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La storia è ispirata alle sanguinose rivolte che sconvolsero Detroit nel estate del 1967.
Tra le strade della città si consumò un vero e proprio massacro ad opera della polizia in cui persero la vita tre afroamericani e centinaia di persone restarono gravemente ferite.
Detroit è un film brutale che trascina lo spettatore in uno degli episodi più sanguinosi della storia americana.
Un film di denuncia e di sensibilizzazione sul tema della schiavitù e dell’odio razziale magistralmente diretto dalla regista americana più controversa e amata nel panorama Hollywoodiano.
Detroit è un film che parla di guerra e mostra la guerra. Ma per guerra cosa intendiamo realmente? La Bigelow ci mostra e ci dice, che anche la rivolta degli afroamericani nella Detroit degli anni 60 è stata una guerra a tutti gli effetti, e ce la mostra; ricreando un atmosfera degna dei migliori WarMovie sul Vietnam trasposti questa volta nei vicoli e nelle strade del capoluogo della Contea di Wayne nel Michigan.
La Bigelow prende a cuore in particolar modo la sera del 23 Luglio, dove all’Algiers Motel, viene fatta irruzione da parte delle forze di polizia locali e dalla guardia nazionale nei confronti di alcuni ragazzi che alloggiavano li in quel momento “Il nostro Daniele Vicari ci insegna qualcosa”. Proprio come il regista romano mostra nel suo film Diaz – Don’t clean up this blood, la più celebre regista americana ci regala un film corale dove il rapporto  vittime e carnefici raggiunge alti livelli di pathos e tensione smorzati solamente da un finale teso più ad analizzare le conseguenze traumatiche di tali eventi sia da parte delle vittime che dei carnefici.
Un’opera viscerale che guarda al passato per raccontare il nostro presente, con uno spunto di riflessione di non poco conto sul presente