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“Dia da Consciencia negra” La Schiavitù in Brasile – 3

Marzo 01
02:00 2008

Durante la schiavitù in Brasile (secolo XVII e XVIII) gli schiavi che riuscivano a fuggire, trovavano rifugi in luoghi nascosti e fortificati nella foresta. Queste località erano conosciute come quilombos. In queste comunità gli schiavi tornati liberi vivevano secondo la loro cultura africana, coltivando e producendo in un sistema economico collettivistico. In epoca coloniale, in Brasile si contavano centinaia di queste comunità sparse tra gli stati di Bahia, Pernambuco, Goiàs, Mato Grosso, Minas Gerais e Alagoas. Quando il Pernambuco fu invaso dagli olandesi (1630) molti proprietari terrieri abbandonarono le terre favorendo la fuga di numerosi schiavi. I fuggiaschi trovarono rifugio nel Quilombo dos Palmares, situato ad Alagoas, favorendo la crescita della comunità. Intorno al 1670 la popolazione di Palmares si aggirava intorno ai 50.000 schiavi. Questi, conosciuti come quilombolas cominciarono a procacciarsi i beni di prima necessità attaccando e saccheggiando le piantagioni delle regioni confinanti. Questa situazione creò una serie di conflitti armati tra i quilombolas, gli olandesi e il governo coloniale portoghese che chiamò al suo servizio il bandeirante Domingo Jorge Velho. La lotta contro i negri del Palmares durò circa 5 anni e nonostante l’impegno, la determinazione e il coraggio dei negri comandati da Zumbi, alla fine furono sopraffatti e sconfitti (Zumbi sarà condannato a morte e la sentenza sarà eseguita il 20 novembre 1665). I quilombos furono una delle forme di resistenza alla schiavitù. Riguadagnandosi la libertà riacquistavano la dignità assieme alla cultura, agli usi e i costumi che avevano lasciato in Africa. I quilombos, che in lingua Bantu significano “provocazione”, erano nuclei abitativi e commerciali dove gli schiavi fuggiti dalle piantagioni si rifugiavano. In Brasile il più famoso era quello di Palmares. Creato nel finale del 1590, nasce come un piccolo rifugio di schiavi situato nella Sierra da Barriga nell’Alagoas. Palmares nel corso degli anni si fortificò riunendo quasi 30.000 persone. Si trasformò in uno stato autonomo resistendo agli attacchi olandesi e portoghesi. Solo nel 1716 fu completamente distrutto. Attualmente non esistono più i quilombos ma comunità che si rifanno allo stile di vita dei quilombos e sparse in varie parti del paese. In totale sono 743, ma solo 29 sono riconosciute dal governo. Si trovano a Sao Paulo, Rio de Janeiro, Parà, Maranhao, Pernambuco, Mato Grosso do Sul, Bahia, Sergipe, Goiàs e Amapà. Queste comunità godono dei diritti culturali e storici garantiti dagli articoli 215 e 216 della Costituzione Federale Brasiliana, relativi alla conservazione dei valori culturali della popolazione negra. Le terre di queste comunità sono considerate Patrimonio Culturale Nazionale. Si stima che circa 2.000.000 di persone vivano in queste comunità organizzate con il diritto di proprietà della terra. Secondo la Fondazione Culturale Palmares, del governo federale, che conferisce alle comunità il diritto di possedere la terra, gli abitanti rimanenti di queste comunità preservano l’ambiente e rispettano il luogo dove vivono. Ma, sono costantemente minacciati da speculatori e politicanti che cercano di espropriare le loro terre per sfruttarle. (Continua)

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