolce, familiarità, o il rinnovato simbolo della Sacra Famiglia. Il riso è diventato smorfia. Riguardare ora Natale in casa Cupiello, e tutti gli altri capolavori consegnatici da questa famiglia d’artisti, sarà come guardarci in faccia, ritrovarci un po’.  Ciao Luca.

Di Eduardo, in libreria, preziose commedie e raccolte: Cantata dei giorni pari; Cantata dei giorni dispari, Natale in casa Cupiello, Filumena Marturano; Tutte le poesie – tutto Einaudi (Serena Grizi)